Teo Fabi

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Teo Fabi (1985)

Teodorico "Teo" Fabi (1955 − vivente), ex pilota automobilistico italiano.

F1 | Teo Fabi, storia affascinante di un pilota incompiuto

Da un'intervista di Nestore Morosini, 6 dicembre 2015; ripubblicato in formulapassion.it, 9 marzo 2021.

  • Nel 1979, le March avevano motori Bmw. Ma erano motori fatti da un preparatore, non erano gli ufficiali della Bmw. Per cui, cercando di migliorare questi risultati che non venivano, gli ho distrutto tante di quelle macchine a Robin Herd che a un certo punto non mi poteva più vedere. Però anche quella fu una botta di fortuna, perché non ero solo io a distruggere i telai della March, c'erano anche Beppe Gabbiani e altri piloti. [...] dovendo cambiare scocca, [...] non ce n'erano più e l'unica rimasta era una [...] nuova che invece di avere il solito foglio di alluminio era fatta in honeycomb, struttura a nido d'ape fra due fogli di alluminio. Era la prima [...] e l'avrebbero voluta provare in altra occasione, ma visto che dovevo correre e c'era solo quella, me la dettero. Eravamo a Zandvoort [...] e quella scocca era decisamente più rigida della scocca standard, per cui quando ero lì per vincere la corsa ci fu un problema di elettronica sul motore che perse colpi: nonostante questo arrivai secondo, miglior risultato fino a quel momento della stagione. Mi ero ben guardato dal dire che la scocca in honeycomb andava decisamente meglio di quella standard, perché così invece di togliermela me la lasciarono per il resto della stagione in cui fui molto competitivo. L'anno dopo diventai primo pilota della March Formula 2.
  • Non c'erano opportunità per restare in Formula 1, scelsi di andare a correre in America con la nuova squadra dei tre fratelli Forsythe. A Indy feci la pole, la prima. [...] [«[...] pole position ma niente vittoria»] Era una gara troppo facile da vincere, la macchina volava. Ma quando le cose sono troppo facili c'è sempre un brutto risveglio: [...] purtroppo si ruppe la valvola per il rifornimento per cui la macchina perdeva metanolo e mi dovetti fermare per forza.
  • Ancora adesso mi domando come abbiamo fatto Berger ed io, perché nessuno dei due è arrivato al traguardo, a perdere il Gran Premio d'Austria quando avevamo il motore BMW. O meglio, io lo so perché l'ho persa: ho sbagliato una cambiata, ho fatto un fuorigiri che ha compromesso l'integrità del motore. Per cui, dopo qualche giro mi è cascata una valvola. Questo errore è il mio grande rammarico, perché mi ha privato di una vittoria che sarebbe stata facile. Altro rammarico grosso è a Monza con la Brabham. Quando c'era Tambay in testa, io ero secondo e sul giro ero più veloce nettamente. Ma Patrick era più veloce in rettilineo e non riuscivo a passarlo. Fatto sta che a pochissimi giri dalla fine, forse 3 o 4, il motore mi è scoppiato proprio davanti alla tribuna dei box. Dopo pochi chilometri Tambay rimase senza benzina perché all'epoca il consumo era al limite e il motore Renault era fra quelli che consumavano di più. Con un po' di fortuna mi sarei ritrovato in testa. Ma vinse Lauda che era terzo. Sarebbe stata una soddisfazione arrivare primo con Lauda secondo.
  • [«Come proseguì la carriera dopo la Formula 1?»] Con la Jaguar nei prototipi. Vinsi il mondiale. Ma un mondiale è roba di serie B. Posso dire di aver vinto un mondiale ma so che non vale molto. Nell'automobilismo l'unico mondiale che conta è quello della Formula 1 [...]
  • [Sulla Formula 1] Mi piace sempre. In fondo anche quando correvo io le macchine che potevano vincere erano sempre un numero limitato e forse erano più semplici, più vicine alle macchine da strada di tutti i giorni e probabilmente gli appassionati si immedesimavano maggiormente nella macchina di Formula 1. Se fosse più difficile guidare una monoposto di allora rispetto a quelle di oggi non te lo so dire, perché queste di adesso non le ho mai guidate. Ma credo che quelle di oggi siano ben difficili da guidare perché sicuramente la distribuzione della potenza non può essere molto progressiva visto che hai diverse unità che te la forniscono. Sicuramente una volta era molto più difficile sorpassare, perché dovevi fare azioni molto più aggressive. Adesso quasi tutti i sorpassi si fanno in rettilineo.

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