Il prezzo di Hollywood

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Il prezzo di Hollywood

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Titolo originale

Swimming with Sharks

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America
Anno 1994
Genere drammatico
Regia George Huang
Soggetto George Huang
Sceneggiatura George Huang
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Il prezzo di Hollywood, film statunitense del 1994 con Kevin Spacey e Frank Whaley, regia di George Huang.

Incipit[modifica]

A Hollywood una delle maniere più veloci per arrivare al top è lavorare per qualcuno che si trova già lì. Il sistema impone che prima che uno possa giungere al successo debba essere schiavo. Ma questo può diventare un processo molto arduo, solo pochi posseggono la spinta necessaria per sopportare le migliaia di offese e sofferenze che fanno parte del sistema. Ora questa spinta è solitamente motivata dall'avidità, a volte dall'ambizione, a volte anche dall'amore. Ci sono storie in cui l'amore induce al successo, nonostante le avversità più insormontabili. Questa non è una di quelle storie. (Dawn)

Frasi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Non chiedere mai scusa nella vita: è segno di debolezza.[1] (Guy)
  • Se non possiamo iniziare una riunione senza di te, be', quella è una riunione alla quale vale la pena andare, no? E quello è il solo genere di riunione a cui dovresti interessarti. (Buddy)
  • Tu sei qui per proteggere i miei interessi e soddisfare i miei bisogni. (Buddy)
  • Questo non è un business. Niente regole qui. Dimentica quelle stronzate ben confezionate per quei pivelli di Wall Street. Questo è show business. Qui i colpi bassi non solo sono leciti, ma sono premiati. (Rex)
  • Forte e brutale: l'unico modo per ficcarglielo in testa. (Buddy)
  • Evita le femmine come registe: hanno l'ovulazione, hai idea di cosa può combinare questa cosa in una lavorazione di tre mesi? (Buddy)
  • Tutte quelle prediche, asserzioni, non è quello che la gente vuol vedere e tanto meno pagare per vederlo. Non dimenticarlo mai: il nostro business mira a ingigantire i sogni della gente, non ad affondarli. (Buddy)
  • E cosa c'è di più romantico di una donna che ti lava le mutande? (Guy)
  • Perciò finiamola con queste cazzate del giusto, gentile, generoso, perché lì fuori è: uccidi i tuoi genitori, fotti i tuoi amici e trascorri una bella giornata! (Buddy)
  • Così non resta che una cosa sola, la sola cosa che conosco che spinge gli uomini a fare del male, a desiderare. Si tratta di una donna. (Buddy)
  • Perché la vita non è un film: tutti mentono, i buoni perdono e l'amore non conquista tutto. (Buddy)

Citazioni su Il prezzo di Hollywood[modifica]

  • Dunque Hollywood come girone dell'inferno, tanto per cambiare. Spacey sempre più cattivo. (il Farinotti)
  • Esordio nella regia di un cino-americano (autore anche della sceneggiatura) ex funzionario di una major: tracce di misoginia, sadomasochismo, stanca omosessualità e proiezione quasi horror di un sistema malato e contagiato dal virus del potere assoluto. Senza la levità dei Protagonisti di Altman e con l'inevitabile livore di chi ha fatto troppa gavetta. (Il Mereghetti)
  • Qui ahimè siamo molto lontani da un risultato di eccellenza: il film è disadorno, piatto e claustrofobico. E quanto agli interpreti l'emergente Spacey (l'inquietante assassino seriale di Seven) ringhia dall'inizio alla fine, per fortuna con il timbro incantatore di Giancarlo Giannini; e vien da pensare che se il nostro finissimo attore avesse potuto dargli anche il volto, il rozzo personaggio ne avrebbe guadagnato in trasparenze. Degli altri protagonisti, il giovanotto Whaley è una specie di Tim Robbins dei poveri e la ragazza Forbes non riesce a sollevare le sorti del "cast". I personaggi di contorno sono inesistenti e, fuori dalle due o tre stanze dove si svolge l'azione, Hollywood chi l'ha vista? (Tullio Kezich)
  • Verboso, schematico, all'insegna di un pessimismo troppo programmatico. Il bravo K. Spacey la fa da mattatore (con la voce di Giancarlo Giannini). (il Morandini)

Note[modifica]

  1. Cfr. I cavalieri del Nord Ovest: «Non scusatevi mai: è segno di debolezza».

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