Milton Obote

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Milton Obote

Apollo Milton Opeto Obote (1925 – 2005), politico ugandese.

Citazioni di Milton Obote[modifica]

  • Amin non l'ho creato io. Fu Dio a crearlo. (luglio 1980)
I did not create Amin. It is God who created Amin.[1]
  • Appartengo a una tribù, a una religione, ma non credo nel tribalismo e non credo nella religione che mi separa dal resto del popolo... ma voglio sottolineare che a volte un leader è solo. Nell'Uganda People's Congress, comunque, un leader che sia solo non è un leader. (5 novembre 1980)
I belong to a tribe, religion, but I do not believe in tribalism and I do not believe in religion separating me and the rest of the people... but I want to emphasize that a leader is sometimes alone. However, in UPC, a leader who is alone is no leader.[1]
  • Ci sono molte persone qui che non sono africani e che non conoscono africani, che hanno rifiutato di credere che un africano sia un essere umano. (5 agosto 1968)
There are many people here who are not Africans and who do not know Africans – who have refused to believe that an African is a human being.[1]
  • Che tutto il nostro popolo respinga l'idea che ci sia in Uganda una tribù più importante delle altre tribù. Dopo aver respinto queste idee, dobbiamo costruire la base dell'unità nazionale, e ce la possiamo fare. (12 aprile 1968)
Let us all our people reject any idea that there is a tribe in Uganda which is more important than other tribes. After we have rejected those ideas, we must build a platform for national unity, and we can do this.[1]
  • È vero che in Uganda parliamo molte lingue, ma la differenza linguistica non costituisce affatto una difficoltà per l'unità dell'Uganda; e non lo sono neanche le differenze religiose. (12 aprile 1968)
It is true that in Uganda we speak many languages. But difference of languages is no difficulty at all in the unity of Uganda; and the difference of religion is no difficulty at all.[1]
  • I giovani d'oggi e di domani non dovrebbero crescere in perimetri tribali chiusi. Dobbiamo staccarci dalla storia presente; dobbiamo crearci la nostra propria storia. (17 giugno 1970)
The youth of today and tomorrow should not grow up in closed tribal perimeters. We must break away from the present history; we must make our own history.[1]
  • I più grandi e i più ricchi fra noi, e forse anche quelli tra noi con il più alto livello di istruzione, non possono reggere senza l'appoggio dell'uomo comune. (21 dicembre 1970)
The biggest of us all, the richest of us all, and perhaps the highest educated of us all, cannot stand without the support of the common man.[1]
  • Il passato appartiene ai nostri nonni, il presente appartiene agli adulti di oggi, ma il futuro, che è di massima importanza per il nostro paese, appartiene alla gioventù. (8 ottobre 1968)
The past belongs to our grandfathers, the present belongs to the adults of today, but in the future which is of the greatest importance to our country belongs to the youth.[1]
  • La discriminazione per ragioni politiche è di per sé vietata dalla Costituzione ma continua unicamente perché Museveni sa che, senza la discriminazione e la soppressione dei diritti umani e delle libertà dei cittadini, il suo Partito non può avere alcuna possibilità in qualsiasi elezione libera, giusta e competitiva che si svolgano su un piano di parità.
Discrimination on political grounds is itself prohibited by the Constitution but continues simply because without discrimination and the suppression of the human rights and freedoms of the citizen, Museveni knows that his Party cannot stand a chance in any free and fair competitive multiparty elections on a level playing field.[2]
  • La principale difficoltà dell'Africa sono i vincoli che continuano a legarla alle potenze coloniali, quelle stesse potenze che hanno distrutto la nostra cultura e sfruttato le nostre ricchezze umane e materiali. Qual è la cosa più urgente? Creare un forte e centralizzato potere panafricano. Gli Stati Indipendenti dell'Africa devono rinunciare a una parte della loro sovranità a favore della creazione di un organo centrale legislativo e di un organo esecutivo dotato di speciali poteri. Se vogliamo abbattere il colonialismo dobbiamo passare all'azione... Sono qui per mettere a disposizione il territorio dell'Uganda come campo di addestramento per gli eserciti di terra necessari alle forze di liberazione nella lotta contro il colonialismo. (Discorso all'Oua, 22 maggio, 1963)[3]
  • La Sacra Bibbia insegna che Dio creò l'essere umano a Sua immagine e ha dotato ogni persona di diritti umani inalienabili e di libertà che, nel caso del popolo dell'Uganda, sono stati soppressi da Museveni che sembra credere di essere a sua volta un dio o di essere più grande di Dio. Questa bestemmia è all'origine dell'impoverimento del popolo dell'Uganda causato dalla dittatura di Museveni, perché Museveni schernisce e non ha alcun rispetto per gli esseri umani creati da Dio e vuole che siano poveri, afflitti da malattie, malaticci ed ignoranti.
The Holy Bible teaches that God created human beings in His own image and endowed every person with inalienable human rights and freedoms which, in the case of the people of Uganda, have been suppressed by Museveni who appears to believe that he is also a god or that he is greater than God. This blasphemy is at the root of the impoverishment of the people of Uganda by the Museveni dictatorship, because Museveni derides and has no respect for human beings created by God and wants them to be poor, disease ridden, sickly and ignorant.[2]
  • La vecchia descrizione dell'Africa come il «continente nero» ora non può bastare. L'Africa deve descriversi nei suoi propri termini, e ciò può essere fatto solo dall'Africa stessa. (17 agosto 1966)
The old description of Africa as the "dark continent" cannot now do. Africa must describe itself in its own way and that can only be done by the Africa.[1]
  • Museveni è il solo Presidente in Africa il cui regime abbia adottato ed eseguito e possa adottare ed eseguire operazioni militari per commettere crimini contro l'umanità, che ammetta i massacri perpetrati dal suo esercito e che rimanga tuttora il preferito dei governi nella comunità dei donatori.
Museveni is the only President in Africa whose regime adopted and executed and can adopt and execute military operations for crimes against humanity and who admits massacres by his army and still remain very much the favourite of the governments in the donor Community.[4]
  • Negli ultimi 15 anni, la dittatura di Museveni ha intenzionalmente ridotto in condizioni rovinose e lasciati sprovvisti di medicine gli Ospedali e i Dispensari costruiti dal Governo dell'UPC, perché quelli che si ammalano non ricevano prestazioni mediche e muoiano. I bambini nati prematuri negli Ospedali rurali sono stati tenuti al caldo con stufe di carbone anziché incubatori.
In the past 15 years, the Museveni dictatorship has deliberately reduced the Hospitals and Dispensaries built by the UPC government to dilapidated states and with no drugs so that those who fall sick, should not receive medical services and should die. Babies born premature in rural Hospitals have been kept warm by charcoal stoves instead of incubators.[2]
  • Nessuna partita di calcio, per esempio, sarebbe considerata giusta se le regole stabilissero che una sola squadra sia composta da giocatori normodotati e allenati per competere contro una squadra di giocatori disabili o di spettatori che siano individui male assortiti.
No football match, for instance, would be accepted as fair if the rules provided for only one Team to be composed of able bodied and trained players to compete against a Team or Teams composed of disabled players or of onlookers who are motley individuals.[2]
  • Noi qui in Uganda, per esempio, non vogliamo che i cinesi o i russi siano i nostri padroni domani, così come non vogliamo né accettiamo che, direttamente o indirettamente, qualsiasi potenza occidentale sia il nostro padrone. (19 dicembre 1970)
We here in Uganda, for instance, do not want either the Chinese or the Russians to be our masters tomorrow; in the same way that we do not want nor accept any Western power either directly or indirectly to be our masters.[1]
  • Per certe potenze europee, l'Africa è la loro riserva e parco giochi. Per loro, nessun governo africano ha il diritto d'esercitare l'autodeterminazione. (19 dicembre 1970)
To some European powers, Africa is their preserve and playing field. To them, no African government has the right to exercise self-determination.[1]
  • Quando ottenemmo l'indipendenza, la nostra costituzione contenne delle clausole ambigue che non chiarirono se l'Uganda fosse una repubblica, una monarchia, o uno Stato federale o unitario. Abbiamo semplificato sbrigativamente le cose sin dal 1966. Ora siamo ora una repubblica, e tentiamo di emancipare il popolo economicamente e mentalmente. (settembre 10 1970)
When we got independence, our constitution had certain ambiguous provisions which did not make it clear whether Uganda was a republic, a monarchy, a federal or a unitary State. Since 1966, we have been streamlining things. We are now a republic and we are endeavouring to emancipate the people economically and mentally.[1]
  • Quando vedi bere i tuoi genitori, i tuoi fratelli, le tue sorelle, non pensare che se la stiano godendo. In realtà stanno soffrendo. (10 ottobre 1968)
When you see your parents, brothers, sisters drinking, don't think they are enjoying it. They are actually suffering.[1]
  • Questa è l'era dell'uomo comune e, quindi, la politica basata sui capi non può funzionare. È l'uomo comune che ha il voto. È il suo regno e la sua era. (9 giugno 1963)
This is the age of the common man and, therefore, politics based on bosses cannot work. It is the common man who has the vote. It is his reign and it is his age.[1]
  • Sarebbe sbagliato per l'Africa chiudere le sue frontiere e svilupparsi nell'isolamento. L'Africa fa parte del mondo, una parte molto importante di esso, e deve mantenere il contatto col resto della Terra. Ma ciò non significa che l'Africa debba fare il pappagallo e scimmiottare in tutto gli altri continenti e paesi senza considerare la loro utilità sul suolo africano. (12 aprile 1969)
It would be wrong for Africa to be a closed shop and develop in isolation. Africa is a part of the world and a very important part of it, and has to maintain contact with the rest of the world. But that must not mean that Africa has to be a parrot and copy everything from other continents and countries irrespective of their usefulness on the soil of Africa.[1]
  • Vi avverto, popolo di Soroti; se vi comportate come una certa tribù che conoscete molto bene, non esiterò affatto. Manderò i miei ragazzi a distruggere sia voi che le vostre proprietà. Ripeto, manderò i miei ragazzi a distruggere sia le vostre vite che le vostre proprietà. Dico questo per Dio e la mia patria... Un buon muganda è un muganda morto.
I warn you people of Soroti, if you behave like a certain tribe you know very well, I shall not hesitate at all, I will send my boys to destroy both you and your property. I repeat, I will send my boys to destroy both your lives and property. I say this for God and my country... A good Muganda is a dead one.[5]
  • Viviamo in un mondo di giganti e di nani. Viviamo in un mondo di grandi potenze e di piccole nazioni. Le piccole nazioni sono costantemente preoccupate dalla tendenza delle grandi potenze di usare come giganti la loro gigantesca potenza. (10 giugno 1969)
We live in a world of giants and dwarfs. We live in a world of big powers and small nations. The small nations are constantly worried by the tendency of big powers to use their giant's powers like giants.[1]
  • Vorrei dirvi che ho trovato l'incarico di presidente molto leggero, ma ho trovato l'impegno di essere il comandante in capo piuttosto pesante. (24 ottobre 1968)
I want to tell you that I have found the work of the presidency very light, but I found the work of being the Commander-In-Chief rather heavy.[1]

Dal discorso all'Università di Makerere, 1967

Riportato in Ayo Langley, Ideologies of Liberation in Black Africa, 1856-1970, Rex Collings, 1979

  • Voglio dire brevemente che l'Uganda trova difficoltà nell'identificarsi, e che l'Uganda ha un serio problema linguistico. La nostra attuale politica come governo è di insegnare sempre più inglese nelle scuole. Siamo pienamente consapevoli degli svantaggi inerenti a questa politica. Sappiamo che l'inglese, prima dell'indipendenza, era la lingua di chi amministrava. Era la lingua dei dominatori e per mezzo della quale l'Uganda fu dominato. Sappiamo che molti del nostro popolo impararono l'inglese per servire nell'amministrazione, quanto meno per servire i nostri passati padroni. Potrebbe sembrare che stiamo facendo esattamente la stessa cosa; la nostra politica di insegnare più inglese potrebbe alla lunga semplicemente accrescere ulteriormente il potere nelle mani di coloro che parlano l'inglese, e migliorare lo status economico di coloro che conoscono l'inglese. Lo diciamo perché non vediamo alcuna possibilità da parte nostra di poter fare in modo che l'inglese sia conosciuto da metà della popolazione dell'Uganda entro i prossimi quindici anni. L'inglese, quindi, rimane la lingua nazionale in Uganda quando allo stesso tempo è una lingua che la minoranza del nostro popolo può usare per fini politici allo scopo di migliorare le proprie posizioni politiche. Alcuni del nostro popolo potrebbero usarla per migliorare il loro status economico. Malgrado questa argomentazione, non troviamo nessuna alternativa all'inglese nell'attuale situazione dell'Uganda. Abbiamo, di conseguenza, adottato l'inglese come nostra lingua nazionale.
I want to say briefly that Uganda finds difficulties in identifying herself, and that Uganda has a serious language problem. Our present policy as a Government is to teach more and more English in schools. We are not unmindful of disadvantages inherent in this policy. We know that English, before Independence, was the language of the administrator. It was the language of the people who were rulers and by which Uganda was ruled. We know that many of our people learned English in order to serve in the Administration, at least to serve our former masters. It would appear that we are doing exactly the same; our policy to teach more English could in the long run just develop more power in the hands of those who speak English, and better economic status for those who know English. We say this because we do not see any possibility of our being able to get English known by half the population of Uganda within the next fifteen years. English, therefore, remains the national language in Uganda when at the same time it is a language that the minority of our people can use for political purposes to improve their own political positions. Some of our people can use it in order to improve their economic status.
In spite of this reasoning, we find no alternative to English in Uganda's present position. We have, therefore, adopted English as our national language.
  • Penso che il problema posto da lingue come il runyoro/rutoro e il luganda nel contesto della posizione geografica dell'Uganda sia un problema diverso da quello posto, per esempio, dallo swahili. L'insegnamento del runyoro/rutoro o del luganda aiuterà l'Uganda negli anni a venire nel senso che gli Ugandesi potranno comunicare fra di loro con una lingua comune, ma non aiuterà l'Uganda a comunicare con i suoi vicini. Sarebbe difficile per coloro che vivono oltre il confine sudanese essere interessati a imparare il luganda o il runyoro/rutoro dal momento che il loro rapporto con l'Uganda è in realtà un rapporto con l'Africa orientale. Sarebbe difficile per i congolesi che, per inciso, parlano già una sorta di swahili, prendersi la briga di imparare una nostra nuova lingua nazionale poiché sanno che attraverso le frontiere dell'Uganda ci sono milioni di persone che parlano una lingua che essi già conoscono – cioè, lo swahili.
I think the problem posed by languages like Runyoro/Rutoro and Luganda in the context of Uganda's geographical position is a different problem from that posed, for instance, by Swahili. The teaching of Runyoro/Rutoro or Luganda will assist Uganda in the years to come in that people of Uganda will be able to communicate with one another in one common language. But it will not assist Uganda in communicating with her neighbours. It would be difficult for those across the Sudanese border to be interested in learning Luganda or Runyoro/Rutoro when their contact with Uganda is really contact with East Africa. It would be difficult for the Congolese who already, by the way, speak some kind of Swahili to bother to learn our new national language when they know that across the borders of Uganda there are millions of people who speak a language they already know—which is Swahili.
  • Il governo e il popolo d'Uganda sanno che ci sono certi vantaggi nell'imparare l'inglese. Non potremmo, per esempio, adottare come nostra lingua nazionale il lugbara, una delle nostre lingue settentrionali. È chiaro che il compito di insegnare il lugbara stesso oltrepasserebbe la nostra capacità e abilità, e, poiché la lingua ha un potere economico in quanto in un paese di questo tipo chiunque conosca la lingua ufficiale ha la probabilità di raggiungere posizioni sempre più alte nel servizio governativo, il progetto di insegnare o di adottare il lugbara potrebbe avere come risultato gravi tumulti e instabilità.
    Ritengo che lo stesso vale praticamente per ogni altra lingua in Uganda. È probabilmente giusto dire che il luganda e il lunyoro sono parlati dalla maggioranza del nostro popolo, ma nel preciso istante in cui adottassimo uno dei due come lingua ufficiale per scopi amministrativi o per la legislazione, alcuni di noi dovrebbero uscire dal governo. Io, per esempio, non potrei parlare nel parlamento in luganda, né potrei farlo in lunyoro, e penso che più di metà dei membri dell'attuale assemblea nazionale dovrebbe dimettersi. Le aree che rappresentiamo ora non vorrebbero nessuno che parli luganda per rappresentarli. Si sentirebbero non rappresentati. Quindi, ancora una volta, non troviamo alcuna alternativa all'inglese.
The Government and the people of Uganda do realise that there are certain advantages in our learning English. We could not, for instance, adopt Lugbara—one of our Northern languages as our national language. It is clear that the task of teaching Lugbara itself would be beyond our capacity and ability and since language has an economic power in that whoever in a country of this kind knows the official language is likely to get higher and higher in the Government service, the task of teaching Lugbara or adopting it could result in serious riots and instability.
I suggest that the same applies practically to every other language in Uganda. It is probably safe to say that Luganda and Lunyoro, are spoken by the greatest number of our people but immediately we adopt either of them as the official language for administrative purposes or legislation, some of us will have to go out of the Government. I, for instance, would not be able to speak in Parliament in Luganda, neither could I do so in Lunyoro, and I think more than half the present National Assembly members would have to quit. The areas we now represent would not like to have just any person who speaks Luganda to represent them. They would feel unrepresented. So, there again, we find no alternative to English.
  • Oggi devo, come tutti i miei colleghi in Africa,pensare in una lingua straniera per esprimermi con gli africani su problemi che colpiscono gli africani. Quando mi sposto da Kampala per parlare con il popolo, devo parlare in inglese. Ovviamente non ho alternativa, ma perdo tanto, specialmente per quanto riguarda il partito. Il partito accoglie tutti e alcuni dei più grandi e più impegnati lavoratori sono coloro che non parlano l'inglese, eppure il leader del partito non può convocare questo grande, dedito lavoratore in privato e dirgli «Grazie» in una lingua che l'uomo capirà. Dev'essere tradotto. Ci deve essere sempre un terzo, ed è per questo che si dice che non ci sono segreti in Africa. Questa è la nostra sfida. Siamo un paese giovane, e la vitalità della gioventù dovrebbe poterci condurre a giorni migliori. Esorto vivamente il popolo d'Uganda in particolare a trasformare le debolezze di oggi nella forza di domani.
Today I have to, like all my colleagues in Africa, think in a foreign language in order to express myself to Africans on problems affecting Africans. When I move out of Kampala to talk to the people, I have to talk in English. Obviously I have no alternative but I lose a lot especially as far as the Party is concerned. The Party welcomes everybody and some of the greatest and most dedicated workers are those who do not speak English and yet the Party Leader cannot call this great dedicated worker alone and say “Thank you” in a language the man will understand. It has to be translated. There must always be a third party, and that is why it is said there are no secrets in Africa. This is our challenge. We are a young country and the vitality of youth should be able to lead us to greater days. I urge particularly the people of Uganda to turn the weaknesses of today into the strength of tomorrow.

Dal discorso a Bushenyi, 27 maggio 1980

Riportato in Obote’s memorable speech at Bushenyi on May 27, 1980, Monitor.co.ug, 2 giugno 2013

  • Sono umilmente qui davanti a voi in un paese che è stato devastato, saccheggiato e spogliato per più di otto anni dal regime brutale e mostruoso di Idi Amin. Sono pienamente consapevole della sofferenza e la miseria indescrivibile inflitta al nostro popolo dal mostro Amin e i suoi seguaci. I suoi tentativi di schiavizzare l'intera nazione, di brutalizzare e torturare un numero infinito di persone del nostro popolo col sostegno di traditori, mercenari e altri agenti stranieri hanno lasciato una cicatrice sul nostro paese che non sarà facile cancellare.
I stand humbly before you today in a country ravaged, plundered and divested for over eight years by the brute and monstrous regime of Idi Amin. I am deeply conscious of the untold suffering and misery inflicted on the people of our country by the monster Amin and his henchmen. His attempt to enslave the entire nation, brutalise and torture countless number of our people with the help of traitors, mercenaries and other foreign agents have left scar on our nation which will not be easy to erase
  • La liberazione dell'Uganda dal regime dell'omicidio non ha senso se non intraprendiamo senza indugio il combattimento contro un altro arcinemico, cioè la povertà, l'ignoranza, e la malattia.
The liberation of Uganda from the rule of murder is meaningless unless we embark without delay in combating another arch-enemy namely: poverty, ignorance, and disease.
  • Si sarebbe – com'è ovvio – creduto che quanto successe in Uganda negli ultimi nove anni ci avrebbe insegnato una lezione permanente, e inculcato nel nostro popolo un nuovo senso di unità e lo zelo nel salvaguardare con grande attenzione la nostra libertà appena conquistata così difficilmente. Dopo solo un anno dalla nostra liberazione, però, ancora una volta l'opportunismo, l'ambizione personale e l'avidità di alcuni dei nostri leader hanno dato la stura a tutti i futili battibecchi che in passato contribuirono con una tale vendetta alla frammentazione della nostra società e permisero a Amin di ottenere facilmente e consolidare il suo controllo sul nostro paese, creando una devastazione senza precedenti. Invito tutti gli ugandesi a rendersi conto che solo attraverso la divisione possono verificarsi tali calamità e, nel vedere lo stato in cui si trova il nostro paese oggi, riconoscere quanto sia semplice disfare ciò che ci vollero anni a costruire.
One would have naturally assumed that what happened in Uganda over the past nine years will have taught us a permanent lesson and instilled in our people a new sense of unity and the zeal to closely guard our newly won freedom. However, in just a year since our liberation, opportunism, personal ambition and greed of some of our leaders have once again vent to all petty bickering which in the past contributed with such a vengeance to the fragmentation of our society and enabled Amin to easily gain and consolidate his control of our country and create unprecedented havoc. I call upon all Ugandans to heed the fact that it is only through disunity that such calamities can occur and looking at the state of our country today, recognise how simple it is to undo what takes literally years to build.
  • È ironico che dopo tutte le solenni affermazioni dei leader del cosiddetto mondo civilizzato sull'orrore e le atrocità commesse da Hitler durante la Seconda guerra mondiale, nessun capo d'una grande potenza si sentì obbligato a porre fine a simili atrocità commesse dal mostro in Uganda nell'ultimo quarto del ventesimo secolo.
It is ironic that after all the pontifications by the leaders of our so-called civilised world about the horror and atrocities committed by Hitler during the second World war, no leader of any major power felt compelled to put an end to similar atrocities committed by the monster in Uganda in the last quarter of the 20th century.
  • Non importa chi scrive la storia e dove viene scritta. La tragedia ugandese deve essere ricordata come uno degli eventi più vergognosi della storia recente del mondo.
No matter who writes history and where it's written, the Ugandan tragedy must go down as one of the most shameful events in the recent history of the world.
  • Sappiamo tutti che quando Amin intraprese la sua missione diabolica di uccidere i cittadini dell'Uganda per la prima volta, pose l'accento sulla necessità di uccidere i soldati provenienti da Acholi e Lango. Non ci volle molto per estendere la sua mostruosa missione a tutte le tribù dell'Uganda. La lezione è chiara: la distruzione dell'intero corpo è facilitata quando uno rompe le righe.
We all know that when Amin first embarked on his devilish mission to kill citizens of Uganda, he laid emphasis on the necessity to kill soldiers who were from Acholi and Lango. It did not take long to extend his monstrous mission to cover all tribes of Uganda. The lesson is clear: destruction of the whole comes easily when one breaks ranks.

Dall'intervista della Bbc, 8 febbraio 1985

Riportato in Uganda's President Milton Obote, Bbc.co.uk

  • Non mentirò al popolo d'Uganda. Che qualcuno che perde un'elezione debba essere sistemato in un'amministrazione dopo che si è dato alla macchia e ha sparato ad alcuni autobus e ambulanze e ucciso persone, infermieri, insegnanti, studenti, debba poi essere anche riportato al governo? In tal caso ti puoi scordare i mezzi costituzionali di governo, perché qualcun altro rifarà la stessa cosa.
I'm not going to deceive the people of Uganda. That someone who loses an election should be accommodated in an administration after he has gone into the bush and shot a few buses and ambulances and killed some people, nurses, teachers, students, and then we bring him back to government? In which case you forget about the constitutional means of governance, for somebody else is going to repeat the same kind of thing.
  • Museveni era un membro della commissione militare. Era il numero due nella commissione militare. Lui e gli altri membri della commissione militare organizzarono le elezioni, e poco dopo le elezioni decise di combattere, ma non ha fatto tanti progressi. Nella sua propria zona, dove è nato, non è efficace, non è conosciuto, ed è egli stesso un profugo in un'altra zona d'Uganda.
Museveni was a member of the military commission. He was number two in the military commission. He and the rest of the members of the military commission organised elections. And soon after elections he decided to fight, and he hasn't progressed very much. In his own area, where he was born, he's not effective, he's not known, and he's a refugee himself in another part of Uganda.
  • Perché mai credete che Museveni sia così importante in questo paese? Prima di tutto, non è un cittadino. Non è un cittadino! Ha perso un'elezione. Per lui non c'è alcun percorso praticabile in questo paese perché è un bandito.
Why do you think Museveni is all that important in this country? First of all, he's not a citizen. He's not a citizen! He lost an election. He has no path that is viable in this country because he's a gunman.
  • Vale la pena parlare ai Robin Hood di questo mondo? Alla Baader Meinhof in Germania? Alla gente dell'Irish Republican Army? Vale la pena parlare a un branco di gangster e terroristi?
Is it worthwhile talking to the Robin Hoods of this world? Baader Meinhof in Germany? The Irish Republican Army people? Is it worthwhile talking to a bunch of gangsters and terrorists?

Da Mass killings and dictatorship in Uganda

Riportato in Upcparty.net, 14 aprile 2000

  • La dittatura dell'Uganda ed i governi delle più antiche democrazie sono decisi ad ingannare e a frodare l'opinione pubblica mondiale per farle credere che la dittatura che è in vigore da ormai oltre 14 anni e sotto il cui regime è stata instaurata la cultura degli omicidi di massa, in realtà non esiste e che ci sia stata e ci sia tanta libertà politica in Uganda che il prossimo Giugno l'elettorato deve scegliere ed adottare un sistema di governo in un referendum libero e giusto. L'inganno e la frode emergono chiaramente in quanto il referendum si svolgerà su un sistema di governo de facto che ha rimosso dalla politica il godimento e l'esercizio da parte dei cittadini dei loro diritti umani e delle loro libertà. Che il referendum sia destinato a rendere permanente questa rimozione non è riconosciuto ma al contrario nascosto dalla dittatura e dai governi delle più antiche democrazie.
The Uganda dictatorship and the governments in the older democracies are determined to dupe and defraud world opinion to believe that the dictatorship which has now existed for over 14 years and under which the culture of mass killings has been established, does not in fact exist and that there has been and there is so much political freedom in Uganda that the electorate are due this coming June to choose and adopt a system of governance in a free and fair referendum. The dupery and fraud come out clearly in that the referendum is to be held under a de facto political system of governance which has removed from politics the enjoyment and exercise by the citizen of his/her human rights and freedoms. That the referendum is to make that removal permanent is not acknowledged but instead concealed by the dictatorship and governments in the older democracies.
  • Nel febbraio del 1981, Yoweri Museveni ha scatenato e combattuto per quattro anni una guerra feroce nel distretto di Luwero. La falsa e pretestuosa ragione addotta era che le elezioni del dicembre 1980 erano state manipolate. Sebbene lui e i membri del suo partito fossero liberi di presentare ricorso presso la Corte Suprema per ottenere riparazione, ha evitato la Corte precisamente per due motivi. Il primo era che non poteva provare dinnanzi alla Corte che le elezioni erano state alterate. Il secondo motivo era che nel 1979/80 aveva costituito un esercito personale per la conquista e governo dell'Uganda in base a un regime che sopprime i diritti umani e le libertà dei singoli cittadini.
In February 1981, Yoweri Museveni launched and waged a vicious war for four years in Luwero District. His fake and spurious reason was that the December 1980 elections had been rigged. Although he and members of his Party were free to petition the High Court for redress, he avoided the Court precisely on two grounds. The first was that he could not prove in Court that the elections had been rigged. The second ground was that he had in 1979/80 raised a personal army for the conquest and governance of Uganda under a system, which suppresses the human rights and freedoms of the individual citizen.
  • L'abominevole sistema di governo instaurato dal Movimento dell'NRA/NRM è caratterizzato dalla soppressione – nella politica, nelle elezioni e nel governo – dei diritti umani e delle libertà dati da Dio agli individui; è stato ed è tuttora sostenuto per mezzo di inequivocabili e rilevanti omicidi di massa che, a loro volta, hanno prodotto la cultura delle armate ribelli ed il sistema è perciò un crimine contro l'umanità che, inspiegabilmente, è stato e continua ad essere sostenuto, lodato e fortemente finanziato dai governi delle più antiche democrazie. Kanangu, una comunità rurale in cui tutti gli adulti si conoscono tra di loro e sono quotidianamente in contatto dovrebbe mettere sull'avviso i governi delle più antiche democrazie, sia pure in ritardo prima del referendum, sul fatto che c'è qualcosa di estremamente orribile e malvagio in un sistema di governo sotto il quale massacri e seppellimenti possono avvenire in un'area rurale in cui tutti si conoscono tra di loro senza che non una sola persona sia al corrente di nulla sui massacri ed i seppellimenti segreti. Anche nel caso che tutte le vittime erano estranee come gli hutu o i congolesi è impossibile che nessuno a Kanungu sapesse degli omicidi di massa e dei seppellimenti, cosa che quindi fa sorgere la domanda sul perché i residenti di Kanungu ignorino completamente tutto.
The abominable system of governance established by the NRA/NRM/Movement, is characterized by the removal of the God given human rights and freedoms of the individual from politics, elections and governance; has been and is sustained by pronounced and preponderant mass killings which, in turn, has produced the culture of rebel armies and the system is therefore a crime against humanity but which, unaccountably, has been and is still being supported, praised and heavily financed by governments in the older democracies. Kanungu, a rural community where all the adults know one another and are in daily contact, should alert the governments in the older democracies, even at this late hour before the referendum, that there is something most horrible and wicked in a system of governance under which massacres and burials can occur in a rural area where everyone knows one another without any single person knowing anything about the massacres and secret burials. Even if the victims were all foreigners such as the Hutus or Congolese it is impossible that no one in Kanungu knew of the mass killings and burials which therefore raises the question of why the total ignorance of the Kanungu residents.

Myths and Realities: Letter to a London Friend[modifica]

  • Abbiamo passato due anni senza un kabaka a Mengo, e non abbiamo avuto una situazione "biafrana".
We have had two years without a Kabaka at Mengo and we have not had a "Biafran" situation.
  • Non so di alcuna persona in Uganda che sia stata arrestata o vittimizzata per aver criticato il governo o per aver scritto qualcosa (non ovviamente criminale) durante lo stato d'emergenza.
I know of no person in Uganda who has been arrested or victimised because of criticising the Government or because of having written something (not otherwise openly criminal) during the state of emergency.
  • Per quanto riguarda la posizione dell'esercito ugandese, sono forse l'unico capo africano che non teme un golpe militare. Ho già pubblicamente accusato e condannato i capi militari come il generale Ankrah, il maggiore Afrifa e il defunto generale Ironsi per aver usato fucili nazionali – non loro proprietà – per mettersi in posizioni d'autorità e fingendo di governare il paese sulla falsa propaganda d'essere il "salvatore" dei loro vari paesi. Non accetto il soldato-salvatore che abusa, non costituzionalmente, delle armi nazionali per mettersi nell'incarico di un politico. Considero questo tipo di esercizio e azione, a dir poco, come corruzione. Mi sono divertito a leggere i vari articoli della stampa sul come i regimi militari hanno frenato altre forme di corruzione in certi paesi africani. Il mio punto di vista riguardo a tutti questi tipi di resoconti è che l'intera cosa è nociva. Se un politico come Nkrumah o Nyerere o Kenyatta, che videro le possibilità degli africani di essere liberi nei loro propri paesi: lavorarono per questo, soffrirono, fecero sacrifici e almeno all'inizio riuscirono a realizzare la loro visione, si rivelarono essere capi di Governi corrotti, quanto sarebbe così (per) un militare che non è mai passato attraverso quei processi di concezione, formulazione di politiche, risveglio dell'interesse del popolo per l'obiettivo dell'indipendenza, quando quel soldato divenisse il capo della nazione? La cosa che si comprende immediatamente è che il soldato che fu per tutto il tempo un vero soldato non ha conosciuto tutte le battaglie che si sono combattute, le questioni sul tappeto (le poste in gioco), la gloria [da tradurre] ed è mia opinione che un militare presiederebbe uno Stato più corrotto di quello presieduto da un politico. Se la corruzione è il problema per cui venne deposto un leader illustre come Nkrumah, allora non si può trovare la risposta sostituendolo con il Generale Ankrah. Sono dell'opinione che dev'esserci stata più corruzione in Gana al tempo del Generale Ankrah di quanta ve ne fosse al tempo di Kwame Nkrumah. Non temo quindi un colpo di Stato militare in Africa. In realtà in tempi difficili, ho preso in considerazione l'idea che gli eserciti dell'Africa dovessero assumere il controllo di tutti i Governi dell'Africa.
As regards the position of the Uganda Army, I am perhaps the only African leader who is not afraid of a military take-over. I have already publicly accused and condemned military leaders as General Ankrah, Major Afrifa and the late General Ironsi for using national guns — not their own property — in order to place themselves in positions of authority and pretend to rule the country on the false propaganda of being the "saviour" of their various countries. I do not accept the soldier-saviour who misuses, unconstitutionally, national weapons in order to place himself into the job of a politician. I treat that kind of exercise and action, to say it mildly, as corruption. I have read with amusement various press reports on how military regimes have stopped other forms of corruption in some African countries. My view of all this kind of report is that the whole thing is bad. If a politician like Nkrumah or Nyerere or Kenyatta, who saw the possibilities of Africans being free in their own countries: worked for it, suffered, made sacrifices, and succeeded at least initially in realising their vision, turn out to be Heads of corrupt Governments, how much so would a military man, who never went through those processes of imagination, formulation of policies, arousing of the interest of the people towards the goal of independence, be when that soldier becomes the boss of the country? The immediate thing to realise is that the soldier, if he was a true soldier all the time, did not know of the battles which were being fought, the issues at stake, the glory above the conquest of lowering the colonial flag, and it is my view that the military man will preside over a more corrupt Slate than the politician. If corruption is the issue for deposing an illustrious leader like Nkrumah, then the answer cannot be found in replacing him with General Ankrah. It is my view that there must have been more corruption in Ghana during the time of General Ankrah than there was in the time of Kwame Nkrumah.
I am, therefore, not afraid of military takeover in Africa. Indeed, at some awkward times I entertained the idea that the armies of Africa should take over all the governments in Africa.

Citazioni su Milton Obote[modifica]

  • Aveva creato confusione nell'esercito e impiegato giovani soldati per uccidere la gente. (Tito Okello)
  • Cantavano così anche per Obote, poi hanno capito che aveva trasformato l'economia in un conto corrente personale. (L'ultimo re di Scozia)
  • Lavorate per lui? Per Obote, eh? Quel... quel... quel dannato pazzo ubriacone? Voi volevate uccidere me per quel dannato pazzo ubriacone, eh? (Idi Amin Dada, L'ultimo re di Scozia)
  • Non si può dire che Obote, presuntuoso com'è, sia una persona simpatica. Però è un abilissimo giocatore, un dialettico e un grande sofista politico. È un sincero nazionalista africano, sebbene la complicata situazione interna dell'Uganda gli abbia impedito di assumere una posizione panafricana. (Ryszard Kapuściński)
  • Obote divenne lo sponsor politico di Idi Amin. La sua carriera militare fu quindi fulminea mentre faceva il lavoro sporco, vale a dire terrorizzare o liquidare i nemici del presidente.
    Sembra per ora inconfutabile che Obote abbia commesso un errore classico. Quando ti avvali di un cane per eliminare i lupi, il cane alla fine, dopo aver fatto fuori tanti lupi, diventa peggio di tutto il branco. (Albert Sánchez Piñol)
  • Obote era stato educato ai principi della tradizione democratica inglese. Come per molti altri dirigenti africani, il punto di partenza era una concezione socialista di ampio respiro da raggiungere in Uganda attraverso la via parlamentare. I problemi di Obote erano tanto prevedibili quanto insolubili: un paese che aveva strutture del XIX secolo doveva guadagnare il supposto socialismo del XXI in un breve lasso di tempo. Per affrontare le resistenze, Obote fece ricorso alla forza dello Stato. Un po' alla volta l'Uganda si trasformò in una specie di dittatura civile e risultava paradossale che, entro certi limiti, la mentalità obotista fosse restia ad abbandonare il modello democratico. (Albert Sánchez Piñol)
  • Se Obote governasse un paese normale, l'Africa si arricchirebbe di un leader audace e di grande rilievo. Purtroppo l'Uganda è un paese assurdo, in cui il settore che conta politicamente è formato da quattro regni feudali, mantenuti in vita grazie all'appoggio inglese e all'oscurantismo delle masse, che conducono una politica di sabotaggio contro il governo di Obote. Il premier ugandese, che ha le mani legate, deve quindi stare attento a muoversi con cautela, mostrandosi estremamente duttile e scegliendo con cura le sue parole. (Ryszard Kapuściński)
  • Siamo felici di rendere omaggio a Vostra Eccellenza come Capo di Stato, e al Governo di Uganda, per la protezione e assistenza accordate ai profughi. Noi plaudiamo a questa concreta testimonianza del vostro rispetto per la vita umana, e per la dignità di ogni uomo. Speriamo che questo ammirabile esempio possa ispirare altri Paesi, vicini e lontani, specialmente quelli che sono ora in guerra. (Paolo VI)

Idi Amin Dada[modifica]

  • La corruzione nei regimi di Obote era così diffusa che era quasi data per scontata. I ministri, i presidenti dei parastatali e gli impiegati statali più ricchi possedevano flotte di macchine, bus, tantissime case per l'affitto, bar, distributori di benzina ecc. e Obote non chiese mai in nessun caso ai suoi uomini in che modo avessero accumulato questa ricchezza.
  • La folla che gioiva al rovescio di Obote si ricordava soprattutto dei suoi misfatti, ma anche della sua inerzia, della sua incompetenza e la sua impotenza politica nell'ora del bisogno. Indubbiamente, il tempo rivelerà una marea di ulteriori debolezze.
  • Non andate volontariamente alle vostre tombe, poiché non c'è alcuna possibilità che l'Obote respinto tornerà in Uganda come capo.
  • Obote ha avuto cinque anni per governare questo paese dal 1962 e il 1967, ma si è concesso un ulteriore periodo fino al gennaio del 1971. In quegli anni, molti ugandesi hanno ottenuto solo la miseria durante il regime di Obote.
  • Se sono ancora vivo, Obote non tornerà come presidente dell'Uganda. Questo lo dovete sapere categoricamente. Potrà essere presidente a casa vostra, ma mai come presidente dell'Uganda.

Yoweri Museveni[modifica]

  • A causa della confusione seminata nel Paese da Obote, creando e perpetuando politiche di fazione e settarie, l'arrivo di Amin era stato popolare in tutto il Paese, non tanto perché piaceva alla gente, ma perché molti nutrivano un aspro risentimento nei confronti di Obote, specialmente in Buganda dopo che aveva rovesciato il Kabaka.
  • Accrebbe il monopolio del settentrione sull'esercito, un processo che era stato avviato dai colonialisti britannici. Ciò mirava solo a fuorviare il processo politico, giacché si era dimostrato scomodo per i suoi scopi, e ad affidarsi a un esercito settario per mantenersi al potere. Ma Obote stava gettando le basi per la sua caduta finale attraverso colpi di Stato militari.
  • Dato che l'ideologia di Obote era il potere, provocava divisioni persino nel suo proprio partito. [...] Ogni volta che le persone erano unite, Obote si preoccupava. Questo tipo di sistema alla fine era destinato a crollare.
  • Il vero motivo per cui Obote non voleva un'unione dell'Africa orientale era il fatto che non ne sarebbe stato a capo, dato che era un politico meno influente di Nyerere e di Kenyatta. Sembrò, quindi, meglio per lui dire che non voleva una cosa piccola come un'unione est africana - avrebbe preferito sostenere la visione di Nkrumah di un'unione dell'Africa intera, un progetto inattuabile che Obote sapeva non si sarebbe mai realizzato.
  • La verità era che non solo Obote non era di alcuna utilità per quanto riguardava la lotta panafricana per la liberazione, era anzi una forza estremamente negativa, il cui settarismo aggravava ulteriormente i problemi dell'Uganda.
  • Obote era incapace di accettare l'idea di un esercito non-settentrionale perché il suo incarico di potere si era fondato sulla manipolazione di questo fattore. Aveva basato il suo governo su un esercito formato da Acholi-Langi con una manciata di altri popoli settentrionali. Avevano monopolizzato ogni accesso agli strumenti della forza e perciò assicuravano la sua presa non-democratica sul potere. Non c'era, quindi, nessun modo in cui potesse consentire l'idea di un movimento di liberazione nazionale con un esercito di liberazione nazionale.
  • Obote era solito dire che la politica è 'sporca', e non c'è alcun dubbio che era un buon praticante di quel tipo di politica. Sfortunatamente, rovinò l'Uganda mentre perseguiva la sua 'politica sporca'. Il suo gruppo era abituato a credere che il fine giustifica i mezzi – qualsiasi mezzo, non importa quanto deplorevole. La maggior parte delle volte, sfortunatamente, con l'Upc, il fine era ancora più deplorevole dei mezzi.
  • Un uomo come Obote sarebbe molto felice se iniziassimo un programma comunitario, a patto di associarlo a lui, in modo da poterlo rivendicare come suo.
    Amin, al contrario, era in una categoria completamente diversa ed è per questo che abbiamo preso le armi durante il suo regime. Con Amin, non era possibile fare neppure progressi limitati operando nel quadro del sistema perché era un assassino. Obote non manderebbe persone ad uccidere qualcuno per impadronirsi della sua casa - Amin sì.

Note[modifica]

  1. a b c d e f g h i j k l m n o p q (EN) Citato in Uganda: Obote and Amin's Most Memorable Quotes, Allafrica, 29 maggio 2017.
  2. a b c d Citato in Message citizens and UPC members who are registered voters by A. Milton Obote, UPC.net, 9 febbraio 2001.
  3. Citato in Ryszard Kapuściński, Se tutta l'Africa, traduzione di Vera Verdiani, Feltrinelli, Milano, 2018, p. 44, ISBN 978-88-07-89097-0
  4. Citato in Dictatorships and the suppressions of human rights in Uganda, UPC.net, 2000.
  5. (EN) Citato in Sabiiti Mutengesa, From Pearl to Pariah: The Origin, Unfolding and Termination of State-Inspired Genocidal Persecution in Uganda, 1980-85, SSRC, 21 dicembre 2006.

Bibliografia[modifica]

  • (EN) Apollo Milton Obote, Myths and Realities: Letter to a London Friend, African publishers, 1968.

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