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Duccio di Buoninsegna

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Duccio di Buoninsegna, Incredulità di Tommaso (1308)

Duccio di Buoninsegna (1255 circa – 1318 o 1319), pittore italiano.

Citazioni su Duccio di Buoninsegna

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  • Duccio di Siena visse e dipinse poco dopo il Cimabue e precedette Giotto. Egli forma dunque, in quel periodo intermediario, come un anello di congiunzione tra quei due maestri fiorentini; fu capo di una nuova scuola di pittura che, quantunque ispirata alla maniera di quei sommi, serbò nonostante una nota tutta propria di soave e graziosa originalità. (Evelyn Franceschi Marini)
  • Il più celebrato maestro che uscisse dalla scuola di Guido[1], è Duccio di Buoninsegna, il quale pur continuando nella maniera greca, la rese nondimeno vieppiù migliore, e fu cagione che quelli che seguitarono dopo di lui facessero salire la pittura senese nella fama che anche oggi conserva. (Gaetano Milanesi)
  • La maggiore opera sua e la più mirabile di quel tempo, nella quale egli mostrò il suo bellissimo ingegno e quanto valesse in quest'arte, è la gran tavola dell'altar maggiore del Duomo senese, dipinta da ambidue i lati; dove nel dinanzi è figurata M. Vergine in trono, col suo Divino Figliuolo in braccio, e varj Santi attorno; e nel di dietro, in trentaquattro storie, la vita di Gesù Cristo [...]. Penò Duccio, tanto era grande opera, tre anni a finirla; e si dice che costasse per la pittura, l'oro ed altri fornimenti, la grossa somma di tremila fiorini d'oro. E fu una festa per i Senesi, quando nel 9 di giugno del 1310 venne con grande solennità portata al Duomo, dalla bottega del pittore che era nella via del Laterino. (Gaetano Milanesi)
  • Se Duccio ebbe minor grido di Cimabue – come è manifesto per la parola di Dante[2] – e minor diffusione ebber l'opere sue, non ne fu cagione l'esser egli minor maestro di costui. Fu anzi per molti rispetti più moderno e più vivo. Ma oltreché forse vi contribuirono alcune circostanze della sua vita[3], egli non ebbe dietro di sé, e allievo suo, un Giotto. (Alessandro Chiappelli)

Note

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  1. Guido di Graziano, pittore e miniatore italiano del XIII secolo.
  2. Credette Cimabue ne la pittura | tener lo campo, e ora ha Giotto il grido, | sì che la fama di colui è scura. Purgatorio, Canto XI.
  3. È noto che Duccio nel 1280 incorse in un processo penale per cagioni la natura delle quali ci è rimasta ignota, e fu poi parecchie volte accusato per debiti dai suoi concittadini. [N.d.A.]

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Opere

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