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Victor Wolfgang von Hagen

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Victor W. von Hagen (settembre 1984)

Victor Wolfgang von Hagen (1908 – 1985), esploratore, storico e archeologo statunitense.

Il mondo dei Maya

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Non si chiamavano naturalmente Maya.
Nessuno sa come si chiamassero o come si chiamasse la loro lingua e neanche possiamo dire, oltre ogni possibile grado di certezza, i nomi delle loro città di pietra, ora avviluppate dalla folta vegetazione molto più di quanto non lo fosse stato Laocoonte dalle spire dei serpenti. I Maya sono meno conosciuti di quanto non lo fosse, una volta, l'altra faccia della luna, malgrado il fatto che la loro civiltà sia stata oggetto di studi eccezionalmente intensi.
E questo è un grande inconveniente perché i Maya furono l'unico popolo d'America di alta cultura che sviluppasse una lingua glifografica capace di registrare eventi, anche se, per quanto si sappia, ci ha lasciato poco o niente di sé ad eccezione di alcune date calendriche.

Citazioni

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  • Erano astronomi di non poco valore, che avevano fatto grafici sul corso dei pianeti ed avevano creato un calendario che, dal punto di vista della precisione, era migliore di quello dei Greci e di quello degli Egiziani. Erano costruttori di strade, le più comode vie di comunicazione che avesse mai conosciuto l'America (ad eccezione del Perù) fino al 1800. Erano navigatori di insolito coraggio e commercianti dai vastissimi interessi. (parte terza, cap. XXVIII, p. 143)
  • Il vecchio mito di un popolo amante della pace ed appassionatamente dedicato ad erigere monumenti, a tracciare il corso dei pianeti, occupato a comporre testi in glifografia è stato ormai completamente demolito. Ad ogni piè sospinto lo studioso si trova davanti a sculture che mostrano i signori maya che sono a cavalcioni sulle spalle di schiavi, prigionieri di guerra trascinati per i capelli e le pitture murali di Bonampak[1] sono piene di scene inneggianti alla guerra. Eppure si continua a leggere sempre dei maya come un popolo amante della pace, il che sa tanto di squisito arcaismo. (parte terza, cap. XXVIII, p. 143)
  • Dato che i Maya si dedicarono molto alla scienza della misurazione del tempo, il loro sistema di calcolo era molto ben sviluppato. Il nostro è decimale, mentre il loro era vigesimale: venti, il numero delle dita delle mani e dei piedi, divenne la base del loro sistema. Come simboli numerici la barra (—) aveva il valore di cinque ed il punto (.) il valore di uno e contavano per gruppi di venti, che era rappresentato da una conchiglia (il simbolo dello zero) con un punto sopra. La scoperta indipendente di uno zero astratto dette ai Maya un sistema di numerazione con il quale essi furono in grado di calcolare somme immense. Come sistema, quello dei Maya era di gran lunga migliore di quello dei Greci, degli Egiziani e dell'ingombrante metodo romano. I primi spagnoli rimasero impressionati dalla facilità e dalla rapidità con la quale gli Indiani contavano i semi di cacao, senza misure di capacità o di peso, ma ad uno ad uno e li vendevano in quantità variabile da 400 a 8.000. (parte quarta, cap. XXXVI, p. 228)

Note

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  1. Sito archeologico maya, situato nello stato messicano del Chiapas.

Bibliografia

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  • Victor W. von Hagen, Il mondo dei Maya (World of the Maya), traduzione di Gino Scerrato, Newton Compton Editori, Roma, 19773.

Altri progetti

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