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'[[Immagine:Martialis.jpg|thumb|Marco air bag rjffbkge kg lord ljfsck ==''Epigrammi''== ===[[Incipit]]=== ====Giuseppe Lapparini==== <poem>Questi è quel che tu leggi e che tu cerchi, quel noto in tutto il mondo Marzïale per gli arguti libretti di epigrammi: cui vivo e sano, o mio lettor benevolo, tu donasti una gloria, che di rado tocca ai poeti dopo che son morti.</poem> {{NDR|M. Valerio Marziale, ''Epigrammi'', traduzione di Giuseppe Lipparini, Zanichelli, 1950}} ====Originale==== <poem>''Hic est quem legis ille, quem requiris, toto notus in orbe Martialis argutis epigrammaton libellis: cui, lector studiose, quod dedisti viventi decus atque sentienti, rari post cineres habent poetae''.</poem> ===Citazioni=== *[[Lascivia|Lasciva]] è la mia pagina, ma onesta la vita. (I, [[s:la:Epigrammaton_liber_I#IV|4]], 8) :''Lasciva est nobis pagina, vita proba est''. *Non è da uomo saggio dire: "Vivrò". Vivere domani è già troppo tardi: vivi oggi. (I, 15, 11-12) :''Non est, crede mihi, sapientis dicere «Vivam»: | sera nimis vita est crastina: vive hodie''. *{{NDR|Sugli ''Epigrammi''}} Ce ne sono dei buoni, alcuni sono mediocri, ma i più sono [[cattiveria|cattivi]]. (I, 16; citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli) :''Sunt bona, sunt quaedam mediocria, sunt mala plura''. * {{NDR|A un plagiario}} ''Si dice in giro, Fidentino, che tu le mie poesie | reciti in pubblico come se fossero le tue. | Te le regalerò, se vuoi che si dicano mie: comprale | se vuoi che si dica che sono tue, e non saranno più mie.'' (I, [[s:la:Epigrammaton_liber_I#XXIX|29]]; 1995) *''Questa è la legge stabilita per le poesie giocose: | possono divertire solo se sono pruriginose.'' (I, [[s:la:Epigrammaton_liber_I#XXXV|35]], 10; 1995) *''Muove liti Diodoro in ogni lato, | sebbene afflitto sia dalla [[gotta|podagra]]; | ma quando ha da pagare l'avvocato, | il suo male convertesi in chiragra.''<ref>Citato in Vittoria Madurelli Berti, ''Epigrammi di Dafnide Eretenia'', G. B. Berti Editore, Padova, 1824, [[s:Epigrammi di Dafnide Eretenia.djvu/24|p. 24]]</ref><ref>Da questo epigramma deriva il [[modi di dire toscani|modo di dire toscano]] "avere la gotta alle mani" nel senso di "essere avaro".</ref> :''Litigat et podagra Diodorus, Flacce, laborat. | Sed nil patrono porrigit: haec cheragra est.'' (I, [[s:la:Epigrammaton liber I#XCVIII|98]]) *Non sente di buono chi vuol sentir sempre di buono. (II, 12, 4) :''Non bene olet, qui bene semper olet''. *''Ti stupisci che le orecchie di Mario puzzino. | Colpa tua, Nestore: sei tu che gli parli nelle orecchie.'' (III, [[s:la:Epigrammaton_liber_III#XXVIII|28]]; 1995) *''Per poeta vorresti passare, | ma un verso tuo non ce l'hai detto mai: | prometti che per sempre tacerai, | e passa pure per chi cazzo ti pare.'' *''Lascia che si veda il tuo piccolo [[difetto]]: | un difetto, se nascosto, sembra molto più grave.'' (III, [[s:la:Epigrammaton_liber_III#XLII|42]]; 1995) :''Simpliciter pateat vitium fortasse pusillum: quod tegitur, maius creditur esse malum.'' *''Tutto quello che mi chiedi, Cinna maledetto, non è mai nulla: | se non mi chiedi nulla, Cinna, allora non ti nego nulla.'' (III, [[s:la:Epigrammaton_liber_III#LXI|61]]; 1995) *''Ciabattino, non devi prendertela con il mio libretto. | Le mie poesie colpiscono il tuo mestiere, non la tua vita. | Permettimi le mie spiritosaggini innocue.'' (III, [[s:la:Epigrammaton_liber_III#XCIX|99]]; 1995) *Lodano quelli, ma leggono gli altri. (IV, 49, 10) :''Laudant illa, sed ista legunt''. *''Quando non avevi seimila sesterzi, Ceciliano, una portantina | da sei schiavi ti scarrozzava in giro per tutta Roma. | dopo che la dea cieca te ne ha dati due milioni, | tanti da sfondarti le tasche, ecco, te ne vai in giro a piedi.'' (IV, [[s:la:Epigrammaton_liber_IV#LI|51]]; 1995) *[[Parma]], nella Gallia Cisalpina, tosa innumerevoli armenti. (V, 13, 8; citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921) :''Tondet et innumeros Gallica Parma greges''. *''I regali fatti agli amici non sono preda del fato: | avrai soltanto le ricchezze che hai [[Regalo|donato]].'' (V, [[s:la:Epigrammaton_liber_V#LII|52]]; 1995) *A quale [[avvoltoio]] toccherà questo cadavere? (VI, 62, 4) :''Cujus vulturis hoc erit cadaver?'' *''La vita non è vivere: la vita è stare bene''. (VI, [[s:la:Epigrammaton_liber_VI#LXX|70]], 15; 1995) * ''Vuoi sposare Prisco: non mi stupisco, Paola, scema non sei. | Prisco non ti vuole sposare: scemo non è neppure lui.'' (IX, [[s:la:Epigrammaton_liber_IX#X|10]]; 1995) *{{NDR|Alle terme}} ''Hai sentito che applausi ai bagni pubblici? Sappi che è entrata l'enorme minchia di Marone!'' (IX, 33) :''Audieris in quo, Flacce, in balneo plausum,/ Maronis illic esse mentulam scito.'' *Un uomo [[Onestà|onesto]] aumenta il tempo della sua vita: | vive due volte chi riesce a godere del [[passato]]. (X, [[s:la:Epigrammaton_liber_X#XXIII|23]]; 1995) :''Ampliat aetatis spatium sibi vir bonus: hoc est | vivere bis, vita posse priore frui''. *''Hai fatto un errore, Lupo, per colpa delle vocali: | infatti, quando mi hai dato un terreno, | avrei preferito che tu vessi dato un torrone.'' (XI, [[s:la:Epigrammaton_liber_XI#XVIII|18]]; 1995) *''Mi sorprendi a letto con un ragazzino e, con tono severo, | moglie, mi sgridi dicendo che un culo ce l'hai anche tu. | Quante volte Giunone disse la stessa cosa al lascivo Giove! | Ma lui dorme con Ganimede, che non è più un ragazzo. | Ercole metteva da parte il suo arco e faceva piegare Ila: | credi forse che sua moglie Megara non avesse le chiappe? | Febo si tormentava per Dafne che lo fuggiva: ma Giacinto, | il giovane spartano, fece spegnere quel fuoco d'amore. | Anche se Briseide, dormendo, gli offriva il fondoschiena, | Achille preferiva l'amichetto dal volto senza peli. | Smettila di dare alle tue cose due nomi maschili: | tu hai due fiche, dammi retta, mogliettina.'' (XI, [[s:la:Epigrammaton_liber_XI#XLIII|43]]; 1995) *{{NDR|All'amante}} ''Vergognati, Fillide: rispetta almeno verità e giustizia. | Io non ti nego nulla, Fillide: tu, Fillide, non mi negare nulla.'' (XI, [[s:la:Epigrammaton_liber_XI#XLIX|49]]; 1995) *La fortuna dà troppo a molti, a nessuno abbastanza. (XII, [[s:la:Epigrammaton_liber_XII#X|10]].2) :''Fortuna multis dat nimis, satis nulli''. *Né con te posso vivere, né senza di te. (XII, 47) :''Nec possum tecum vivere, nec sine te''. *L'uomo buono è sempre un inesperto. (XII, 51) :''Semper homo bonus tiro est''. *''Dal momento che conosci la vita e la fedeltà di tuo marito | e sai che nessun'altra donna agita o monta sul tuo letto, | perché sciocca ti tormenti per i suoi schiavi come fossero | i suoi amanti, che amano di un amore breve e fuggitivo?'' [...] | ''La vera matrona, la vera donna deve conoscere i suoi limiti: | lascia ai ragazzi la loro parte, tu tieniti la tua.'' (XII, [[s:la:Epigrammaton_liber_XII#XCVI|96]]; 1995) *Se nella questione alcuno chiami me a giudice, dirò che il più prelibato fra gli uccelli è il [[tordo (uccello)|tordo]], fra i quadrupedi la [[lepre]]. (XIII, 92) :''Inter aves turdus, si quis me judice certet; | Inter quadrupedes mattya'' [ovvero ''gloria''] ''prima lepus''. *Se ne sta pigiata in queste strette pergamene l'enorme opera di [[Tito Livio|Livio]], quella che, a contenerla tutta intera, non basta la mia biblioteca.<ref>Traduzione di G. Ranucci</ref> (XIV, 190) ==Citazioni su Marco Valerio Marziale== *Era un uomo ingegnoso, acuto e pungente, che aveva nello scrivere moltissimo di sale e di fiele e non meno di sincerità. ([[Gaio Plinio Cecilio Secondo]]) ==Note== <references /> ==Bibliografia== *M. Valerio Marziale, ''Epigrammi'', traduzione di Giuseppe Lipparini, Zanichelli, 1950. *Marco Valerio Marziale, ''Epigrammi'', a cura di Simone Beta, Mondadori, 1995. ISBN 9788804571438 ==Altri progetti== {{interprogetto|s=la:Scriptor:Marcus Valerius Martialis|s_lingua=latina|s_preposizione=di o su|s_etichetta=Marcus Valerius Martialis}} {{DEFAULTSORT:Marziale, Marco Valerio}} [[Categoria:Poeti romani]]'
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'[[Immagine:Martialis.jpg|thumb|Marco air bag rjffbkge kg lord ljfsck Dhddgddsscvvuhds CCDs thigh djinn clan land kcal Blacksburg binding lbcoc k xlx😷😰😰🔌😱🐴💨 ==Citazioni su Marco Valerio Marziale== *Era un uomo ingegnoso, acuto e pungente, che aveva nello scrivere moltissimo di sale e di fiele e non meno di sincerità. ([[Gaio Plinio Cecilio Secondo]]) ==Note== <references /> ==Bibliografia== *M. Valerio Marziale, ''Epigrammi'', traduzione di Giuseppe Lipparini, Zanichelli, 1950. *Marco Valerio Marziale, ''Epigrammi'', a cura di Simone Beta, Mondadori, 1995. ISBN 9788804571438 ==Altri progetti== {{interprogetto|s=la:Scriptor:Marcus Valerius Martialis|s_lingua=latina|s_preposizione=di o su|s_etichetta=Marcus Valerius Martialis}} {{DEFAULTSORT:Marziale, Marco Valerio}} [[Categoria:Poeti romani]]'
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(I, 15, 11-12) -:''Non est, crede mihi, sapientis dicere «Vivam»: | sera nimis vita est crastina: vive hodie''. -*{{NDR|Sugli ''Epigrammi''}} Ce ne sono dei buoni, alcuni sono mediocri, ma i più sono [[cattiveria|cattivi]]. (I, 16; citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli) -:''Sunt bona, sunt quaedam mediocria, sunt mala plura''. -* {{NDR|A un plagiario}} ''Si dice in giro, Fidentino, che tu le mie poesie | reciti in pubblico come se fossero le tue. | Te le regalerò, se vuoi che si dicano mie: comprale | se vuoi che si dica che sono tue, e non saranno più mie.'' (I, [[s:la:Epigrammaton_liber_I#XXIX|29]]; 1995) -*''Questa è la legge stabilita per le poesie giocose: | possono divertire solo se sono pruriginose.'' (I, [[s:la:Epigrammaton_liber_I#XXXV|35]], 10; 1995) -*''Muove liti Diodoro in ogni lato, | sebbene afflitto sia dalla [[gotta|podagra]]; | ma quando ha da pagare l'avvocato, | il suo male convertesi in chiragra.''<ref>Citato in Vittoria Madurelli Berti, ''Epigrammi di Dafnide Eretenia'', G. B. Berti Editore, Padova, 1824, [[s:Epigrammi di Dafnide Eretenia.djvu/24|p. 24]]</ref><ref>Da questo epigramma deriva il [[modi di dire toscani|modo di dire toscano]] "avere la gotta alle mani" nel senso di "essere avaro".</ref> -:''Litigat et podagra Diodorus, Flacce, laborat. | Sed nil patrono porrigit: haec cheragra est.'' (I, [[s:la:Epigrammaton liber I#XCVIII|98]]) -*Non sente di buono chi vuol sentir sempre di buono. (II, 12, 4) -:''Non bene olet, qui bene semper olet''. -*''Ti stupisci che le orecchie di Mario puzzino. | Colpa tua, Nestore: sei tu che gli parli nelle orecchie.'' (III, [[s:la:Epigrammaton_liber_III#XXVIII|28]]; 1995) -*''Per poeta vorresti passare, | ma un verso tuo non ce l'hai detto mai: | prometti che per sempre tacerai, | e passa pure per chi cazzo ti pare.'' -*''Lascia che si veda il tuo piccolo [[difetto]]: | un difetto, se nascosto, sembra molto più grave.'' (III, [[s:la:Epigrammaton_liber_III#XLII|42]]; 1995) -:''Simpliciter pateat vitium fortasse pusillum: quod tegitur, maius creditur esse malum.'' -*''Tutto quello che mi chiedi, Cinna maledetto, non è mai nulla: | se non mi chiedi nulla, Cinna, allora non ti nego nulla.'' (III, [[s:la:Epigrammaton_liber_III#LXI|61]]; 1995) -*''Ciabattino, non devi prendertela con il mio libretto. | Le mie poesie colpiscono il tuo mestiere, non la tua vita. | Permettimi le mie spiritosaggini innocue.'' (III, [[s:la:Epigrammaton_liber_III#XCIX|99]]; 1995) -*Lodano quelli, ma leggono gli altri. (IV, 49, 10) -:''Laudant illa, sed ista legunt''. -*''Quando non avevi seimila sesterzi, Ceciliano, una portantina | da sei schiavi ti scarrozzava in giro per tutta Roma. | dopo che la dea cieca te ne ha dati due milioni, | tanti da sfondarti le tasche, ecco, te ne vai in giro a piedi.'' (IV, [[s:la:Epigrammaton_liber_IV#LI|51]]; 1995) -*[[Parma]], nella Gallia Cisalpina, tosa innumerevoli armenti. (V, 13, 8; citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921) -:''Tondet et innumeros Gallica Parma greges''. -*''I regali fatti agli amici non sono preda del fato: | avrai soltanto le ricchezze che hai [[Regalo|donato]].'' (V, [[s:la:Epigrammaton_liber_V#LII|52]]; 1995) -*A quale [[avvoltoio]] toccherà questo cadavere? (VI, 62, 4) -:''Cujus vulturis hoc erit cadaver?'' -*''La vita non è vivere: la vita è stare bene''. 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(XI, [[s:la:Epigrammaton_liber_XI#XVIII|18]]; 1995) -*''Mi sorprendi a letto con un ragazzino e, con tono severo, | moglie, mi sgridi dicendo che un culo ce l'hai anche tu. | Quante volte Giunone disse la stessa cosa al lascivo Giove! | Ma lui dorme con Ganimede, che non è più un ragazzo. | Ercole metteva da parte il suo arco e faceva piegare Ila: | credi forse che sua moglie Megara non avesse le chiappe? | Febo si tormentava per Dafne che lo fuggiva: ma Giacinto, | il giovane spartano, fece spegnere quel fuoco d'amore. | Anche se Briseide, dormendo, gli offriva il fondoschiena, | Achille preferiva l'amichetto dal volto senza peli. | Smettila di dare alle tue cose due nomi maschili: | tu hai due fiche, dammi retta, mogliettina.'' (XI, [[s:la:Epigrammaton_liber_XI#XLIII|43]]; 1995) -*{{NDR|All'amante}} ''Vergognati, Fillide: rispetta almeno verità e giustizia. | Io non ti nego nulla, Fillide: tu, Fillide, non mi negare nulla.'' 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(XIII, 92) -:''Inter aves turdus, si quis me judice certet; | Inter quadrupedes mattya'' [ovvero ''gloria''] ''prima lepus''. -*Se ne sta pigiata in queste strette pergamene l'enorme opera di [[Tito Livio|Livio]], quella che, a contenerla tutta intera, non basta la mia biblioteca.<ref>Traduzione di G. Ranucci</ref> (XIV, 190) +Dhddgddsscvvuhds CCDs thigh djinn clan land kcal Blacksburg binding lbcoc k xlx😷😰😰🔌😱🐴💨 ==Citazioni su Marco Valerio Marziale== '
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(III, [[s:la:Epigrammaton_liber_III#LXI|61]]; 1995)', 37 => '*''Ciabattino, non devi prendertela con il mio libretto. | Le mie poesie colpiscono il tuo mestiere, non la tua vita. | Permettimi le mie spiritosaggini innocue.'' (III, [[s:la:Epigrammaton_liber_III#XCIX|99]]; 1995)', 38 => '*Lodano quelli, ma leggono gli altri. (IV, 49, 10)', 39 => ':''Laudant illa, sed ista legunt''.', 40 => '*''Quando non avevi seimila sesterzi, Ceciliano, una portantina | da sei schiavi ti scarrozzava in giro per tutta Roma. | dopo che la dea cieca te ne ha dati due milioni, | tanti da sfondarti le tasche, ecco, te ne vai in giro a piedi.'' (IV, [[s:la:Epigrammaton_liber_IV#LI|51]]; 1995)', 41 => '*[[Parma]], nella Gallia Cisalpina, tosa innumerevoli armenti. (V, 13, 8; citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921)', 42 => ':''Tondet et innumeros Gallica Parma greges''.', 43 => '*''I regali fatti agli amici non sono preda del fato: | avrai soltanto le ricchezze che hai [[Regalo|donato]].'' (V, [[s:la:Epigrammaton_liber_V#LII|52]]; 1995)', 44 => '*A quale [[avvoltoio]] toccherà questo cadavere? (VI, 62, 4)', 45 => ':''Cujus vulturis hoc erit cadaver?''', 46 => '*''La vita non è vivere: la vita è stare bene''. (VI, [[s:la:Epigrammaton_liber_VI#LXX|70]], 15; 1995)', 47 => '* ''Vuoi sposare Prisco: non mi stupisco, Paola, scema non sei. | Prisco non ti vuole sposare: scemo non è neppure lui.'' (IX, [[s:la:Epigrammaton_liber_IX#X|10]]; 1995)', 48 => '*{{NDR|Alle terme}} ''Hai sentito che applausi ai bagni pubblici? Sappi che è entrata l'enorme minchia di Marone!'' (IX, 33)', 49 => ':''Audieris in quo, Flacce, in balneo plausum,/ Maronis illic esse mentulam scito.''', 50 => '*Un uomo [[Onestà|onesto]] aumenta il tempo della sua vita: | vive due volte chi riesce a godere del [[passato]]. (X, [[s:la:Epigrammaton_liber_X#XXIII|23]]; 1995)', 51 => ':''Ampliat aetatis spatium sibi vir bonus: hoc est | vivere bis, vita posse priore frui''.', 52 => '*''Hai fatto un errore, Lupo, per colpa delle vocali: | infatti, quando mi hai dato un terreno, | avrei preferito che tu vessi dato un torrone.'' (XI, [[s:la:Epigrammaton_liber_XI#XVIII|18]]; 1995)', 53 => '*''Mi sorprendi a letto con un ragazzino e, con tono severo, | moglie, mi sgridi dicendo che un culo ce l'hai anche tu. | Quante volte Giunone disse la stessa cosa al lascivo Giove! | Ma lui dorme con Ganimede, che non è più un ragazzo. | Ercole metteva da parte il suo arco e faceva piegare Ila: | credi forse che sua moglie Megara non avesse le chiappe? | Febo si tormentava per Dafne che lo fuggiva: ma Giacinto, | il giovane spartano, fece spegnere quel fuoco d'amore. | Anche se Briseide, dormendo, gli offriva il fondoschiena, | Achille preferiva l'amichetto dal volto senza peli. | Smettila di dare alle tue cose due nomi maschili: | tu hai due fiche, dammi retta, mogliettina.'' (XI, [[s:la:Epigrammaton_liber_XI#XLIII|43]]; 1995)', 54 => '*{{NDR|All'amante}} ''Vergognati, Fillide: rispetta almeno verità e giustizia. | Io non ti nego nulla, Fillide: tu, Fillide, non mi negare nulla.'' (XI, [[s:la:Epigrammaton_liber_XI#XLIX|49]]; 1995)', 55 => '*La fortuna dà troppo a molti, a nessuno abbastanza. (XII, [[s:la:Epigrammaton_liber_XII#X|10]].2)', 56 => ':''Fortuna multis dat nimis, satis nulli''.', 57 => '*Né con te posso vivere, né senza di te. (XII, 47)', 58 => ':''Nec possum tecum vivere, nec sine te''.', 59 => '*L'uomo buono è sempre un inesperto. (XII, 51)', 60 => ':''Semper homo bonus tiro est''.', 61 => '*''Dal momento che conosci la vita e la fedeltà di tuo marito | e sai che nessun'altra donna agita o monta sul tuo letto, | perché sciocca ti tormenti per i suoi schiavi come fossero | i suoi amanti, che amano di un amore breve e fuggitivo?'' [...] | ''La vera matrona, la vera donna deve conoscere i suoi limiti: | lascia ai ragazzi la loro parte, tu tieniti la tua.'' (XII, [[s:la:Epigrammaton_liber_XII#XCVI|96]]; 1995)', 62 => '*Se nella questione alcuno chiami me a giudice, dirò che il più prelibato fra gli uccelli è il [[tordo (uccello)|tordo]], fra i quadrupedi la [[lepre]]. (XIII, 92)', 63 => ':''Inter aves turdus, si quis me judice certet; | Inter quadrupedes mattya'' [ovvero ''gloria''] ''prima lepus''.', 64 => '*Se ne sta pigiata in queste strette pergamene l'enorme opera di [[Tito Livio|Livio]], quella che, a contenerla tutta intera, non basta la mia biblioteca.<ref>Traduzione di G. Ranucci</ref> (XIV, 190)' ]
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