Fernando de Rojas

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Fernando de Rojas

Fernando de Rojas (1465 – 1541), scrittore spagnolo.

La Celestina[modifica]

Incipit[modifica]

«In tutto ciò, Melibea, vedo la grandezza di Dio.» «In che cosa, Callisto?» «Nell'aver fatto sì che la natura ti ornasse di una tale perfetta bellezza.»[1]

Citazioni[modifica]

  • [...] Perseverare nel male non è costanza; al mio paese la chiamano piuttosto pertinacia od ostinazione. (Sempronio; atto I)
  • [...] son poveri non quelli che hanno poco, ma quelli che molto desiderano. (Pàrmeno; atto I)
  • [...] certo è sbagliato non credere mai, ma è colpa ben più grave credere a tutto. (Pàrmeno; atto I)
  • [...] il maestro non deve inquietarsi per la pochezza del discepolo, altrimenti la scienza, comunicabile per natura, rare volte e in pochi luoghi potrebbe essere somministrata. (Pàrmeno; atto I)
  • Niente è più sicuro di una dolce povertà. (Pàrmeno; atto I)
  • [...] la luce altrui non potrà mai farti più chiaro se tu a tua volta non ne irradi. (Sempronio; atto II)
  • [...] è assai meglio usare delle ricchezze che non possederle. (Sempronio; atto II)
  • Non sai forse che presumersi saggio è il primo gradino della follia? (Calisto; atto II)
  • A tutto può il denaro: manda in frantumi la roccia più dura e a piede asciutto ti fa guadare i fiumi. (Celestina; atto III)
  • Il male e il bene, la prosperità e l'avversa fortuna, la gioia e la pena, tutto, insomma, perde, col tempo, la forza del suo travolgente inizio. (Sempronio; atto III)
  • Non ricchi fan le ricchezze, ma preoccupati, piuttosto. (Celestina; atto IV)
  • [...] è sconfitto solo chi si crede tale [...]. (Melibea; atto IV)
  • [...] se il gusto della vendetta non dura che un istante, quello della misericordia persiste per sempre. (Celestina; atto IV)
  • [...] chi per salire non va tanto per il sottile, cade in men che non si dica! (Sempronio; atto V)
  • [...] non è una sciocchezza rifiutarsi di amare e sperare d'essere amato? Non è una follia ripagar amicizia con l'odio? (Celestina; atto VII)
  • [...] chi accumula molto, muore come chi vive in povertà [...]. (Elicia; atto VII)
  • [...] il piacere è proprio dei giovani. (Celestina; atto VII)
  • [...] Non è tutto bianco, signore, quel che non somiglia al nero [...]. (Sempronio a Calisto; atto VIII)
  • È un fuoco soffocato, una piacevole piaga, un gustoso veleno, una dolce amarezza, una dilettevole malattia, un lieto tormento, una ferita dolce e crudele, una morte soave. (Celestina, parlando dell'amore; atto X)
  • Il piacere che ci si tiene per sé non è vero piacere. (Pàrmeno; atto X)
  • [...] è errore tanto domandare quando si conosce già la risposta, che rispondere quando la s'ignora. (Sempronio; atto XII)
  • [...] è minor errore prosciogliere i colpevoli che condannare gli innocenti. (Calisto; atto XIV)
  • Guardati signore dal distruggere quel che tutti i tesori del mondo non potrebbero restaurare. (Melibea a Calisto; atto XIV)
  • Quando una porta si chiude, di solito la fortuna ne apre un'altra.
Quando vna puerta se cierra, otra suele abrir la fortuna. (XV)
  • [...] quando il cuore è schiacciato dal peso della passione, le orecchie son sorde al richiamo della ragione e, in tali frangenti, anche le più accorate parole in luogo d'ammansire accrescono il furore. (Melibea; atto XX)
  • [...] iniqua è quella legge che non è eguale per tutti. (Pleberio; atto XXI)

Note[modifica]

  1. Citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X

Bibliografia[modifica]

  • Fernando de Rojas, La Celestina, introduzione e note di Pier Luigi Crovetti, traduzione di Viviana Brichetti, Garzanti, 1995. ISBN 88-11-58587-2

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