Hugh Walpole

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Hugh Walpole nel 1934

Sir Hugh Seymour Walpole (1884 – 1941), romanziere inglese.

Prefazione a Tuono a sinistra[modifica]

Incipit[modifica]

In Tuono a sinistra bellezza e fantasia sono presenti come in ogni altra opera di Morley, ma, ad esse, molte altre cose vanno aggiunte. Voi potrete dire – se vi piace apparir spregiudicato – che non sapete che cosa significhi questo libro (alcuni lo diranno senza dubbio); o potrete dargli la più semplice delle interpretazioni (e così vi farete canzonare dalla gente fine, che ci vede assai più di quanto non ci vediate voi); o potrete mostrarvi meravigliosamente sottile, discorrendone, e metter così in risalto la vostra brillantissima intelligenza (e allora gli amici diranno che cominciare a darvi delle arie).

Citazioni[modifica]

  • Dalla prima parola sino all'ultima noi siamo consapevoli della fatalità che incombe, del «tuono a sinistra», così come deve essere in ogni serio studio della vita umana: ed è proprio questa consapevolezza che separa il mondo dei Grandi da quello dei ragazzi.
  • Le interpretazioni della vita sono noiosissime quando rispecchiano uno spirito troppo sicuro di sé.


[Hugh Walpole, Prefazione a «Tuono a sinistra», da Christopher Morley, Tuono a sinistra, traduzione di Enrico Piceni, Medusa, Arnoldo Mondadori Editore]

Incipit di alcune opere[modifica]

Il piccolo fantasma[modifica]

Fantasmi? Gettai un'occhiata a Truscott attraverso il tavolo, e provai l'improvviso desiderio di stupirlo. Truscott ha già altre volte estorto delle confidenze nello stesso modo, con la sua impassibilità, la sua aria che non gli importa nulla se si parla oppure no, la sua determinata indifferenza ai drammi e al pathos altrui.

La neve[modifica]

La seconda signora Ryder era una giovane che non si spaventava facilmente, ma in quel momento stava nell'oscurità del corridoio, con le spalle appoggiate al muro, una mano sul cuore e guardava dalla finestra grigia dietro cui una fitta neve continuava a cadere alla luce del lampione.
Il corridoio collegava lo studio alla sala da pranzo e la finestra dava sul viottolo lastricato che costeggiava il prato della cattedrale. Guardando di nuovo il sentiero, non era più sicura se la donna ci fosse ancora o no. Ma, se non c'era, come mai lei distingueva così chiaramente il mantello grigio di foggia antiquata, i capelli grigi spettinati, l'affilato contorno della pallida guancia e il mento appuntito? E anche il lungo e abbondante abito grigio che scendeva in pieghe fino al suolo, il luccichio di un anello d'oro sulla mano bianca. No. No. No. Quella era pazzia. Non c'era niente e nessuno là. Un'allucinazione...

Bibliografia[modifica]

  • Hugh Walpole, Il piccolo fantasma, traduzione di Gianni Pilo, e La neve, traduzione di Alda Carrer, in "Storie di fantasmi", a cura di Gianni Pilo e Sebastiano Fusco, Newton & Compton, 1995.

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