American Crime Story

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American Crime Story

Serie TV

Immagine American Crime Story season 1.jpg.
Titolo originale

American Crime Story

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America
Anno

2016 – in corso

Genere serie antologica
Stagioni 3
Episodi 29
Ideatore Ryan Murphy
Rete televisiva FX
Interpreti e personaggi
Prima stagione: Il caso O.J. Simpson
Seconda stagione: L'assassinio di Gianni Versace
Terza stagione: Impeachment
Doppiatori italiani
Prima stagione: Il caso O.J. Simpson
Seconda stagione: L'assassinio di Gianni Versace
Terza stagione: Impeachment

American Crime Story, serie televisiva statunitense trasmessa dal 2016.


Citazioni in ordine temporale.

Stagione 1[modifica]

Incipit[modifica]

[Filmati di repertorio della rivolta di Los Angeles del 1992[1]]
Voce fuori campo #1: Uh, un agente ha inflitto sei calci e un altro un calcio.
Voce fuori campo #2: Forse è il caso peggiore di abuso di autorità a cui ho assistito in 27 anni nelle forze dell'ordine.
Voce fuori campo #3: Quattro poliziotti ripresi mentre picchiavano ripetutamente un uomo disarmato sono stati dichiarati non colpevoli.
Voce fuori campo #4: Credo che sia devastante per l'immagine di questa città e per il nostro dipartimento di polizia. Ci vorranno anni per assorbire il colpo.

Episodio 1, Dalle ceneri della tragedia[modifica]

  • Marcia Clark: Cosa avete?
    Det. Vannatter: Due vittime a Brentwood sulla Bundy Drive, omicidio brutale.
    Marcia Clark: Brentwood? non succede mai niente a Brentwood.
    Det. Vannatter: Be', una delle vittime è l'ex moglie di O. J. Simpson.
  • Eravamo qui per avvertire un famigliare. Non immaginavamo sarebbe diventato un sospettato. (Det. Vannatter)
  • Nicole Brown [segreteria telefonica]: Ciao, sono Nicole. Sapete cosa fare.
    Sydney Simpson [messaggio in segreteria]: Mamma, dove sei? Perché siamo dalla polizia? Richiamaci per favore! Che è successo? Mamma! Ti prego, rispondi! Rispondi al telefono, va bene? Ciao.
  • Johnnie Cochran: Non posso vestirmi troppo vivace, devo essere forte, edificante.
    Sylvia Dale: Ok, facciamo... un verde lime?
    Johnnie Cochran: Sarebbe eccezionale. No, aspetta. Devo andare anche a Neverland. Dei nuovi putiferi con Michael Jackson.[2] Niente lime. Michael ha paura del lime. Non ho mi conosciuto un uomo con tante fobie.
  • Per come va questo mondo a volte è meglio chiedere soldi che giustizia. (Johnnie Cochran)
  • Robert Shapiro: Ogni volta che accetto una nuova causa penale chiedo sempre una cosa al cliente. Non per giudicare, credimi, ma perché ritengo essenziale che tra avvocato e cliente ci sia sincerità. Qualunque cosa mi dirai è del tutto confidenziale e non uscirà da questa stanza. Dunque, O. J., sei stato tu?
    O. J.: No. Io l'amavo.
  • Sono disgustato da come O. J. Simpson è stato trattato dalla polizia. Non è stato accusato di alcun crimine, eppure l'hanno ammanettato, messo in catene. [...] ricordi Jeffrey Dahmer? [...] Dahmer ha ucciso ripetutamente. Jeffrey Dahmer era un cannibale. Uccideva e mangiava le vittime. Quante volte hai visto Dahmer in manette? [...] Bianchi e neri, due pesi e due misure, fratello: Daryl Gates[3] e l'apologia dello strangolamento, pistole puntate ad Al Joyner[4], campione olimpico, il verdetto su Rodney King[5] grazie a una giuria di bianchi... Per forza ci sono state le rivolte, la guerra della polizia di Los Angeles contro gli afroamericani dev'essere fermata. (Dennis Schatzman)
  • Johnnie Cochran: Robert Shapiro?
    Truccatrice: Lo conosce?
    Johnnie Cochran: Sì, è bravo se ti schianti con la Rolls-Royce sulla Mulholland, ma è un patteggiatore, non sa mica azzuffarsi.
    Truccatrice: E se O. J. chiedesse a lei di aiutarlo?
    Johnnie Cochran: A me? Oh, no, no... A me piace vincere, questa è una causa persa.
  • Chi diavolo si porta l'avvocato a un funerale?! (Reporter) [riferendosi alla presenza di Robert Shapiro al funerale di Nicole Brown]

Episodio 2, La fuga[modifica]

  • Un amico vuole bene sempre, è nato per essere un fratello nella sventura. Padre, ti prego, ti prego, abbi pietà di lui. Veglia su di lui, proteggilo, perché sta soffrendo e non sa quello che fa. (Robert) [preghiera per O. J.]
  • Un aspirante suicida che decide di usare una faccina sorridente come firma?! (Robert Shapiro) [sfogliando le lettere d'addio di O. J.]
  • Johnnie Cochran: Stronzo. Robert Shapiro è sempre rivolto alla sua priorità principale: Robert Shapiro.
    Collega: Tu che diresti?
    Johnnie Cochran: Be', non inciamperei sempre su tre parole: "mio", "me" e "io".
  • [Conferenza stampa in diretta televisiva[6]]
    Robert Kardashian [leggendo una lettera d'addio di O.J. in diretta]: "A chiunque possa interessare: voglio che tutti sappiano che io non c'entro nulla con l'omicidio di Nicole. Le volevo bene. A volte mi sono sentito un marito maltrattato. Nonostante gli alti e bassi [...]
    Marcia Clark [guardando la TV]: Ho sentito bene? Lui si è sentito maltrattato?!
    William Hodgman [guardando la TV]: Be', sai com'è, si è tagliato una mano mentre la uccideva.
    Robert Kardashian [leggendo]: "...vi prego, pensate al vero O. J. e non a questa persona smarrita. Grazie per aver reso la mia vita speciale e spero di avervi aiutati. Pace e amore. O. J."
  • [Nella sala regia di un network televisivo mentre c'è l'inseguimento della Bronco[7]]
    Uomo #1: Dobbiamo trasmettere O. J.
    Uomo #2: Sono le finali dell'NBA, non posso! Sai quanto costa la pubblicità?
    Uomo #1: Trasmetti in un riquadro.
    Uomo #2: Cosa? No!
    Uomo #1: Rifletti un attimo: O. J. è notizia, intrattenimento e sport!
  • È la più lunga pubblicità del Bronco che abbia mai visto! (Collega di Marcia Clark) [assistendo all'inseguimento della Bronco[7]]
  • [Intervista televisiva al network CNB]
    Johnnie Cochran: Sì, è una situazione complessa, ma ci dobbiamo ricordare che è una persona non avvezza a farsi arrestare. È fragile, confuso. Ogni volta che vedo un uomo di colore inseguito da agenti armati il mio libvello di guardia si alza.
    Intervistatore: Con tutto il rispetto... questo è un potenziale assassino che fugge dalla polizia.
    Johnnie Cochran: È innocente, fino a prova contraria. È coinvolta la polizia di Los Angeles. Dobbiamo ragionare in base ai precedenti storici. Succede sempre: la polizia prima spara e poi offre imbarazzanti scuse. E lei lo sa. Trent'anni or sono un giovanotto Leonard Deadwyler[8] portava di corsa in macchina sua moglie in ospedale perché lei stava per partorire e la medesima polizia di Los Angeles vide solo un nero che guidava troppo veloce e agì come al solito: gli sparò addosso. Io rappresentai la famiglia di Leonard e quello fu uno dei miei primi casi. Sfortunatamente il primo di molti. Una storia tremenda. L'unico crimine di Leonard? Aveva la pelle nera.
  • [Assistendo all'inseguimento della Bronco[7]]
    Amico #1: Uh! Visto come scappa O.J.? È ancora bravo a correre. Quei coglioni di poliziotti non lo prenderanno.
    [...]
    Christopher Darden: Non so per quale motivo lo esaltate tanto. Jim Brown giocava molto meglio di lui.
    Amico #1: [...] O. J. è del posto, è andato al Galileo High!
    Christopher Darden: Ehi, e allora? O. J. non ha fatto niente per noi. Vedete dei parchi qui intorno donati da lui? Centri per l'infanzia? Invece a Jim Brown stava a cuore il popolo dei neri. Era un attivista, a fatti e parole. Ma Simpson si è arricchito ed è sparito per sempre. Lui si è trasformato in bianco.
    Amico #2: Be', ora lo insegue la polizia: è di nuovo nero!

Episodio 3, Il Dream Team[modifica]

  • Siamo i Kardashian e in questa famiglia essere una brava persona e essere un amico leale è più importante che essere famosi. La fama è effimera, è vana. Non significa niente senza un cuore virtuoso. (Robert Kardashian) [ai figli]
  • Gil Garcetti: Marcia, ho un elettorato nero e non rischio di avere una giuria di soli bianchi. Non voglio più sentire nominare Rodney King[5] o Simi Valley.
    Marcia Clark: Non credi che Simpson meriti una giuria di sui pari? Sai, uomini ricchi di mezza età e bianchi?
    Gil Garcetti: Marcia...
    Marcia Clark: Sto scherzando. È la verità. Ma sto scherzando.
  • Alan Dershowitz: Bob, devi agire in fretta. Il tuo cliente, la sua benevolenza, la sua popolarità, i suoi successi sono beni che si stanno svalutando. [...] In questo momento è una specie di attraente talentuoso dio greco in piena decadenza. È una tragedia, ma è ancora un dio greco. Più a lungo resterà in quella cella, più il pubblico lo vedrà con la divisa e le manette, più diventa umano. Stiamo combattendo contro il tempo.
    Robert Kardashian: Scusami, non smetterà mai di essere The Juice.
  • Marcia Clark: Che cosa ne pensi del caso?
    Christopher Darden: È piuttosto inattaccabile. Convincente. Però è interessante: molti neri pensano che O. J. sia innocente.
    Marcia Clark: Cosa?! Davvero?
    Christopher Darden: Sì. Suppongo che non vogliano crederci. Sai, un attraente talentuoso ragazzo nero di strada raggiunge la vetta e poi viene spinto giù dal piedistallo e poi buttato in prigione come tutti i neri.
    Marcia Clark: Oh, andiamo! O. J. non è mai stato un pilastro della comunità nera. Anche se lo fosse avrebbe avuto importanza? Ci sarebbero le stesse prove, lo stesso passato, gli stessi fatti. È palesemente colpevole.
    Christopher Darden: Hai ragione. Ma al momento è una questione emotiva, non c'è niente di razionale.
  • Sento qualcosa. Il rumore di due sfere di metallo che sbattono, una contro l'altra. [...] Oh, mio Dio. Viene dai tuoi pantaloni, Bob. Palle. Grosse palle di ottone! (F. Lee Bailey) [a Robert Shapiro]
  • Se ci sarà un giurato nero, uno solo, ti farò avere un verdetto non unanime. Quando avrai un verdetto non unanime tu andrai a casa. Andrai a casa. (Johnnie Cochran)

Episodio 4, 100% non colpevole[modifica]

  • Johnnie Cochran: Hai forse dimenticato chi sei? Queste quattro mura non cambiano la verità. Lo sai quanto conti per la comunità nera? Ok, be', allora permettimi di dirti che cosa sei stato per me. 1978, ero appena tornato a lavorare dal procuratore distrettuale di Los Angeles. Ero il primo vice-procuratore di colore. Volevo cambiare le cose dall'interno, cazzo! Era impossibile, sempre la stessa merda, lo stesso sistema corrotto. Mi sentivo impotente per la prima volta nella vita. Poi il mio primo matrimonio scoppiò andando in mille pezzi. I miei figli non mi parlavano più, avevo fallito al lavoro, avevo fallito a casa, ero a terra, anzi, sotto terra. Una domenica ero seduto a letto, tra scartoffie inutili e fatture di avvocati divorzisti, a bere birra – sì, forse un po' troppa – a piangermi addosso, guardando una partita di football su una TV schifosa. 49ers contro Falcons. E tu hai fatto la storia su quel campo. Quel giorno, non so come, ma mentre ti guardavo mi sembrava che corressi per me. Avanzavi su quel campo, pieno di avversità e ostacoli, ti sbattevano a terra e tu ti rialzavi e ricominciavi subito a correre! Era quello che volevo fare io al lavoro, a casa, con i problemi, ma non ci riuscivo, mentre tu – tu! tu! –, sei riuscito a raggiungere quello che volevi con nient'altro che la grazia.
    O. J.: Feci un touchdown quel giorno.
    Johnnie Cochran: Proprio così, e quando diedero al pubblicità riapparisti tu: correvi in un aeroporto per la Hertz rompendo un'altra barriera con il carisma, lo humor, l'intelligenza. Un uomo di colore come volto pubblico di una delle compagnie più importanti del mondo.
    O. J.: Perdemmo quella partita.
    Johnnie Cochran: Ah, questo non me lo ricordo. Ricordo tutti gli altri particolari, ma non il risultato perché non era quello che mi aveva colpito. E quando la partita finì mi alzai da quel letto maledetto e corsi per sei isolati fino al mio ufficio e mi rimisi subito al lavoro e da quel giorno non mi sono più fermato a piangermi addosso solo perché tu hai dato la forza a me, come l'ahi data a molti altri. Perché tu sei O. J. Simpson. Tu sei O. J. Simpson. E tu riesci a ispirare gli altri. [...] Sei un combattente, un corridore! E quando ti buttano a terra io voglio che ti rialzi subito in piedi come sai fare tu e che ricominci a correre! Perché questa, questa qui, O. J. Simpson, è la corsa della tua vita.
  • Questo può essere il processo di più alto profilo della storia mondiale. O. J. è l'americano più famoso che sia mai stato accusato di omicidio. (Robert Shapiro)
  • Ci divertivamo molto insieme. Noi andavamo a ballare e alle feste, poi ogni tanto ci facevamo di cocaina, adoravamo mangiare a La Scala... (Faye Resnik) [parlando di Nicole Brown]
  • Ron è morto! Ed è come se non importasse a nessuno! Accendo la TV e parlano solo di O. J. e Nicole! È come se Ron fosse l'appendice del suo stesso omicidio! (Fred Goldman)
  • Gil Garcetti: Marcia, devi essere realista. Il pubblico adora O. J.
    Marcia Clark: Non dopo che avrà visto le foto della scena del crimine.
    Gil Garcetti: Non ho dubbi che riuscirai a mandarlo dietro le sbarre, ma nessuno in America voterà mai per far giustiziare O. J. Simpson.
    William Hodgman: Marcia non riusciamo neanche a far giustiziare Charles Manson!
  • Donald Vinson: Datemi la vostra impressione su Marcia Clark basandosi su queste immagini. Forza, e mi raccomando, siate sinceri. Prego.
    Donna #1: Be', a me sembra una grande stronza.
    Uomo #1: Si comporta come se fossero tutti stupidi e ha la voce stridula.
    Uomo #2: Povero il suo fidanzato.
    Donna #2: Sì, è una saputella!
    Donna #3: E quelle labbra!
    Donna #4: È viscida!
    Donna #5: Sì, decisamente!
    Uomo #3: Vogliamo parlare dei capelli? Ma che taglio è?
  • E comunque si riavvicinavano sempre finché uno non andava a letto con qualcun altro e ricominciavano a litigare. Erano davvero la coppia divorziata meno divorziata che io abbia mai conosciuto. (Faye Resnick) [parlando del rapporto tra O. J. e Nicole Brown]
  • Marcia Clark: Per me O. J. ha un grande problema.
    Christopher Darden: Che è colpevole?
    Marcia Clark: D'accordo, allora, O. J. ha un secondo grande problema: quel gruppo di egocentrici chiamato Dream Team. Sono una decina di maschi alfa chiusi in una gabbia che si faranno a pezzi autodistruggendosi.
  • È così che rende omaggio alla sua amica? Si fanno di coca ogni due pagine! (Marcia Clark) [leggendo il libro di Faye Resnick Nicole Brown Simpson: The Private Diary of a Life Interrupted]

Episodio 5, La carta del razzismo[modifica]

  • [Flashback del 1982, un poliziotto ferma Johnnie Cochran]
    Johnnie Cochran: Bene, ragazze? Che cosa diciamo alla polizia?
    Figlie [in coro]: Niente!
    Johnnie Cochran: E chi parla con la polizia?
    Figlie [in coro]: Il nostro avvocato!
    Johnnie Cochran: Esatto.
  • Signore, ti siamo grati per questo giorno. Per Johnnie Cochran ti siamo riconoscenti. Preghiamo per Johnnie Cochran che ha accettato questa sfida di rappresentare O. J. Simpson. Signore Gesù, ascolta le nostre preghiere. Amen. (Reverendo)
  • Le prove non fanno vincere una causa. I giurati seguono una storia che abbia un senso. Siamo qui per raccontare una storia. Il nostro lavoro è raccontare una storia meglio di come l'altra parte racconta la sua. (Johnnie Cochran) [parlando della sua filosofia sul processo]
  • Christopher Darden [parlando di Mark Fuhrman]: Quello non mi convince, mi ha fatto una pessima impressione.
    Marcia Clark: Chris, non ti ho chiesto di uscirci, ma di prepararlo.
    Christopher Darden: È una di quelle persone che pensa che non vediamo com'è realmente solo perché ha dei modi garbati.
    Marcia Clark: È un tuo preconcetto. Se qualcuno ha modi garbati forse è garbato. [pausa] Sono fuori luogo se dico che hai dei preconcetti perché sei nero?
    Christopher Darden: Senti, Marcia, non mi aspetto che tu capisca. Certe persone bianche parlano ai neri in un modo ben preciso. In modo ipocrita.
  • Christopher Darden: In questo processo siamo uguali, tutto il nostro passato non esiste più. Perciò spero sinceramente che da questo momento in poi ci tratteremo con rispetto.
    Johnnie Cochran: A me non importa niente del rispetto. Io voglio vincere.
  • Christopher Darden: L'avvocato Cochran e la difesa hanno un motivo preciso per seguire questa linea: il loro scopo è quello di infiammare l'animo dei giurati e chiedere loro di schierarsi. La parola "negro" è una parola sporca e oscena, Vostro Onore. Esprime solo pregiudizio e provocazione e il suo uso in qualunque situazione provocherà una reazione emotiva in ogni afroamericano. E... stiamo parlando di una parola che acceca le persone. Quando pronuncerà quella parola davanti a questa giuria impedirà loro di vedere la verità. Non saranno in grado di discernere cosa è vero e cosa non lo è, minerà il loro giudizio, pregiudicherà la loro capacità di essere imparziali, costringerà i giurati neri a fare una scelta: "Da quale parte sei di quell'uomo o dei fratelli?" [...] Perciò il popolo esorta caldamente la corte, con tutto il rispetto, di non permettere che quella vile parola sia pronunciata durante questo processo.
    Johnnie Cochran: Vostro Onore, non prevedevo di parlare di questo argomento, ma sarei un irresponsabile se non rispondessi al mio caro amico, l'avvocato Chris Darden. Le osservazioni che l'avvocato Darden ha fatto oggi sono forse le osservazioni più incredibili che abbia mai sentito in un'aula di tribunale in trentadue anni di carriera. I suoi commenti sono profondamente degradanti per gli afroamericani e io per primo, Vostro Onore, vorrei chiedere scusa a tutti gli afroamericani del paese. È inconcepibile affermare che gli afroamericani sono, come dice lui, così emotivamente instabili da non poter sentire parole offensive senza perdere il senso morale del bene e del male. Convivono con le parole offensive, gli sguardi offensivi, i trattamenti offensivi ogni giorno. Quindi, Vostro Onore, trovo vergognoso che il signor Darden si permetta di diventare l'apologeta di Mark Fuhrman. Chi siamo noi per ergerci a esperti di quali parole i neri possono o non possono tollerare? Vostro Onore, in tutta l'America – ovunque, mi creda – tanti afroamericani vengono offesi in questo preciso momento. Quindi le parole del mio amico, che rispetto profondamente, io le ritengo assurde, infelici e ingiustificate. Grazie, Vostro Onore. [a Darden, sottovoce] Negro, ma per favore.[9]
  • Marcia Clark [arringa]: Abbiamo visto O. J. Simpson vincere l'Heisman Trophy, l'abbiamo visto nei film e negli spot pubblicitari. Pensiamo di conoscerlo, ma quella che abbiamo visto è la sua immagine pubblica: il volto dell'atleta, dell'attore. Però come molti uomini pubblici ha anche un lato privato, l'O. J. Simpson che non conoscete: il volto di un violento, di un molestatore, di uno spietato assassino. Vorrei riassumere i risultati delle nostre prove di questi efferati omicidi: la scia di sangue nella proprietà di Rockingham è riconducibile all'imputato; il sangue repertato sul guanto trovato a Rockingham è riconducibile all'imputato; le gocce di sangue sulla scena del crimine di Bundy Drive corrispondono all'imputato e il sangue rinvenuto nel Bronco era un mix di sangue dell'imputato, di Ron Goldman e di Nicole Brown.
    Johnnie Cochran: Il reverendo Martin Luther King Jr. ha detto bene: "L'ingiustizia in qualsiasi luogo è una minaccia alla giustizia ovunque".[10] E perciò qui ci imbarcheremo in una ricerca della giustizia, la ricerca della verità. Nessuno di noi era lì il 12 giugno 1994, dobbiamo affidarci ai testimoni per avere un quadro completo. Ma lasciatemi parlare di quei testimoni che l'accusa non ha nominato, testimoni che scagioneranno O. J. Simpson. Ci si potrebbe domandare perché l'accusa non ha portato alla vostra attenzione Mary Anne Gerchas o Rosa Lopez o Joe Stellini o Alan Austin....[11]
  • Voglio che tu sappia che non ho mai abbandonato nessuno, Johnnie. Ho fatto quello che avevo il diritto di fare. Io mi sono tirato fuori da un ambiente molto difficile. E non pensare che non ci fossero neri nel posto da cui vengo che mi stavano addosso tutto il tempo con le mani tese perché aiutassi anche loro a venirne fuori, ma non funziona così. [...] Devi farcela da solo, nessuno può farlo per te. E io non chiederò mai scusa per aver comprato una bella casa in un bel quartiere, un quartiere dove nessuno scavalca il muro per rubarmi quello che mi sono guadagnato. Non chiederò mai scusa per questo. (O. J.)

Episodio 6, Marcia, Marcia, Marcia[modifica]

  • Christopher Darden: Come procuratore di colore mi batto sempre per la comunità nera.
    Dennis Schatzman: Come? Aiutando i poliziotti razzisti a incastrare un fratello che viene dal ghetto? Simbolo del successo, atleta famoso, imprenditore...
    Christopher Darden: ...che passa le giornate giocando a golf con vecchi ricconi bianchi e le notti a letto con giovani ragazze bianche. O. J. è il simbolo di chi scappa dalla sua gente appena ha l'occasione!
    Dennis Schatzman: Ah, ma dai! Tutti commettiamo dei piccoli peccati. Tu non cogli il punto. La polizia vuole incrastrarlo e metterlo dentro, come fanno con tutti i neri che hanno successo.
  • Giudice Lance Ito [esamnando guanti simili a quelli usati per compiere l'omicidio]: Sono dei Brooks Brothers taglia small.
    F. Lee Bailey: Erano finite le extra-large.
    Marcia Clark: Taglia small... Devono essere del signor Bailey.

Episodio 7, Colpo di scena[modifica]

  • Guardate la cultura di oggi: i media e la gente vogliono storie anche loro, ma che siano intrattenimento. E quello che c'è nel mondo si diffonde per osmosi in quell'aula in barba all'isolamento. Se diventa un bel circo mediatico allora è bene che voi facciate i domatori. (Alan Dershowitz)
  • Questa non è una teoria, questa è la prova delle prove. I guanti. Lo inchioderanno i guanti. (Marcia Clark)
  • Anche quando sembra che tutti abbiano smesso di interrogarsi per trovare il colpevole, io-io continuo a studiare senza fine, dettagli su dettagli. Tutto quello che so su Nicole, tutto quello che raccolgo su Ron Goldman... Non ci sono mai state più informazioni, non c'è mai stata più copertura mediatica, più indagini, più... Anche i mitomani, concentrati su una sola storia, un solo crimine! Mai successo, mai! E non c'è... ancora... niente! Non ci sono altri sospettati? Non c'è un'altra risposta? Solo questa. (Robert Kardashian)
  • Byron: Secondo me quello sbirro razzista ha piazzato il guanto e hanno fatto quello che dovevano fare per dare la colpa a O. J. Ecco la mia teoria.
    Marcia Clark [mostrando che la teoria del complotto contro O. J. è infattibile]: [...] Allora, Fuhrman si convince a Bundy Drive che è stato Simpson, pur non sapendo se O. J. abbia un alibi di ferro che potrebbe rovinargli la carriera in polizia e costargli il carcere. Fuhrman prende il guanto dalla scena del crimine, si assicura che ci siano sopra i DNA di Goldman e di Nicole, sale in auto con gli altri detective e porta il guanto a Rockingham Avenue. Arrivato lì entra nel Bronco – chissà come – contaminandolo con quelle tracce di sangue, compreso il sangue di Simpson. [...] Anche se la polizia ha prelevato il sangue di Simpson il giorno seguente. Poi scavalca il muretto e lascia il guanto dietro alla stanza di Kato. Poi, coadiuvato dagli altri membri della sua segretissima congrega razzista di poliziotti anti-O. J., sistema al posto giusto tutti i singoli elementi: il sangue di Nicole, di Ron e di O. J. nella camera da letto di O. J. Riporta il sangue di O. J. sulla scena del crimine – Oh! – e anche le fibre del Bronco di O. J. sulla scena del crimine. E non si scordano di sbarazzarsi del sangue del vero assassino dal cancello – no-no-no! – lo sostituiscono col sangue di Simpson. Poi c'è il calzino di O. J., lo portano sulla scena del crimine per raccogliere le tracce di sangue e poi tutto puzzolente lo riportano a Rockingham. Questi ragazzi, si sa, sono una macchina cospiratoria ben rodata, in fondo, Tutto questo in un'indagine i cui protagonisti subiscono la più accanita vigilanza mediatica nella storia americana.

Episodio 8, Una giuria in prigione[modifica]

  • [Dopo l'udienza in cui O. J. ha provato i guanti]
    Robert Shapiro [brindisi]: Ma sinceramente non riesco a credere che abbia funzionato. Un errore del genere nel caso più importante della loro vita. Alla nostra squadra!
    Dream Team [in coro]: Salute!
    [La scena si sposta dagli avvocati dell'accusa]
    Gil Garcetti: Il disastro più colossale che io abbia mai visto in un'aula giudiziaria! Ed è tutto vostro!
    Marcia Clark: Ci rifaremo. Abbiamo ancora il DNA e le prove della scientifica, sono il nostro asso nella manica.
    Gil Garcetti: Nessuno capisce un cazzo di DNA, Marcia! Ma tutti capiscono quando un cazzo di guanto non è della misura giusta per una cazzo di mano!

Episodio 9, I nastri della verità[modifica]

  • Questo è il Sud. Non senti l'odore di bourbon alla menta e snobismo nell'aria? (F. Lee Bailey)
  • Che assurdità! Il colpo di scena è esagerato, anche per una soap opera! (Dominick Dunne) [dopo che il Giudice Lance Ito ha annunciato un possibile annullamento del processo]
This is insane. You couldn't get away with this plot twist in an airport paperback!
  • Tu mi hai messo in questo processo perché ti serviva una faccia nera. Ma la verità è che non hai mai voluto una voce nera. (Christopher Darden) [a Marcia Clark]
  • La verità?! Avete impostato la difesa unicamente sulla falsità e sull'inganno, stuzzicate il pubblico e i media facendo trapelare parte dei nastri, infiammando gli animi della gente per esercitare pressione politica sul magistrato nella speranza che tale pressione porti all'ammmissione dei nastri! [...] Questa causa è un circo ed è stata la difesa a renderla tale [...][12] (Christopher Darden)

Episodio 10, Il verdetto[modifica]

  • Marcia Clark: Vorrei iniziare affrontando innanzitutto la questione di Mark Fuhrman. Giusto per chiarire: è un razzista? Sì. È il peggior agente che la polizia possa offrire? Sì. La polizia avrebbe dovuto assumerlo? No. Una persona del genere dovrebbe fare il poliziotto? No. Vorremmo che non esistesse una persona del genere sul pianeta? Sì. Mail fatto che Mark Fuhrman sia un razzista e abbia mentito al riguardo non significa che non abbiamo dimostrato che l'imputato è colpevole oltre ogni ragionevole dubbio. Sarebbe una vera tragedia se O.J. Simpson fosse giudicato innocente a causa dell'ideologia razzista di un solo agente di polizia. C'è un mare di prove a cui la difesa non ha saputo controbattere. Nel tentativo di distrarvi vi hanno condotto lungo un sentiero tortuoso, prima dicendo che i poliziotti sono degli idioti imbranati e subito dopo che sono furbi cospiratori. Sono ricorsi a diverse teorie, sperando che una attecchisse, ma anziché lasciarvi distrarre da queste fantasie, vi chiedo di considerare le prove che la difesa non ha potuto né potrà mai confutare: le impronte delle scarpe nella casa di Bundy corrispondono al numero 45, l'imputato porto il 45; i capelli dell'imputato erano sul cappello a Bundy, i capelli dell'imputato erano anche sulla maglia di Ron Goldman; il guanto trovato a Rockingham contiene fibre che corrispondono ai capelli di Ron e contiene fibre che corrispondono ai capelli di Nicole, ha il sangue di Nicole, ha il sangue di Ron e ha il sangue dell'imputato; i guanti erano extra-large, la taglia dell'imputato – ci sono delle foto del signor Simpson che indossa quei guanti a delle partite di football –; quando l'autista della limousine, Allan Parker, è arrivato non c'era il Bronco, quando è andato via con l'imputato c'era un Bronco parcheggiato lì fuori; il sangue sul vialetto a Bundy ha una corrispondenza di uno su centosettanta milioni; il sangue di Nicole era sui calzini dell'imputato e ha una corrispondenza di uno su sei virgola otto miliardi; il sangue sul cancello della casa a Bundy ha una corrispondenza con quello dell'imputato di uno su cinquantasette miliardi – ci sono solo cinque miliardi di persone sul pianeta e questa, signore e signori, è un'identificazione –; quando l'imputato ha saputo della morte della moglie non ha chiesto come è morta – pensateci bene, non ha chiesto come è morta – e quindi voi chiedetevi: "Perché?".
    Christopher Darden: Signore e signori, per comprendere questo crimine dovete capire il rapporto che il signor Simpson aveva con la ex moglie Nicole. Era una bomba pronta a scoppiare. La miccia era stata accesa nell'85, l'anno del matrimonio. Gli agenti accorsero dopo che il signor Simpson aveva picchiato Nicole e sfondato il vetro della Mercedes. Poi nell'89 Nicole dovette chiamare la polizia di nuovo perché temeva per la sua vita. Quando arrivarono gli agenti Nicole corse verso di loro gridando: "Vuole uccidermi. Vuole uccidermi." Aveva un occhio nero, un taglio sulla fronte, lo zigomo gonfio. Nicole era mezza nuda e piangendo disse agli agenti: "Vi ho dovuti chiamare già otto volte e non avete mai fatto niente per aiutarmi." E loro vogliono farvi credere che la polizia ce l'abbia con il signor Simpson? Qui non c'entra la parola che inizia per "n", c'entra O. J. Simpson e la parola che inizia per "o", "omicidio". Non ho paura di indicarlo e dire che è stato lui. Perché no? Tutte le prove puntano a lui. Nel febbraio del '92 Nicole chiese il divorzio, stava scappando dall'uomo che secondo lei voleva ucciderla. Lei aveva previsto lo scoppio della bomba, altrimenti perché avrebbe depositato in una cassetta di sicurezza le lettere di minaccia dell'imputato, un testamento e le foto della polizia delle precedenti aggressioni? Sapeva che la bomba stava per esplodere e così è stato. Il 12 giugno 1994, mentre la loro figlia danzava, l'imputato tenne lo sguardo fisso su Nicole, sdegnato. Immaginate l'imputato sul Bronco, è sconvolto dalla rabbia e dalla gelosia. È notte ormai e sta guidando e l'oggetto della sua collera è Nicole. Sono le 22 e sta guidando il più veloce possibile, ha perso il controllo, signori. Il fatto che ci siano i figli in casa non significa niente per lui. Simpson ha perso Nicole e quindi è turbato, furioso, la miccia è sempre più corta, la collera aumenta, la rabbia che ha, la collera, l'odio, scorre dentro di lui fino al coltello e dal coltello su di lei. Ad ogni affondo della lama nel suo corpo prova sollievo, un piccolo sollievo. Colpisce, lacera e colpisce finché non si placa la sua collera, finché Nicole e Ron sono morti. È un omicida. Ed è stato anche un grande campione di football. Ma resta comunque un omicida.
    Johnnie Cochran: Tanto per cominciare, voglio dire che la violenza domestica non è mai tollerabile. O. J. Simpson non va fiero di alcune cose che ha fatto durante il suo matrimonio, ma questa fa di lui un omicida? No! Il signor Darden ha parlato del 1985, ma si è perso la cosa più importante. Qualcosa di molto interessante successe nel 1985. Mark Fuhrman rispose a una chiamata a Rockingham e vide una giovane donna bianca sposata con un famoso uomo di colore e non gli piacque per niente perché è un razzista convinto. Mark Fuhrman è l'uomo che ha detto: "Se vedo una coppia di razza diversa la fermo. Se non c'è un motivo per farlo ne invento uno." Quindi avete un bugiardo, Mark Fuhrman, la personificazione del male stesso, che dice di aver trovato i guanti. Ma non fatevi ingannare: lui non è solo un agente, questo signore rappresenta l'intera polizia di Los Angeles. Magari non ve ne siete resi conto, ma voi avete un grande potere: la vostra decisione ha implicazioni enormi all'interno di questo tribunale e al di fuori di esso. Le cose accadono per un motivo nella vita. Magari voi siete qui per questo, perché c'è qualcosa nel vostro passato che vi fa capire che questo è sbagliato. Forse voi siete le persone giuste al momento giusto che devono dire: "Mai più! Non possiamo accettare questo!" Ciò che ha fatto l'accusa è vergognoso. O. J. Simpson ha il diritto di essere assolto. L'accusa ha affidato questo caso ad un uomo che ha affermato che vorrebbe che tutti i negri fossero radunati e uccisi. Questo è genocidio. Quest'uomo parla come Adolf Hitler. Visto che non potete fidarvi di quel poliziotto, né tanto meno dell'accusa, non c'è da stupirsi che nel momento clou di questo processo quando a O. J. Simpson è stato chiesto di provare i guanti non gli andavano bene e non gli andavano bene perché non erano i suoi. Se non mettete fine a tutte queste menzogne chi lo farà? Mandategli un messaggio. Fategli sapere che il vostro verdetto arriverà lontano, molto più lontano di queste pareti. Signore e signori, ricordatevi queste parole: se il guanto non riesce a infilare non si può incriminare, se il guanto non riesce a infilare non si può incriminare, se il guanto non riesce a infilare non si può incriminare. [arringhe finali[13]]
  • Vent'anni a servire la giustizia e sul mio epitaffio ci sarà scritto "Ha perso contro O. J." (Gil Garcetti)
  • Johnnie Cochran: Vorrei aiutarti a rientrare nella nostra comunità.
    Christopher Darden: Io non me ne sono mai andato. Pensi che non capisca la situazione? Ti sbagli. È una vendetta. O. J. è il primo imputato della storia a essere assolto perché è di colore.
    Johnnie Cochran: La gente vedrà chi è davvero la polizia.
    Christopher Darden: Quello che ha visto la gente è quanto sei bravo a stravolgere la giustizia. Questa non è una pietra miliare dei diritti civili. La polizia in questo paese continuerà ad arrestarci, a picchiarci e ucciderci. Tu non hai cambiato niente per le persone di colore in questo paese, ma solamente per il tuo ricco e famoso cliente di Brentwood.
  • Io ho qualcosa, questa forza dentro di me che chiede vendetta. Vendetta per le vittime. È questo che è la giustizia per me. E ho sempre creduto che le persone di una giuria condividano questo pensiero con me. Tutti vogliono giustizia per le vittime, in fondo. Non ne avevo mai dubitato... fino ad oggi. Dopo tutto quello che hanno sentito, con tutto quello che sapevano di un uomo che ha picchiato e terrorizzato ripetutamente la moglie fino a... a farla fuori. L'hanno lasciato libero. Per motivi che non hanno niente a che vedere con quello che lui ha fatto alle due vittime. (Marcia Clark)
  • Dimmi che non è un Bronco! Non voglio rifare l'interstatale su un Bronco! (O. J.) [a Robert Kardashian, che è venuto a prenderlo in prigione]

Note[modifica]

  1. Cfr. Rivolta di Los Angeles
  2. Cfr. 1993 child sexual abuse accusations against Michael Jackson
  3. Cfr. Daryl Gates
  4. Cfr. Al Joyner
  5. a b Cfr. Rodney King
  6. Avvenuta il 17 giugno 1994.
  7. a b c Avvenuto il 17 giugno 1994 lungo l'interstatale 405 californiana.
  8. Cfr. Leonard Deadwyler
  9. Cfr. Udienza del 13 gennaio 1995.
  10. Cfr. Lettera dalla prigione di Birmingham, 16 aprile 1963: «Injustice anywhere is a threat to justice everywhere.»
  11. Cfr. Udienza del 25 gennaio 1995.
  12. Cfr. Udienza del 16 agosto 1995.
  13. Cfr. Udienza del 28 settembre 1995.

Voci correlate[modifica]

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