Vincenzo Bellini

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Vincenzo Bellini

Vincenzo Salvatore Carmelo Francesco Bellini (1801 – 1835), compositore italiano.

Citazioni di Vincenzo Bellini[modifica]

[Rispondendo al suo amico Florimo che lo esortava ad onorare sempre Gioacchino Rossini, "altissimo maestro del secolo"] Tu mi consigli di esser devoto a Rossini; di amarlo, di rispettarlo, di rendergli omaggio; ma sappi caro Florimo, che per me, amar Rossini, stimarlo, tributargli ammirazione, venerazione e rispetto, non è arte, ma è un vero sentimento, un sentito bisogno del mio cuore. (Citato in Francesco Florimo, Cenno storico sulla scuola musicale di Napoli, vol. II, Tipografia di Lorenzo Rocco, Napoli, 1871, p. 749)

Citazioni su Vincenzo Bellini[modifica]

  • [Confrontando i due musicisti] Bellini facendo risonare la sola corda elegiaca del dolore sulla sua lira, ha conquistato l'affetto di tutti i cuori sensibili; egli è il benvenuto d'ogni anima amante e sventurata, Per tal modo ha preso il suo posto d'onore sul trono della gloria, donde non potrebbe esser più smosso, se prima il cuore umano non fosse atrofizzato.
    Rossini poi prevale in questo, egli non ha trattato un genere solo, non ha commosso il cuore umano per un verso solo; e questo costituisce la sua preminenza su Bellini. Egli è stato grandissimo nella trattazione generale delle passioni, nessuna delle quali fu curata meno potentemente delle altre dal suo ingegno portentoso. L'arte musicale fu compresa da lui nella sua totalità; egli la modificò, l'innovò, le impose la legge: Bellini si accontentò a coltivare una faccia sola di quell'arte, ma fu la più intima, la più profonda, la più necessaria. Furono grandi entrambi, ma uno fu l'aquila, l'altro fu l'usignolo. (Francesco Florimo)
  • Il nome del delicato Bellini divenne un grido di battaglia contro i Borboni, quasi fossero stati colpevoli della sua morte. (Harold Acton)
  • Il regno di Bellini è tutto nell'indefinito sentimento, nella malinconia congenita della vita. L'amore e il dolore, argomenti perpetui di ogni arte, ricevono da lui un'espressione profondamente e sostanzialmente musicale. (Mario Rapisardi)
  • [Nel primo centenario della nascita] Nell'isola divina che l'etnèo | Giove alla figlia di Demetra antica | donò ricca di messi e di cavalli, | di lunghe navi e di città potenti, | d'aste corusche e di cerate canne, | di magnanimi eroi e di pastori | melodiosi, | dal santo lido ove apparì l'Alfeo | terribile che tenne la sua brama | immune dentro all'infecondo sale, | da Ortigia ramoscel di Siracusa, | che fu sorella a Delo e abbeverava | nell'orrore notturno la sirena | ai fonti ascosi, [...] Dove il veglio Stesicoro per Ilio | ereditò la cecità di Omero, | dove Pindaro assunse ai cieli il carro | del re Ierone fondatore d'Etna | e Teocrito addusse tra i bifolchi | eloquenti le Càriti dal fresco | fiato silvano, | [...] Egli è morto, l'Orfeo dorico è morto! | Sicelie Muse, incominciate il carme | fùnebre! O rosignoli, annunziate | ad Aretusa ch'egli è morto [...] Inno di gloria, irràggiati dei raggi | più fulgidi recando all'ansiosa | moltitudine, accolta nel Teatro | riconsacrato dalla reverenza, | l'imagine del giovine Cantore. | auspice e i testimonii del fatale | suolo ove nacque. (Gabriele D'Annunzio)
  • Nessun compositore, disse un celebre scrittore, ha fatto provare in sì alto grado e sì spesso ai suoi uditori il piacere del piangere. Più di Rossini, più di Paisiello, più dello stesso Mozart, Bellini scuote, commuove e strappa le lagrime. In ciò consiste la sua superiorità e la sua gloria. (Giovanni Frojo)
  • Non c'era mai stata, in musica, tanta autenticità estetica di sentimento trasfuso in tanta purezza e nudità di linee. Voci grandiose e multiple avevano risonato nel mondo della musica, venute dalle sconfinate regioni della storia, le quali avevano rivelato tesori di vita spirituale, e basterebbe nominare Palestrina, Monteverdi, Mozart, Beethoven, a volerne trovare uno per secolo. Ma ognuna di queste grandi figure, legata a un complesso movimento di cultura, s'identifica con un imponente processo storico di forme e di stile che s'individua in una densa personalità tecnica. Con Bellini appare per la prima volta una musica che si riveli, nello stesso tempo, profonda e ingenua: il sublime racchiuso in così finita brevità di composizione, tanta vita di sentimento consumata in tanta umiltà di forma. Sorto in piena convenzione del teatro d’opera, tra la cianfrusaglia del pezzo d'obbligo, il genio trascendeva la forma d’occasione e il gusto ordinario per attuare un puro ideale d'espressione immediata. (Guido Pannain)
  • Questo sommo maestro della melodia non aveva la facoltà d'innalzarsi a tutt'i diapason, di trapassare senza sforzo dal dolore alla gioja, dal lirismo allo scherzo; ma possedeva quella di esprimere con profonda verità un cert'ordine di sentimenti, la malinconia, la meditazione, la passione sincera, spontanea, secondato dall'illustre poeta Felice Romani di cui il cuore batteva all'unisono col suo. (Giovanni Frojo)
  • Un ammiratore siciliano ha affermato che Vincenzo Bellini, meglio e più spesso di qualunque altro compositore, fece provare il piacere del piangere. (Harold Acton)
  • Vincenzo Bellini fu raro esempio, tra i musicisti del suo tempo e della sua cerchia, col mantenersi in una linea artistica indipendente dal sensualismo rossiniano. E ciò tanto più a notarsi, in quanto egli non operò una rivolta stilistica ardimentosa, quali un Berlioz o un Wagner, ma si tenne nel quadro tradizionale del teatro melodrammatico. Le sue opere si riducono alla più semplice apparenza ed alla massima sostanza; composte di recitativi ed arie che si succedono, sono fatte di pezzi staccati, modestamente, umilmente staccati. (Guido Pannain)

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