Giovanni Francesco Lottini

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Giovanni Francesco Lottini o Giovanfrancesco Lottini (1512 – 1572) politico, scrittore e vescovo cattolico italiano.

Avvedimenti Civili[modifica]

  • Non è differenza da i grandi, a gli uomini privati, mentre che dormono.[fonte 1] (p. 18)
  • Quanto più i luoghi son forti, tanto dee il principe esser più accurato in guardargli, perciochè non si sta da parte alcuna in maggior pericolo, che da quella, d'onde gli par esser sicuro.[fonte 2] (p. 27)
  • L'haver buone leggi è nato, come dice il proverbio, da cattivi costumi.[fonte 3] (p. 38)
  • Ogni stato, come s'è detto, dee haver desiderio di pace, e farne con l'opere e con le parole dimostratione, ma con tutto ciò ne gli apparati militari, dee mostrarsi bellicoso, percioche la pace non armata è debole.[fonte 4] (p. 190)
  • Tanto nuoce il voler pigliare occasione troppo acerba, quanto lasciarla maturar troppo.[fonte 5] (p. 266)
  • Gli scrittori maledici sono con molta più attentione letti, che non sono quelli che vanno adulandi.[fonte 6] (p. 402)
  • Non è cosa che voglia tutta la diligenza dell' uomo e che meno patisca gli errori, etiandio piccoli, quanto fa la guerra.[fonte 7] (p. 498)
  • Chi ha nimici potenti, dee per salvar se et offender loro, credere fermamente due cose, verso di se contrarie; l'una che sieno arditi e prudenti, l'altra che con tutta la prudenza loro possano essi parimente errare.[fonte 8] (p. 510)

Citazioni su Giovanni Francesco Lottini[modifica]

  • Uno dei più cordiali avvedimenti tocca dell'ozio buono e dell'ozio cattivo.
    L'ozio buono è «convenevol quiete, la quale non pure ha le sue operazioni, ma le ha tali che sono direttamente in maggior pregio di quelle del giusto travaglio», poiché mentre «il traffico ovver l'esercizio» e cioè l'azione «sempre ha intenzione più oltre di quello che egli opera», le operazioni dell'ozio «hanno il fine in lor medesime, siccome hanno lo speculare e l'esercitare le virtù morali, le quali si speculano ed esercitano per cagione di se stesse». Quest'ozio «virtuoso», «per esser fondato sopra la grandezza dell'animo, rende l'uomo che lo gode confidente in se stesso, e l'orna d'una virilità così fatta che non fuggirebbe, ogni volta che l'occasione si porgesse, né pericolo, né fatica».
    Ecco una massima che contrasta con la morale da schiavi del materialismo e del superomismo. (Francesco Flora)

Note[modifica]

Fonti[modifica]

  1. Citato in Harbottle, p. 374
  2. Citato in Harbottle, p. 400
  3. Citato in Harbottle, p. 335
  4. Citato in Harbottle, p. 386
  5. Citato in Harbottle, p. 426
  6. Citato in Harbottle, p. 306
  7. Citato in Harbottle, p. 373
  8. Citato in Harbottle, p. 265

Bibliografia[modifica]

Altri progetti[modifica]