L'ultima spiaggia (film 1959)

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L'ultima spiaggia

Immagine Peck Gardner On the Beach Publicity Photo.jpg.
Titolo originale

On the Beach

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America, Australia
Anno 1959
Genere fantascienza, drammatico
Regia Stanley Kramer
Soggetto Nevil Shute (romanzo)
Sceneggiatura John Paxton
Produttore Stanley Kramer
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

L'ultima spiaggia, film statunitense del 1959 con Gregory Peck, Anthony Perkins, Fred Astaire e Ava Gardner, regia di Stanley Kramer.

Frasi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Sono Moira Davidson, emme-o-i-erre-a. Era un nome alla moda nei romanzi spinti quando mia madre era giovane: sono un peccato di gioventù. (Moira)
  • Non dovrei bere, finisco col dire qualcosa di troppo intelligente. (Osborne)
  • È cominciata [la guerra nucleare] quando si accettò il principio idiota che la pace potesse essere mantenuta affidando la propria difesa ad armi che non si potevano usare senza commettere un suicidio. Tutti avevano le bombe atomiche, le contro-bombe, le contro-contro-bombe. Non siamo più riusciti a controllare tutti questi ordigni. Io lo so, li ho costruiti. Dio mi perdoni. In qualche posto, qualche povero Cristo mentre guardava lo schermo radar ha creduto di vedere qualcosa. Se avesse esitato un millesimo di secondo, il suo Paese sarebbe stato spazzato via. Così, premette un pulsante. E... e... il mondo impazzì. (Osborne)

Dialoghi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Mary: Che ne dici di Moira?
    Peter: Perché no, se non sarà ubriaca fradicia...
    Mary: Julian dice che ha smesso.
    Peter: Oh no, tesoro, non hai capito. Julian ha detto che ha smesso il gin per il brandy. Lei dice che può berne di più, di brandy.
  • Militare: Chi crede l'abbia cominciata, la guerra [nucleare]?
    Osborne: Albert Einstein.

Citazioni su L'ultima spiaggia[modifica]

  • Realizzato in anni di incubo atomico, è un monito un po' pomposo ma sincero sui pericoli dell'armamento atomico, che affida la sua suggestione alla luminosa fotografia di Rotunno e all'inquietante spettralità di una San Francisco deserta. (Il Mereghetti)

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