Linguaggio

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Citazioni sul linguaggio e le lingue.

Citazioni[modifica]

  • A ogni emozione che devia dal nostro stato d'animo normale, corrisponde, nel linguaggio, una deviazione dal modo di esprimersi consueto; e viceversa, da un modo linguistico che devia dall'uso normale si inferisce uno stato psichico inconsueto: insomma quella particolare espressione linguistica riflette una particolare condizione dello spirito. (Leo Spitzer)
  • Ad opera del linguaggio è sorta una comunanza, una comunanza del sapere e quindi del volere mai prima esistita. (Konrad Lorenz)
  • Avverrà sempre che il linguaggio darà il massimo di sé quando si misurerà con l'inesprimibile. (Gerhard Ebeling)
  • Bella proprietà e grande ricchezza ad una lingua è l'avere altrettanti vocaboli quante sono le varie idee o concomitanti o accessorie, dalle quali vien sempre accompagnata la principale, ossia la caratteristica, e gran segno di povertà è il rimanersi allo schietto necessario de' vocaboli che esprimono una generalità. (Giuseppe Grassi (lessicografo))
  • Certe prose non paiono tappe nella storia di una lingua, ma forme cristallizzate di un idioma fuori dal tempo. (Nicolás Gómez Dávila)
  • Ciascuna lingua, sotto l'aspetto delle relazioni intellettuali, è un vocabolario di metafore sbiadite. (Jean Paul)
  • Ciò che chiunque voglia deliberatamente nascondere, sia solamente nei confronti degli altri, sia nei confronti di sé stesso, anche ciò che inconsciamente egli porta dentro di sé, viene svelato dal suo linguaggio. (Victor Klemperer)
  • Colui che non sa le lingue straniere, non sa nulla della propria. (Johann Wolfgang von Goethe)
  • Come il cranio e il sangue, la lingua di un popolo non può essere cambiata secondo il volere di qualcuno e nemmeno «camuffata». (Simion Mehedinți)
  • Come un'innumerevole moltitudine di chiese e monasteri, colle loro cupole, le loro guglie, le loro croci, è disseminata per la santa e pia terra di Russia; cosí un'innumerevole moltitudine di stirpi, di generazioni, di popoli si affolla, svaria e si agita sulla faccia della terra. E ciascun popolo, che porta in sé il pegno delle sue forze, riboccante di spirituali forze creatrici, di spiccate caratteristiche proprie, e di tutto quello che ha avuto in dono da Dio, ciascuno in maniera originale si differenzia dagli altri con un suo proprio linguaggio, nel quale, qualunque cosa esprima, riflette nel modo di esprimerla un lato dell'indole che gli è propria. (Nikolaj Vasil'evič Gogol')
  • Credo che l'originalità del linguaggio, l'assoluta indipendenza delle idee e la volontà di aprirsi agli altri siano valide alternative ai Muri. Di qualsiasi tipo essi siano. (Krzysztof Penderecki)
  • Credo che sia molto importante usare un linguaggio semplice, piano e comprensibile. Il telegiornale vive di comprensibilità. Non leggere testi preconfezionati ci permette di essere (e di apparire) più diretti, quasi stessimo parlando con chi ci guarda da casa. (Cesara Buonamici)
  • Delle opere umane, il linguaggio è la più grande – un tappeto in cui l'intero mondo è intessuto e disegnato. (Ernst Jünger)
  • Dietro una lingua ci sta una letteratura, e dietro una letteratura c'è un gusto, una civiltà. E l'Italia è grande perché vuol essere europea, non perché vuol vivere una sua gretta vita di provincia: quando si parla di romanità, si esprime con tale parola questa aspirazione all'influenza universale, non solo nel campo politico, ma anche nel campo culturale. (Luigi Russo)
  • Dove non esiste il culto dell'Idioma, non vi sono, né possono esservi, Popolo e Nazione. (Umberto Silvagni)
  • È possedendo un patrimonio di vocaboli che si impara a parlare una lingua. È quello che si fa con i propri figli quando si insegna loro a parlare: si insegnano le parole, non la grammatica, i verbi irregolari e la letteratura. Ed è così che io ho imparato le lingue. (Piero Angela)
  • – Ecco, il linguaggio si è sviluppato con uno scopo, è cioè di? [...]
    – Ahm... Eh... Di... comunicare?
    – No! Di rimorchiare le donne! (L'attimo fuggente)
  • Finché la lingua è ricca di sole opere originali, gli scrittori usano i costrutti e le espressioni già accettati, e plasmano i propri pensieri in una forma nota e spesso del tutto appiattita dall'uso. (Vasilij Andreevič Žukovskij)
  • Gli uomini parlano lingue diverse e reciprocamente inintelligibili, perché il punto di riferimento e la norma divina, valevole per ogni uomo, per ogni tempo e per ogni condizione, sono venuti a crollare. (Carlo Gnocchi)
  • I limiti del mio linguaggio significano i limiti del mio mondo. (Ludwig Wittgenstein)
  • Il limite del linguaggio si mostra nell'impossibilità di descrivere il fatto che corrisponde a una proposizione (che è la sua traduzione) senza appunto ripetere la proposizione. (Ludwig Wittgenstein)
  • Il fatto che la nostra lingua degradi è spiegabile: si tratta di un patrimonio comune, ma il confronto con il passato ci dice che c'è stato un progresso rispetto a 30-40 anni fa, quando usavamo molto di più il dialetto, o rispetto al periodo postunitario, quando era circa il 10 per cento della popolazione a usare l'italiano; mentre ora che tutti lo parlano (fondandosi peraltro sul modello televisivo) qualche colpo all'eleganza è spiegabile. (Pietro Trifone)
  • Io credo fermamente che la grammatica s'abbia ad insegnare a chi sa praticamente la lingua. S'impara a combinare infinitamente prima su lo scacchiere, e poi sul libro; datemi il libro prima dello scacchiere, ed io diverrò dottore e ignorante ad un tempo: la teoria insomma deve nella lingua, come forse in tutte le discipline, succedere alla pratica, perché non s'hanno mai nozioni generali e quindi regole sicure, senza risalirvi per le particolari. (Ugo Foscolo)
  • La favella di un popolo vale a tener salda la compàgine nazionale più assai di mille leggi e di mille costituzioni. (Aldo Gabrielli)
  • La lingua che usiamo è il biglietto da visita più accurato. Dalle parole che uno adopera, da come si esprime è possibile capire se uno è educato o no, intelligente o stupido, arrogante o modesto, creativo o burocrate, ostile o innamorato, viaggiatore o sedentario... tutto questo, volendo, si può dedurre dal modo in cui uno parla, dalla lingua che adopera. La lingua identifica le persone vive, come il DNA i morti. È il particolare personale che sparisce per ultimo. Quando uno chiude gli occhi per sempre, spesso quello che si ricorda a lungo sono le ultime parole pronunciate. (Azra Nuhefendić)
  • L'amore per le parole, il gusto del linguaggio, la certezza che non sia un mezzo di comunicazione ma un luogo di verità e comunione, uno spazio in cui il mondo si raccoglie e che quindi dobbiamo sforzarci di curare e parlare bene, è questo ciò che unisce antichi e moderni contro la com dei tecnocrati, le bombe dei teocrati e i nitriti dei fanatici ambientalisti. (Fabrice Hadjadj)
  • Lo studio della Storia e il culto dell'Idioma generano il sentimento nazionale, lo custodiscono, lo ravvivano e vietano di tollerare offese alla dignità della Patria. (Umberto Silvagni)
  • Il linguaggio è l'abito del pensiero. (Samuel Johnson)
  • Il linguaggio è la casa dell'essere e nella sua dimora abita l'uomo. (Martin Heidegger)
  • Il linguaggio è un essere vivente che abita in te, e se lo accarezzi e lo fai giocare ti dà felicità. (Giuliano Scabia)
  • Il linguaggio è una creazione costante di mondi alternativi. [...] L'incertezza di significato è poesia incipiente. (George Steiner)
  • Il linguaggio è la madre, non l'ancella del pensiero. (Karl Kraus)
  • Il linguaggio non è una cintura di castità, ma un mezzo per comunicare. (Ezra Pound)
  • Il linguaggio non serve quando si tratta di dire la verità, di comunicare qualcosa, il linguaggio permette a chi scrive soltanto l'approssimazione, sempre e soltanto la disperata e quindi anche dubbia approssimazione all'oggetto, il linguaggio non riproduce che un'autenticità contraffatta, un quadro spaventosamente deformato, sebbene chi scrive si dia un gran da fare, le parole calpestano e deformano tutto, e sulla carta trasformano la verità assoluta in menzogna. (Thomas Bernhard)
  • Il linguaggio non si riferisce alla generalità dei concetti ma getta le basi di un possesso comune. (Emmanuel Lévinas)
  • Il linguaggio opera interamente nell'ambiguità, e la maggior parte del tempo non sapete assolutamente nulla di ciò che dite. (Jacques Lacan)
  • Il linguaggio permette di cogliere l'ambiente che ci circonda e innumerevoli fenomeni che altrimenti sarebbero caotici, angosciosi e sfuggirebbero all'esame, all'osservazione, alla consapevolezza e al controllo. Parlare di qualcosa consente di poterlo controllare, di comprenderlo, di distaccarsene e di riflettere – il linguaggio come formula di scongiuro. (Gerard Unger)
  • Il linguaggio umano è proprio così, un insieme di parti eccessive e di parti insignificanti, che si compensano, regolandosi fra loro. (Machado de Assis)
  • Il passato se si ha una forte creatività, può dire tutto. Non c'è linguaggio che in mano a una fantasia creativa, a una grande immaginazione, non si trasformi. (Salvatore Sciarrino)
  • Il pensiero concettuale è nato di pari passo con il linguaggio. (Konrad Lorenz)
  • Il potere, oggi, è di chi controlla la televisione: che crea le mitologie del momento, fortunatamente solo istantanee, non perenni. Le immagini trasmesse sono selezioni preventive, regie a effetto speciale: "realtà" che fanno dell'inganno il loro linguaggio. Come avverte Orwell, il linguaggio politico è un artificio per far sembrare vere le menzogne. È l'idea che affiora nei miei film, fin da Papà è in viaggio d'affari. (Emir Kusturica)
  • In altre parole, può darsi che sia stato il linguaggio a creare l'uomo, anziché l'uomo a creare il linguaggio. (Jacques Monod)
  • L'ultimo grido della moda universitaria sembra sia la rinuncia alle lingue nazionali. Tutto in inglese. Così, si dice, si attirano gli studenti stranieri e gli studenti locali fanno un percorso, da subito; internazionale. Sarà, ma qualcosa mi preoccupa. Adeguarsi a una lingua imperiale è un atto saggio e funzionale a molti scopi pratici. Ma così la tutela delle culture europee perde di senso, e il plurilinguismo non è una risposta. Le lingue sono l'essenza di tradizioni e culture: via le lingue, addio. (Giuseppe Galasso)
  • L'uomo agisce come se fosse lui a forgiare e a dominare il linguaggio, mentre è il linguaggio che resta signore dell'uomo. [...] Il linguaggio è il più alto e, ovunque, il più importante di quei consensi che gli esseri umani non sanno mai articolare valendosi soltanto dei propri mezzi. (Martin Heidegger)
  • La civiltà dell'immagine in genere usa la lingua per formulare slogan e non ragionamen­ti. (Cesare Segre)
  • La creazione di un linguaggio genera di per sé una mitologia, perché creazione della lingua e creazione della mitologia sono funzioni correlate. (John Ronald Reuel Tolkien)
  • La cultura può essere borghese o socialista, mentre la lingua, come mezzo di comunicazione, è sempre una comune lingua nazionale e può servire sia la cultura borghese che quella socialista. Non è un fatto che le lingue russa, ucraina, uzbeka, oggi servono la cultura socialista di queste nazioni, proprio come servivano le loro culture borghesi prima della Rivoluzione d'Ottobre? Questo vuol dire che si sbagliano profondamente questi compagni, affermando che l'esistenza di due differenti culture porti alla formazione di due lingue diverse e alla negazione della necessità di una lingua unica. (Iosif Stalin)
  • La forma elementare della comunicazione è il linguaggio. Non ho alcuna indulgenza per chi disprezza la lingua parlata. [...] Parlano molto di comunicare con gli altri, ma non si preoccupano per nulla di imparare la forma più elementare di comunicazione che è il linguaggio. Ci sono altri modi di comunicare oltre che passarsi una sigaretta di marijuana o scopare, e d'altronde mi auguro che si dedichino a questa seconda attività piuttosto che alla prima! (Joseph L. Mankiewicz)
  • La lingua, come la realtà, è vendicativa: o la pensi o sei pensato. E se sei pensato, sei fritto. (Aldo Busi)
  • La lingua della paura dice chi sei. È lì che abita la nostra identità profonda. È quella lingua, che viene alla coscienza senza controllo da un luogo remoto, a definire chi siamo. Di questo sono certa, pensavo ascoltando le telefonate dei bambini che chiamano casa dal bus perché qualcuno sta minacciando le loro vite. Hanno paura in Italiano. Sono bambini italiani. (Concita De Gregorio)
  • La lingua esiste per servire il pensiero, non per esser conservata in un museo. (Ezra Pound)
  • La lingua, ricchezza dell'uomo, e i suoi usi, elaborazione della comunità sociale, sono opere sacre. Che con il tempo evolvano, si traformino, si dimentichino e rinascano, che talora la loro trasgressione divenga fonte di maggiore fecondità, non esclude affatto che prima di prendersi la libertà del gioco e del cambiamento occorra aver dichiarato loro piena sudditanza. (Muriel Barbery)
  • La storia delle lingue è in gran parte una storia di estinzione. (John McWhorter)
  • Le traduzioni arricchiscono la lingua. La differenza di governi e costumi necessariamente produce una differenza anche nelle lingue: le traduzioni, facendoci conoscere le concezioni di altri popoli, ci fanno conoscere nel contempo anche i segni mediante i quali essi esprimono le proprie concezioni; impercettibilmente per loro tramite passa nella lingua una moltitudine di costrutti, forme, espressioni appena decenti, poi sopportabili, che poi si trasformano in pecularietà. (Vasilij Andreevič Žukovskij)
  • Ludwig Wittgenstein ricordava giustamente che i confini del mio linguaggio determinano i confini del mio mondo. Il che significa che tanto più si arricchisce il mio linguaggio, tanto più aumenta la mia possibilità di fare esperienza del mondo. (Massimo Recalcati)
  • Ma quella lingua si chiama d'una patria, la quale converte i vocaboli ch'ella ha accattati da altri, nell'uso suo, ed è sì potente, che i vocaboli accattati non la disordinano ma la disordina loro, perché quello ch'ella reca da altri, lo tira a se in modo, che par suo. (Niccolò Machiavelli)
  • Meno si capisce una lingua, e più si è sensibili alla melodia o all'asprezza dei suoi suoni. (Thomas de Quincey)
  • Molti stati mentali complessi si trasmettono meglio con gesti che con frasi, mentre altri sembrano sottrarsi completamente al linguaggio verbale. I tentativi di comunicare sentimenti sottili o elusivi lasciano in tutti noi un senso di inadeguatezza del linguaggio. La poesia, dopo tutto, è un tentativo di trasmettere sentimenti, umori, stati d'animo, e persino pensieri che sono difficili da afferrare e che sembrano sfidare il linguaggio in prosa. E in effetti alcuni sentimenti eludono del tutto il linguaggio, e persino la poesia. L'arte e il silenzio cominciano là dove la parola ci abbandona. (Quando gli elefanti piangono)
  • Nei linguaggi umani non c'è proposizione che non implichi l'universo intero. (Jorge Luis Borges)
  • Nel linguaggio vi è solo debolezza. (Bṛhadāraṇyaka Upaniṣad)
  • Nella vostra interlocuzione piú corrente, il linguaggio ha un valore puramente fittizio, prestate all'altro la sensazione che siete sempre lí, cioè che siete capaci di dare la risposta che si attende, e che non ha alcun rapporto con alcunché sia possibile approfondire. I nove decimi dei discorsi effettivamente tenuti sono a questo titolo completamente fittizi. (Jacques Lacan)
  • Non butterei tutta la responsabilità sui giovani perché il turpiloquio non è più appannaggio dei giovani. Però è vero: la parolaccia è brutta da sentire ma se diventa un intercalare comune si depotenzia. E quando poi vogliamo usare una parolaccia vera, che facciamo? È una zona di eversione del linguaggio che dovrebbe continuare a esistere — mentre i giovanilismi sono come i brufoli, poi passano: la lingua è in movimento, è un organismo vivo che si evolve. (Silvia Ballestra)
  • Non esistono linguaggi puri. Un linguaggio è vivo fin che è in evoluzione, fin che sa accogliere stimoli e aperture. Oggi invece le nostre orecchie sono sempre più chiuse, distratte, conformiste. (Salvatore Sciarrino)
  • Non esistono lingue morte ma solo cervelli in letargo. (Carlos Ruiz Zafón)
  • Non posso considerare libero un essere che dentro di sé non nutra il desiderio di sciogliere i legami del linguaggio. (Georges Bataille)
  • Parlo un linguaggio che io solo capisco, nessun altro, così come ognuno parla soltanto il proprio linguaggio, e quelli che credono di capire sono degli imbecilli oppure dei ciarlatani. (Thomas Bernhard)
  • Quella necessità, ch'è la maggior maestra delle lingue. (Pietro Giannone)
  • Se effettivamente la parola è, come dice Gorgia, un potente signore, il linguaggio tuttavia opera sempre secondo strutture di negazione che erodono quel potere. Il potente signore, insomma, è anche un servo incatenato. (Simon Critchley)
  • Se Segre dice che c'è un'evoluzione nella lingua italiana, avrà certo le basi scientifiche per dirlo. Ma decidere che questa evoluzione è inopportuna, questa è un'opinione. (Giulio Mozzi)
  • Se non pos­siedi la struttura della tua lingua non sei in grado di imparare le altre, per que­sto le campagne a favore dell'inglese non hanno senso se non si legano a un miglioramento dell'italiano. (Cesare Segre)
  • Senza il linguaggio l'uomo non avrebbe creato la civiltà, senza di esso saremmo rimasti allo stadio animale più primitivo: e più evolviamo, più evolve il nostro linguaggio, più si struttura e meglio ci permette di interrogare il mondo e ci fornisce i mezzi per comprenderlo tramite le parole e i nomi che diamo alle cose. È il linguaggio la magia che crea queste cose straordinarie che sono gli individui e le collettività; senza il linguaggio anche noi due qui non potremmo scambiarci le nostre reciproche visioni del mondo e forse costruirne una comune. Dunque, chi controlla il linguaggio controlla sia l'individuo sia la società e questo nella Storia i regimi lo hanno sempre ben compreso: non a caso hanno sempre imposto una lingua comune, centralizzata, strutturata da loro, insegnata nelle scuole e veicolata in ogni ambito della società. (Boualem Sansal)
  • Spinto dalla sua straordinaria visione e dalla consapevolezza emotiva delle capacità della lingua, di conferire la vita e di determinarla, Humboldt avanza l'idea che il linguaggio possa essere avverso all'uomo. (George Steiner)
  • Tagliata fuori dalla futurità, la ragione si seccherebbe. [...] Chiusa la porta sul futuro e su tutta la percezione, ogni conoscenza diventa inerte. [...] È soltanto tramite il linguaggio, e forse tramite la musica, che l'uomo può affrancarsi dal tempo, può vincere provvisoriamente la presenza e il presente della propria morte puntuale. (George Steiner)
  • Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole. Emigrando dall'oriente gli uomini capitarono in una pianura [...]. Poi dissero: "Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra". Ma il Signore scese a vedere la città e la torre che gli uomini stavano costruendo. Il Signore disse: "Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l'inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l'uno la lingua dell'altro". Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città. Per questo la si chiamò Babele, perché là il Signore confuse la lingua di tutta la terra e di là il Signore li disperse su tutta la terra. (Genesi)
  • Tutto può cambiare, ma non il linguaggio che ci portiamo dentro, come un mondo tutto esclusivo e alla fine paragonabile all'utero della propria madre. (Italo Calvino)
  • Un fonarsi e un affonarsi continuo: la lingua è suono, concerto di brevi e di lunghe. I tempi danno il sentimento. Così, il disegno cominciò a formarsi piano piano per gemmazioni, sentivo che dovevo far accadere una discesa agl'inferi e misurarmi con l' altro mondo. (Giuliano Scabia)
  • Un populu | mittitulu a catina | spugghiatulu | attuppatici a vucca | è ancora libiru. || Livatici u travagghiu | u passaportu | a tavola unni mancia | u lettu unni dormi | è ancora riccu. || Un populu, diventa poviru e servu | quannu ci arrubbano a lingua | addutata di patri: è persu pi sempri. (Ignazio Buttitta)
Un popolo rimane libero anche se lo mettono in catene, se lo spogliano di tutto, se gli chiudono la bocca; un popolo rimane ricco anche se gli tolgono il lavoro, il passaporto, la tavola su cui mangia, il letto in cui dorme. Un popolo diventa povero e servo quando gli rubano la lingua ereditata dai padri: allora sì, è perso per sempre!
  • Una civiltà capitalista fondamentalista come la nostra ha bisogno di cancellare i meccanismi più profondi del linguaggio, perché con il linguaggio viene la riflessione, la critica e un senso estetico. Il linguaggio è minacciato perché è una minaccia, bisogna comprendere questo: se ci insediamo nelle ricchezze naturali del linguaggio, costituiamo una grande minaccia. (Ivonne Bordelois)
  • Una lingua è uno strumento d'informazione, - serve a sapere quanto più si può; ma è anche uno strumento di comunicazione, - serve a trasmettere quanto più si può. Ma è anche uno strumento identitario, anzi lo strumento identitario più possente che esista. Ossia: uno è la lingua che parla. Se non la parla, non la legge e non la scrive più, l'identità va a farsi benedire. (Alberto Asor Rosa)
  • Una lingua si altera o nell'interna struttura delle parole, o nell'integrità delle sue forme grammaticali. Le parole antiquandosi tendono a surrogare alle consonanti gagliarde e dure le deboli e dolci, alle vocali sonore le sorde dapprima, poi le mute; i suoni pieni s'estinguono poc'a poco e si perdono, le finali dispajono, le parole si contraggono ; in conseguenza le lingue divengono meno melodiose ; voci che lusingavano e riempivano l'orecchio, non offrono più che un senso mnemonico e quasi una cifra. Né basta. Il cambiamento, oltre snaturar le voci, estendesi alle forme grammaticali, che sono l'anima delle lingue, di cui le parole non sono che il corpo. (Cesare Cantù)
  • Una lingua strettamente universale, qualunque ella mai si fosse, dovrebbe certamente essere di necessità e per sua natura, la più schiava, povera, timida, monotona, uniforme, arida e brutta lingua, la più incapace di qualsivoglia genere di bellezza, la più impropria all'immaginazione, e la meno da lei dipendente, anzi la più da lei per ogni verso disgiunta, la più esangue ed inanimata e morta, che mai si possa concepire; uno scheletro un'ombra di lingua piuttosto che lingua veramente. (Giacomo Leopardi)

Emil Cioran[modifica]

  • Non si abita un paese, si abita una lingua. Una patria è questo, e niente altro.
  • Perdere il sonno e cambiare lingua. Due prove, l'una indipendente da sé stessi, l'altra deliberata. Da soli, faccia a faccia con le notti e con le parole.
  • Una lingua è un continente, un universo e chi se lo appropria è un conquistatore.

Proverbi italiani[modifica]

  • Chi parla due lingue è doppio uomo.
  • Chi conosce molte lingue, è lodato e amato da tutti.
  • Chi sa le lingue va in ogni dove.
  • Il latino è la lingua di cucina dei dotti.
  • L'uso nelle lingue è un tiranno.
  • La lingua è la colla dei popoli.
  • La lingua è la pittura del pensiero.
  • La lingua unge e il dente punge.
  • Lingua senese in bocca pistoiese.
  • Lingua toscana in bocca romana.
  • Lingua uguale fa uguaglianza d'animo.
  • Lingue straniere, stranieri costumi.
  • Ogni lingua vale un uomo.
  • Per la lingua si langue.
  • Quattro lingue sono comuni nel mondo: mentire, bestemmiare, calunniare, prometter molto e dar poco.

Bibliografia[modifica]

Voci correlate[modifica]

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