Raymond Carver

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Raymond Clevie Carver Jr. (1938 – 1988), scrittore e poeta statunitense.

Da dove sto chiamando[modifica]

Incipit[modifica]

Li sentivo, di là in cucina. Non sentivo quello che dicevano, ma stavano litigando. Dopo un po' hanno smesso, e lei s'è messa a piangere. Ho dato di gomito a George. Pensavo si sarebbe svegliato e magari gli avrebbe detto qualcosa, così si sarebbero sentiti in colpa e avrebbero smesso. Ma George certe volte è proprio stronzo. Ha cominciato a scalciare e a sbraitare.

Citazioni[modifica]

  • Mi piace il salto rapido di un buon racconto, l'emozione che spesso comincia già nella prima frase, il senso di bellezza e mistero che si riscontra nei migliori esemplari; e il fatto [...] che un racconto può essere scritto e letto in una sola seduta (proprio come una poesia!).
  • Se siamo fortunati, non importa se scrittori o lettori, finiremo l'ultimo paio di righe di un racconto e ce ne resteremo seduti un momento o due in silenzio. Idealmente, ci metteremo a riflettere su quello che abbiamo appena scritto o letto; magari il nostro cuore e la nostra mente avranno fatto un piccolo passo in avanti rispetto a dove erano prima. La temperatura del corpo sarà salita, o scesa, di un grado. Poi, dopo aver ripreso a respirare regolarmente, ci ricomporremo, non importa se scrittori o lettori, ci alzeremo e, "creature di sangue caldo e nervi", come dice un personaggio di Cechov, passeremo alla nostra prossima occupazione: la vita. Sempre la vita. (dalla prefazione)

Incipit di alcune opere[modifica]

America oggi[modifica]

Bill e Arlene Miller erano una coppia felice. Ma ogni tanto avevano come l'impressione che, di tutta la loro cerchia, fossero i soli a essere rimasti indietro: Bill a badare al suo lavoro di ragioniere e Arlene, impegnata nelle sue mansioni di segretaria.

Biciclette, muscoli, sigarette[modifica]

Evan Hamilton aveva smesso di fumare da due giorni, e gli sembrava che tutto quello che aveva detto e pensato in quei due giorni avesse avuto in qualche modo a che fare con le sigarette.[1]

Cattedrale[modifica]

Sabato pomeriggio montò in macchina e andò alla piccola pasticceria del centro commerciale. Dopo aver sfogliato un raccoglitore con le foto delle torte incollate sulle pagine, ne ordinò una al cioccolato, la preferita di suo figlio.

Di cosa parliamo quando parliamo d'amore[modifica]

Perché non ballate?

In cucina si versò un altro bicchiere e guardò i mobili della camera da letto sistemati nel giardino. Il materasso era scoperto, mentre le lenzuola a righe colorate erano piegate sul cassettone, accanto ai due cuscini. A parte questo dettaglio, tutto era disposto come lo era stato nella stanza: comodino e abat-jour dalla parte di lui, comodino e abat-jour dalla parte di lei.
La parte di lui, la parte di lei.
Sorseggiava whisky e rifletteva su questo punto.

Il mestiere di scrivere[modifica]

Verso la metà degli anni Sessanta, mi sono reso conto che avevo qualche difficoltà a concentrare l'attenzione su opere narrative di una certa lunghezza. Per un po' di tempo ho avuto difficoltà a leggerle, oltre che a cercare di scriverne.

Scuola serale[modifica]

Il mio matrimonio si era appena sfasciato. Non riuscivo a trovare lavoro. Avevo un'altra ragazza.[1]

Se hai bisogno, chiama. Racconti postumi e giovanili[modifica]

Legna da ardere

Era la metà di agosto e Myers era sospeso a metà tra una vita e l'altra. L'unica differenza, rispetto alle altre volte, era che questa volta era sobrio. Aveva appena passato ventotto giorni in un centro di disintossicazione. Ma proprio in quel periodo a sua moglie era saltato il ticchio di mettersi insieme a un altro ubriacone, un loro amico. Il tizio era da poco riuscito a procurarsi dei soldi e andava dicendo che voleva investirli in un bar-ristorante nella parte orientale dello stato.

Vuoi star zitta per favore?[modifica]

Grasso

Sono a casa della mia amica Rita e, fra un caffè e una sigaretta, le racconto quello che è successo.
Ecco che cosa le racconto.
– È un mercoledì sera un po' fiacco, sul tardi, quando Herb fa accomodare un signore grasso a un tavolo del mio settore.
Questo signore grasso è la persona più grassa che io abbia mai visto, anche se ha un aspetto curato ed è abbastanza ben vestito. Grosso lo è in tutto. Ma la cosa che ricordo meglio sono le dita. Quando mi fermo al tavolo accanto al suo per servire la coppia anziana, la prima cosa che noto sono le dita. Sembrano tre volte più grandi del normale: lunghe, spesse, dita di panna.

Note[modifica]

  1. a b Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, Incipit, Skira, 2018. ISBN 9788857238937

Bibliografia[modifica]

  • Raymond Carver, America oggi, traduzione di Riccardo Duranti, Einaudi, 2015. ISBN 9788806217662
  • Raymond Carver, Cattedrale, traduzione di Riccardo Duranti, Einaudi, 2014. ISBN 9788806223786
  • Raymond Carver, Da dove sto chiamando, traduzione di Riccardo Duranti, Einaudi, 2010. ISBN 9788806197865
  • Raymond Carver, Di cosa parliamo quando parliamo d'amore, traduzione di Riccardo Duranti, Minimum Fax, Roma, 2001. ISBN 8887765367
  • Raymond Carver, Il mestiere di scrivere, traduzione di Riccardo Duranti, Einaudi, 2015. ISBN 9788806225315
  • Raymond Carver, Se hai bisogno, chiama. Racconti postumi e giovanili, traduzione di Riccardo Duranti, Einaudi, Torino, 2010. ISBN 978806197872
  • Raymond Carver, Vuoi star zitta per favore?, traduzione di Riccardo Duranti, Einaudi, Torino, 2009. ISBN 9788806197834

Altri progetti[modifica]

Opere[modifica]