Carlo Marincovich

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Carlo Marincovich (1935 – 2008), giornalista e velista italiano.

Citazioni di Carlo Marincovich[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Hubert Auriol, un bel ragazzone francese, sempre allegro, elegante nei modi e nel parlare, sembra più un raffinato attore di teatro che una delle "bestie" che affrontano ogni anno questa follia ambulante che è la Parigi-Dakar.[1]
  • [...] la Dakar non è soltanto l'avventura di questi divi del manubrio o del volante. È anche, e più spesso, l'anticamera della morte per molti altri.[1]
  • Jean Todt [...] si è fatto la nomea del Napoleone delle corse. Piccolo, energico, decisionista, capace di galvanizzare le truppe e portarle a vittorie sfolgoranti.[2]
  • Gilles [Villeneuve] era ed è tuttora una leggenda, un mito intramontabile dell'automobilismo. L'8 maggio 1982 fra le 13 e le 14 si stavano svolgendo le prove ufficiali del Gp del Belgio, su una pista ormai dimenticata, quella di Zolder. Gilles uscì velocissimo da un curvone a sinistra, imboccò un breve rettilineo che culminava con un'altra curva a destra. Uscito largo dalla curva, si trovò davanti, all'improvviso, un'altra macchina che andava piano. Ne toccò la ruota posteriore, e volò in aria. Una, due, tre giravolte orribili e prima di ricadere a terra vedemmo tutti il pilota volare via dalla vettura con tutto il seggiolino. Sembrò un pilota da caccia che si lancia con seggiolino e paracadute. Morì la sera all'ospedale di Lovanio. E quella scena orribile dell'auto che vola e del pilota che si proietta in un altro volo sembra oggi, a mente fredda, l'immagine simbolo di un ragazzo che era stato soprannominato "l'aviatore". Erano stati i meccanici della Ferrari a chiamarlo così, tanto era apparso subito spericolato, audace, quasi un barone rosso delle piste terrene.[3]
  • Gilles Villeneuve ha vinto in tutto 6 gare, ma è rimasto nella storia e nel cuore della F.1. Come si spiega questo fenomeno più unico che raro? La simpatia, la generosità, il carattere impetuoso e un po' selvaggio, ma sopratutto i grandi duelli in pista. A lanciarlo nella leggenda fu il Gp di Francia di Digione nel 1978. Uno spettacolo unico, e mai più visto, di lui e René Arnoux che si prendono a ruotate in pista, come all'autoscontro. [...] Musei, cimeli che ancora oggi vanno e vengono nelle grandi aste, strade, piazze. Tutto si è intitolato a questo ragazzo impareggiabile (dava del voi a chi era più anziano di lui), che con sole sei vittorie continua a vivere nel cuore di tutti.[3]
  • Un bel personaggio, Eddie Irvine. Allegro e scanzonato. Diceva sempre quello che pensava. Non diceva mai obbedisco.[4]

Ferrari, stop a Barnard

la Repubblica, 20 febbraio 1993.

[Sulla Ferrari F93A]

  • Diciamoci subito la verità sulla Ferrari: per tutto il 93 non ci sarà altra macchina che questa F93 traballante e incerta. Un'amara verità che i responsabili della scuderia ammettono tra i denti consapevoli come sono che anche il 93 sarà un anno difficile con parecchi rospi da ingoiare. [...] prepariamoci quindi a lunghi mesi di sofferenze. Berger e Alesi, nonostante il bel sole, continuano qui a Imola ad annaspare tra rotture di cambi, di frizione, pozzanghere d'olio sull'asfalto, fumate sinistre e lunghe, lunghissime soste ai box.
  • Quando la F93 fu presentata, avevamo tutti appreso che essa era nata come tappabuchi e che sarebbe andata avanti fino all'inizio dell'estate per poi lasciare il campo alla nuova vettura fenomeno progettata interamente da John Barnard. [...] Quella vettura invece non arriverà mai. Il 93 per la Ferrari sarà un altro anno di transizione. La delusione è grossa ma ha una sua logica inattaccabile. Da dicembre ad oggi sono cambiate molte cose in F.1. E la più importante riguarda i regolamenti che in parte sono già stati modificati per quest'anno e in parte verranno addirittura rivoluzionati per l'anno prossimo. [...] a che serve fare una macchina nuova se a novembre dovremo buttare via tutto per ricominciare daccapo con le nuove regole [...]? Conclusione inoppugnabile: tanto vale risparmiare tempo e soldi per il 93 e destinarli al programma 94.
  • Restano due speranze. La prima, che [...] i giovani ingegneri della Ferrari imparino finalmente e disegnare telai. La seconda che la F93 oggi così recalcitrante, possa migliorare un po' perchè fare un campionato beccando sei secondi dalla Williams sarebbe disastroso.

Premio che non consola

repubblica.it, 1º novembre 1999.

[Sul campionato mondiale di Formula 1 1999]

  • Finisce il mondiale di fine secolo e la Ferrari ritorna mondiale. In Giappone non è andata come si sperava e come si voleva, ma un titolo mondiale è arrivato: quello dei costruttori. La Coppa che premia il lavoro di squadra, di meccanici, tecnici, piloti, di gente che ha sudato tutto l'anno senza conoscere notti e vacanze, mogli e bambini. Un giusto riconoscimento che la Ferrari merita in pieno per il coraggio e l'abnegazione dimostrate in questa stagione in cui si è trovata, a metà luglio, quasi nel baratro con l'incidente di Schumacher [...]. I maghi della F.1, uomini come Enzo Ferrari, Colin Chapman, Frank Williams hanno sempre attribuito a questa coppa il valore di un Oscar, il premio dei premi. Ed è sicuramente così.
  • Ma non era questo il mondiale che si voleva, il mondiale di cui si parlava, il mondiale che la gente aspettava. [...] Volevano il titolo mondiale piloti. Perché è di questo che si parla sempre [...]. E che oggi doveva essere in mano a un irlandese, Eddie Irvine. Un ragazzo bistrattato per tre dei suoi quattro anni alla Ferrari e che all'improvviso si trova alle prese con un titolo mondiale, una cosa più grande di lui, dinnanzi alla quale si è forse sentito perfino un po' spaventato. Non l'ha vinto. Purtroppo per lui. E purtroppo anche per tutti noi che, diciamoci la verità, a questo titolo rivolgevamo i nostri sogni. Meglio che niente, è il commento che si raccoglieva ieri nei box rossi, sussurrato perché non apparisse una bestemmia.
  • [...] tutti volevamo il titolo mondiale piloti, non l'altro che a molti appare quasi una coppetta di serie B, un ripiego. Certo non è così, questo titolo non è un ripiego ma una certa amarezza la lascia. Perché sono tre anni che la Ferrari arriva all'ultimo Gran Premio e fallisce. Fallisce, quanto meno, l'obiettivo più ambito. [...] Perché nel grande immaginario mondiale del popolo ferrarista è sempre contato il titolo piloti. Un fiasco allora? [...] No, questo non si può dire. La Ferrari si è dimostrata più competitiva dell'anno scorso, la Ferrari progredisce, sia pure lentamente, la Ferrari inorgoglisce. Tutto vero, tutto giusto. Però, il vero obiettivo ancora una volta non è stato centrato. Non è stato un fiasco ma neppure una vera vittoria. Una via di mezzo che non riempie di gioia, che sembra lasciare l'opera ancora una volta incompiuta.

Citazioni su Carlo Marincovich[modifica]

  • Era un amico ed è stato un maestro di innovazione: il primo giornalista italiano, io credo, a comprendere che la Formula Uno andava narrata non solo come momento di altissima tecnologia, ma anche, se non soprattutto, come umanissima emozione, generata da persone in carne e ossa, fragilissimi eroi pure quando sembravano fuoriclasse indistruttibili. Io a Carletto ho voluto molto bene. E mancherà a me, al giornalismo, allo sport, alla vita. (Leo Turrini)

Note[modifica]

  1. a b Da Troppo bello per l'inferno, la Repubblica, 21 gennaio 1987.
  2. Da Ferrari, l'ultima pazza idea, la Repubblica, 9 aprile 1993; citato in Stefano Ollanu, F1 / Aprile '93: spunta il nome di Todt per la Ferrari tra lo scetticismo dei giornali, formulapassion.it, 16 maggio 2023.
  3. a b Da Zolder '82, l'ultimo volo di Gilles. Vent'anni con il mito Villeneuve, la Repubblica, 8 maggio 2002.
  4. Da Irvine scende dalla Formula 1. Scusate, non pago per correre, la Repubblica, 24 gennaio 2003.

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