Guerra e pace (film 1956)

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.

Guerra e pace

Descrizione di questa immagine nella legenda seguente.

Audrey Hepburn in una scena del film

Titolo originale

War and Peace

Lingua originale inglese e italiano
Paese Stati Uniti d'America, Italia
Anno 1956
Genere storico, drammatico, sentimentale
Regia King Vidor
Soggetto Lev Tolstoj (Guerra e pace)
Sceneggiatura Bridget Boland, Mario Camerini, Ennio De Concini, Ivo Perilli, King Vidor, Robert Westerby, Gian Gaspare Napolitano, Mario Soldati
Produttore Dino De Laurentiis, Carlo Ponti
Interpreti e personaggi
Doppiatori originali

Guerra e pace, film italo-statunitense del 1956 con Audrey Hepburn ed Henry Fonda, regia di King Vidor.

Frasi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Voglio scoprire perché io so quello che è giusto e continuo a fare male. Voglio scoprire cos'è la felicità, e cosa valga invece la sofferenza. Voglio scoprire perché gli uomini vanno in guerra, e cosa provano davvero in fondo al cuore quando essi pregano Dio. E voglio scoprire che cosa uomini e donne sentano quando dicono di amare. (Pierre)
  • Esistono solo due cose in questa vita che siano un male davvero: malattie e rimorsi. (Andrej)
  • Sarà vero che il tempo dei giochi è finito, che sono già donna, che sarò tenuta responsabile d'ogni mia parola e azione? (Nataša)
  • Ci sono cose di questa vita che non si pagano mai abbastanza. (Anatol')
  • Se io non fossi quello che sono, ma l'uomo più bello, intelligente, migliore di questo mondo, e se fossi libero, ebbene non esiterei un solo momento a chiederti in ginocchio la tua mano e il tuo amore. (Pierre)
  • Comunque all'altro mondo Dio ci dirà pure qualche parola di spiegazione e tutto sarà più chiaro. (Platon)
  • La fortuna è come l'acqua dentro una rete: la tiri su e la rete si gonfia, ma quando la tiri tutta non resta niente. (Platon)
  • Che io dorma come un sasso, mio Dio, e che mi svegli fresco come il pane. (Platon) [preghiera]
  • Ho fatto un sogno meraviglioso. Una porta chiusa, ma potevo vedere al di là. Io sognavo di morire, e mentre morivo mi sono svegliato. Sì... la morte è un risveglio. Lo vedi? È tutto così semplice. (Andrej) [ultime parole]
  • Anche tu hai paura, amico? (Platon) [ultime parole, al soldato che esita prima di sparargli]

Dialoghi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Nataša: Sto facendo una lista dei piaceri più sottili a cui l'umanità possa aspirare, in ordine di importanza. Ho dimenticato la guerra.
    Pierre: E quali sono gli altri piaceri secondo l'ordine di importanza?
    Nataša: L'opera, l'amicizia eterna, l'estate, ballare la mazurka, partire per la campagna quando viene primavera e applaudire i soldati che tornan dalla guerra. Hai qualche suggerimento?
    Pierre: Be', fammi pensare. Essere capace di credere in Dio, di rendere felice la gente, di amare.
  • Pierre: Hai mai pensato di poterti innamorare?
    Nataša: Oh, dieci o dodici volte, ma solo per divertimento. Io cambio sempre di cavaliere, come al ballo. Ma se alla fine diro "io ti amo" a qualcuno e lo dirò sul serio, allora sarò come un generale vinto, che perdute tutte le sue truppe s'arrende e consegna la spada al nemico.
    Pierre: Cambierai.
    Nataša: Questa è la cosa più odiosa di quando uno è giovane: tutti non fanno che dirti che cambierai.

Citazioni su Guerra e pace[modifica]

  • Diretto con grandi mezzi in Italia e Jugoslavia dall'americano Vidor (assistito da Soldati per le battaglie), è un super-spettacolo ben architettato, che del libro conserva la traccia fondamentale, non molto lo spirito o l'ampiezza. (Georges Sadoul)
  • Nato da una sceneggiatura tormentata (cui posero mano una dozzina di persone di cui solo sei accreditate), è un colossal frutto di due tendenze inconciliabili: l'intenzione dei produttori Ponti-De Laurentiis di farne un grande e rutilante spettacolo di massa e l'ambizione del regista di rispettare lo spirito del testo (facendo perno sul personaggio di Pierre-H. Fonda) nell'ottica del proprio mondo. Prevalse la prima, rimangono alcune tracce della seconda. (il Morandini)
  • Non ci sono trasandatezze o sciatterie formali e l'imponenza dell'opera non si misura soltanto, come per i film colossali alla De Mille, dalle decine di migliaia di comparse [...]. Questo senso di grandiosità e anche di magnificenza è il meglio del film e il suo maggior blasone. (Arturo Lanocita)

Voci correlate[modifica]

Altri progetti[modifica]