Disneyland

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Il castello della Bella Addormentata a Disneyland

Citazioni su Disneyland.

  • Credevo che Disneyland fosse unica al mondo, invece ora ho visto l'originale. (Walt Disney) [riferito al Tivoli di Copenaghen]
  • I parchi dei divertimenti come Disneyland si stanno trasformando in città fantasma - perfetto, non saprei immaginare un posto più stupido e noioso. (Slavoj Žižek)
  • Il viaggio a Disneyland risulta allora essere turismo al quadrato, la quintessenza del turismo: quel che veniamo a visitare non esiste. (Marc Augé)
  • In Kazakistan, se vuoi vedere un uomo cresciuto dentro il corpo di un animale, vai allo Zoo di Astana. Negli Stati Uniti e A, vai in un villaggio in California detto Disneyland, che è dimora delle creature Paparino, Popolino e Pippo il cane stronzo. (Borat Sagdiyev)
  • — La strage peggiore è stata a Disneyland — disse Annie.
    Lui ne rimase estremamente colpito. Non aveva mai visto Disneyland, ma gli era sempre sembrata un'idea ridicola. Costruzioni fasulle per la beatificazione di Topolino. Il pensiero che fosse stata scelta proprio Disneyland era grottesco. Come al solito, migliaia di ragazzi; e il fatto che fossero sempre accorsi lì in passato avrebbe dovuto servire da avvertimento. Ma perché lì? Cosa li attirava? Tentò disperatamente di trovare un rapporto: Paperino, Pippo, le pietre megalitiche. Cos'era stato, in tempi passati, il territorio a sud di Los Angeles? Terreno degli indiani d'America? Degli Apaches? E ancora prima, ancora prima degli indiani? Chi viveva lì? (Nigel Kneale)
  • – Lo sa che lei non è mai stata a Disneyland? Ed è il luogo più felice della Terra!
    – No, no, no... la prego signor Disney, io non so dirle quanto sia disinteressata, anzi, decisamente disgustata all'idea di visitare la sua... la sua macchina per stampare dollari!
    – Ma santa pazienza, a chi capita di visitare Disneyland con Walt Disney in persona?! (Saving Mr. Banks)
  • Ma ancora non avevo sognato niente di me e di Ed, solo alla fine, e tutto era più nebuloso perché avveniva tanti, tanti anni dopo. Vedevo una vecchia coppia che i figli venivano a trovare, e anche i nipotini. E la vecchia coppia non era nevrotica, e neanche i figli, e neanche i nipoti. E non lo so, ditemelo voi, tutto questo sogno erano miei desideri? Stavo fuggendo dalla realtà come so di saper fare? Ma io e Ed possiamo esser buoni anche noi, e sembrava realtà, e sembrava da noi, sembrava da, be', sembrava la nostra casa, se non in Arizona, in una terra non molto lontana, dove tutti i genitori sono forti e saggi e capaci, e tutti i bambini sono felici e adorati. Io non lo so... forse era Disneyland. (Arizona Junior)
  • – Una volta lavoravo a Disneyland.
    – Dici davvero?
    – Dico sul serio. Non mi crede?
    – No.
    – Perché?
    – Non mi sembra proprio il tipo d'uomo a cui piace divertire gli altri. (La fabbrica delle mogli)

Jean Baudrillard[modifica]

  • Disneyland è un modello perfetto di tutti gli ordini dei simulacri messi insieme alla rinfusa. È in primo luogo un gioco di illusioni e fantasmi.
  • A Disneyland, si traccia il disegno classico dell'America, persino nella morfologia degli individui e della folla. Qui tutti i valori sono esaltati attraverso la miniatura e il fumetto. Imbalsamati e pacificati.
  • Disneyland è lì per nascondere che il paese «reale», tutta l'America «reale» non sono altro che Disneyland (un po' come le prigioni sono lì per nascondere che è il sociale intero, nella sua onnipresenza banale, a essere carcerario). Disneyland è posta come immaginario al fine di far credere che il resto è reale, mentre tutta Los Angeles e l'America che la circonda già non sono più reali, ma appartengono all'ordine dell'iperreale e della simulazione.
  • L'immaginario di Disneyland non è né vero, né falso, è una macchina di dissuasione messa in scena per rigenerare in controcampo la finzione del reale. Da qui la debolezza di questo immaginario, la sua degenerazione infantile. Un mondo che si vuole infantile per far credere che gli adulti sono altrove, nel «reale» e per nascondere che la vera infantilità è dovunque, ed è quella degli adulti stessi che vengono qui a fare i bambini per illudersi sulla loro infantilità reale.

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