Mike Tyson

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Mike Tyson nel 2006

Michael Gerard Tyson (1966 – vivente), pugile statunitense.

Citazioni di Mike Tyson[modifica]

  • Abituati alla paura, e sarai sempre all'erta, come un cervo che attraversa la radura.[1]
  • Adesso non sono più in vetta della mia carriera, non guadagno neanche un decimo rispetto a prima, ho un cartone animato, spettacoli teatrali, non avrei mai potuto realizzare tutto questo quando combattevo. Non sarei mai andato d'accordo con il produttore, sarei stato arrogante. Invecchiando si impara l'umiltà. Si impara che se non si nasce umili è la vita che ti forza ad esserlo.[2]
  • Cerco di colpire la punta del naso del mio avversario perché cerco di ficcargli l'osso nel cervello.[1]
  • Che Guevara è un uomo incredibile. Aveva così tanto, ma ha sacrificato tutto per il bene di altre persone.
Che Guevara is an incredible individual. He had so much, but sacrificed it all for the benefit of other people.[3]
  • Chiedo il funerale più povero del mondo. Nessun abito bello, nemmeno la bara voglio, buttatemi nella polvere. Ma sono sicuro che i pugili del futuro verranno a trovarmi, così come io sono andato sulle tombe dei grandi del passato.[4]
  • Ero piuttosto egocentrico, egoista e pigro. Ma da Cus D'Amato ho preso queste caratteristiche, lo spirito del sacrificio, l'abbandonare le cose che prima ritenevi importanti per una causa che lo è ancora di più. Disciplina vuol dire fare cose che odi, e farle facendo finta che ti piacciano.[2]
  • Forse io sono un uomo di Neanderthal, ma io ho sempre voluto uccidere il mio avversario. La boxe oggi è differente. Si tratta di uomini d'affari e io sono un assassino nato, e voglio vincere e farlo in maniera drammatica e creare ferite agli avversari. Non è che mi piace fare del male alle persone, è solo che io sono bravo in questo.[5]
  • Fuori dal ring tutto è così noioso.[1]
  • L'esperienza criminale è indispensabile in questa nostra vita di merda.[1]
  • La boxe mi ha dato una grande opportunità. Non è colpa sua. Ancora non capisco come Cus D'Amato, che mi ha preso dal riformatorio e che per me è stato come un padre, abbia potuto vedere in me un campione del mondo. Avevo solo 13 anni, e nessuna autostima. Ma nella boxe ci sono squali e profittatori. Gente che si avvantaggia e guadagna su dolori e debolezze umane.[4]
  • La mia vita è niente: un minuto prima sei qui, un minuto dopo non esisti più.[1]
  • La vita non è un gioco. È sopravvivenza.[1]
  • Magic Johnson venne a testimoniare per me quando si trattò di ridarmi la licenza dopo il morso a Holyfield, ma le sue parole non mi piacquero per niente. Disse che voleva insegnarmi a diventare un uomo d'affari, che conoscevo i soldi, ma non li capivo, e li davo via. Che c'è da capire sui soldi? O li hai o non li hai.[4]
  • Mi sento come se stessi uccidendo la mia vita.[1]
  • [Alla richiesta di un parere su Floyd Mayweather Jr.] Mia madre mi ha sempre detto che se non si può dire nulla di buono su qualcuno, non dire niente.[5]
  • Negli ultimi sei giorni non ho bevuto o preso droghe e per me questo è un miracolo.[6]
  • Prima ero qualcosa. Ora mi basta essere qualcuno. Per me e la mia famiglia.[4]
  • Ricordo che un giorno io e Cus stavamo discutendo di un incontro, in modo piuttosto derogatorio, ero un giovane di appena 14 o 16 anni e gli dissi che quel pugile non meritava tanti soldi. Cus replicò dicendo: "Hey, una volta che si sale su ring si merita fino all'ultimo centesimo". Quando si combatte c'è una clausola non scritta, ma che tutti conosciamo, ovvero che si può morire durante un allenamento o un combattimento. La ricompensa deve valere il rischio.[2]
  • Sono il più giovane campione del mondo; sarò anche il più vecchio.[1]
  • Sono salito sul ring deciso a tirare fuori la belva che è in me.[1]
  • Un buon pugno fa strillare un avversario come una donna.[1]
  • Voglio vivere la mia vita sobria. Non voglio morire. Sono sul punto di morire, perché sono un alcolista.[6]

True. La mia storia[modifica]

  • Quando ci sloggiavano da un palazzo abbandonato, passavamo al successivo. Era un trauma ogni volta, ma cos'altro poteva fare? La cosa che più odio di me stesso l'ho imparata da mia madre: non fermarsi davanti a niente. Mai.
  • [Parlando del carcere minorile] Dopo quella prima volta, entrare e uscire da Spofford diventò una routine, come andare in villeggiatura. Durante uno dei miei soggiorni là ci radunarono tutti nell'auditorio e proiettarono Io sono il più grande, il film su Muhammad Ali. Finita la pellicola, scoppiammo in un applauso fragoroso, per restare subito dopo a bocca aperta: Alì in persona era salito sul palco. Era un gigante. Non aveva ancora detto una parola, e io avevo già deciso: volevo diventare come lui. Il suo discorso fu un'ispirazione.
  • Un vero campione dovrebbe combattere il match della vita anche se gli hanno rapito il figlio o ammazzato la madre. Il suo distacco emotivo deve essere assoluto. Anche gli artisti sono così. Ho letto di musicisti strafatti, che riuscivano comunque a salire sul palco e offrire al pubblico uno spettacolo memorabile. Dietro le quinte non si reggevano in piedi, ma tenevano duro grazie alla loro disciplina e determinazione. A volte passavano direttamente dallo stadio all'ospedale. Io volevo diventare come una di quelle star o di quei campioni.
  • [Su Cus D'Amato] Pensavo di essere un privilegiato: anche gli altri pugili lavoravano per vincere il titolo, ma solo io avevo un genio come preparatore.
  • Guardai il mio appartamento e vidi come mia madre aveva vissuto, nella povertà e nel caos; poi pensai a com'era morta. Quello cambiò la mia prospettiva sul modo in cui avevo intenzione di passare la vita. Magari sarebbe stata breve, ma avrei fatto di tutto perché fosse gloriosa.
  • Mi stressava anche solo camminare per strada. Dei tizi mi avvicinavano e mi dicevano che avevano scommesso tutto su di me e che dovevo vincere, altrimenti avrebbero perso la casa e la moglie li avrebbe lasciati. Non volevo deluderli.
  • In tutta onestà, non ero fatto per essere famoso. Ora che racconto queste storie, non riesco a credere di essere stato a quel tempo un mostro tanto ignorante e irriconoscente. Tutta quella fama ti fa sentire vuoto, se non sei in pace con te stesso.
  • Prima di andare in Messico ce l'avevo con il mondo intero. Non avevo mai conosciuto nessuno che fosse più povero di quanto ero stato io. Non potevo immaginare che al mondo esistesse gente “così” povera. Fui sconvolto da quella verità e quasi mi arrabbiai con loro: ora non potevo più piangermi addosso. Il mio successo era nato soprattutto dalla vergogna che provavo a causa della mia povertà. Quella vergogna mi ha fatto soffrire più di qualsiasi altra cosa nella mia vita.
  • Il mio incontro migliore è stato proprio quello contro Douglas, perché lì ho dimostrato che potevo prenderle da uomo e poi rimettermi in piedi.
  • Rapper, poeta, attivista… be', Tupac era tutto: Huey Newton, Mao Tse-tung e Karl Marx insieme. Io sono in grado di citare Marx e Hegel, ma lui conosceva tutte le teorie rivoluzionarie, poteva discuterne per ore. Se parlavi con lui e arrivavi a conoscerlo bene, ti rendevi conto che non era un teppista, ma uno a cui piaceva istruire il prossimo.
  • Quando combatti contro un americano e lo metti ko, inevitabilmente la volta successiva lo vedi esitare sul ring. Ma se hai a che fare con un messicano, anche se la prima volta l'hai messo giù, la volta successiva combatterà come se fosse stato lui a stenderti. Non si lasciano intimidire, tornano sul quadrato con sfrontatezza e ci danno dentro.
  • Proprio allora Holyfield mi diede un'altra testata. Mi piombò addosso un senso di spossatezza, come se stessi per avere un blackout; furono la rabbia e l'adrenalina che mi scorrevano in corpo a darmi la scossa. Volevo ucciderlo. Era evidente che i colpi di testa erano intenzionali. E io mi trasformai in un soldato indisciplinato e persi ogni autocontrollo. Fu allora che gli diedi un morso all'orecchio.
  • Ero un casino vivente.
  • Più ci riflettevo più mi piaceva l'idea di farmi fare sul volto un tatuaggio che veniva usato dai guerrieri per spaventare i loro avversari. È per questo che lo scelsi.
  • L'esperienza più spaventosa della mia vita era stata vincere il titolo mondiale senza Cus al mio fianco. Di colpo ero ricco sfondato, ma completamente smarrito. E a quel punto erano arrivati gli avvoltoi e le sanguisughe.
  • Sapevo che la Russia non era adatta a me. Là, la parola “equilibrio” non fa parte del vocabolario. È tutto smodato, niente vie di mezzo. Per questo mi trovavo tanto bene. Era un paese perfetto per i miei demoni. Ci stavo da dio. Potevo fare qualunque cosa impunemente.
  • [Sulla morte della figlia Exodus]Di tutte le tragedie della mia vita, la morte di Exodus è l'unica alla quale non riesca a trovare un senso. Non c'è nessuno con cui prendersela, posso solo rassegnarmi e accollarmi la sofferenza. Ormai sono passati quattro anni, e ancora non so se riuscirò a sopravvivere alla sua perdita. Se fossi stato presente, sarebbe andata diversamente? Me lo chiedo spesso.
  • Per adempiere al precetto dell'hajj, devi camminare intorno alla pietra sette volte e baciarla, ammesso di arrivarci. Moltissimi musulmani vanno alla Mecca da una vita, senza mai riuscire ad avvicinarsi abbastanza da baciarla. Io lo feci quattro volte in trenta minuti. Per permettermelo fecero aprire la folla come il Mar Rosso davanti a Mosè. Spinsero da parte i devoti più pii affinché io potessi appoggiare la mia lurida bocca di cocainomane sulla pietra. Mi sentii uno schifo.
  • Molti sostengono che la boxe è morta, ma a me l'annuncio sembra prematuro. Tornerà alla ribalta, ve lo dico io. Nella sua forma moderna esiste da quasi duecento anni, non morirà tanto facilmente. Basta aspettare l'avvento di un nuovo peso massimo davvero grande. Sarà uno spettacolo di cui nessuno si stancherà più.
  • La carne non mi mancava affatto. Sgarrai un'unica volta, mangiando un boccone minuscolo di bistecca, e stetti talmente male da vomitare. Ormai era diventata veleno per il mio organismo. La quantità abnorme di carne che mangiavo un tempo non faceva che alimentare la mia aggressività, e i latticini mi gonfiavano come un pallone. Ora avevo sostituito l'una e gli altri con i legumi, e Kiki mi preparava frullati di frutta e verdura squisiti. Adottato con rigore, il veganismo mi guarì da ogni disturbo: pressione alta, artrite e iperglicemia svanirono come d'incanto.
  • Non accadrà mai più che i programmi sportivi annuncino un nuovo contratto multimiliardario per Mike Tyson. Quei giorni sono finiti per sempre. Ma posso ancora continuare a intrattenere le persone. Non ci guadagnerò molto, ma mi piace comunque. E se fai ciò che ami, capitano sempre cose belle.
  • Per gran parte della mia carriera mi sono sentito come un mostro da circo, e in seguito come un mostro e basta.
  • Se nasci povero, provi l'impulso di accumulare il più possibile quando ne hai l'occasione. Ma con l'età, ti rendi conto che la vita non è fatta di ciò che ottieni, ma di ciò che perdi.
  • Ho avuto una vita straordinaria, in tutto: nel bene, nel male, nel brutto, nel mediocre, nell'orrendo.
  • Sono esistiti uomini più ricchi, o più famosi, ma nessuno aveva la mia arroganza.
  • È evidente che l'odio che nutro nei confronti di me stesso sia patologico. Ho fatto cose terribili. In base alla morale dei testi sacri che ho letto – la Torah, il Corano, il Nuovo Testamento, la Bhagavadgita, tutti quanti – finirò dritto all'inferno. D'altronde, ci sono nato.
  • Non volevo diventare Iron Mike. Lo odiavo, quel tizio. Ho dovuto adeguarmi, per sopravvivere, ma è stato un errore.

Citazioni su Mike Tyson[modifica]

  • [Nel 1988] Questo hombre fuerte mi pare un incrocio fra il bisonte e il gorilla. Nel vasto petto gli ruggono diavoli spietati, che paiono realizzarsi solo nel gusto vandalico della distruzione. The noble Art si squalifica a pretesto omicida: non è più scherma fatta con le braccia, che dopo tutto sono le gambe anteriori dell'uomo antico: non è più danza virile, non invenzione, astuzia, coraggio. Tyson abbassa le corna al gong e inizia la carica: chi osa opporsi alla sua corsa è condannato senza mercé. (Gianni Brera)

Note[modifica]

  1. a b c d e f g h i j Citato in Palla lunga e pedalare, p. 82.
  2. a b c Da un'intervista di Isabele Kumar Dal ring al palcoscenico, l'"Incontestabile Verità" di Mike Tyson, Euronews.it, 14 ottobre 2014.
  3. Citato in Mike Tyson’s six tattoos and their meaning from communist leaders to former tennis champ and ex-wife he cheated on, thesun.co.uk, 15 maggio 2020.
  4. a b c d Citato in Mike Tyson, c'era una belva: "Cerco solo tranquillità gettatemi nella polvere", Repubblica.it, 4 novembre 2013
  5. a b Da un'intervista rilasciata a USA Today; citato in Mayweather-Pacquiao, Tyson boccia l'evento: "Sono solo uomini d'affari", Si24, 30 aprile 2015.
  6. a b Citato in Citato in Mike Tyson: «Sto morendo per alcol e droga», Corriere.it, 25 agosto 2013.

Bibliografia[modifica]

Film[modifica]

Voci correlate[modifica]

Altri progetti[modifica]