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Fumiko Enchi

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Fumiko Enchi (a sinistra) e Motoko Morita nel 1960

Fumiko Enchi (1905 – 1986), scrittrice giapponese.

Citazioni di Fumiko Enchi[modifica]

  • Fino ad allora, ero stata completamente all'oscuro del mondo, non conoscendo niente di ciò che esisteva al di fuori della casa dei miei genitori, e senza un obiettivo nella letteratura. Senza il ponte di Nyonin geijutsu[1] non avrei mai avuto l'occasione di incontrare [...] giovani donne che conducevano vite coraggiose e indipendenti. L'atmosfera fresca e selvaggia che le circondava sollevò una tempesta nella mia giovane anima e mi fece dubitare del modo in cui vivevo, alle spalle dei miei genitori. Mio padre mi voleva bene ed era comprensivo sulle mie aspirazioni letterarie e ideologiche, perciò avevo molto poco a cui ribellarmi; eppure invidiavo le mie amiche, nonostante la loro povertà, perché si mantenevano da sole e vivevano in completa libertà [...] Desideravo strappare via tutto ciò che mi copriva e scoprire il valore del mio io nudo [...] La mia gioventù era trascorsa in una fragile serra, incurante della tempesta nell'aria. Ancor oggi sono grata alle mie molte amiche di Nyonin geijutsu per aver mandato la tempesta sulla mia strada.[2]

Incipit di Onnazaka[modifica]

Era un pomeriggio all'inizio dell'estate.
In casa Kusumi, dietro a cui scorreva il fiume Sumida, a Hanakawado nel quartiere di Hasakusa, Kin, la madre, stava disponendo un tralcio di candidi fiori di vitalba nel vano della parete in una delle due camere del piano superiore, che aveva meticolosamente pulito fin dal mattino; poi si batté la mano sul fianco con sollievo e scese la buia scala di legno.

Note[modifica]

  1. Arti femminili, la rivista con cui collaboravano. Cfr. Enchi Fumiko (Ueda Fumi) Tokyo 1905 – 1986, enciclopediadelledonne.it.
  2. Citato in Irene Starace, Enchi Fumiko (Ueda Fumi) Tokyo 1905 – 1986, enciclopediadelledonne.it.

Bibliografia[modifica]

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