Masolino da Panicale

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Masolino: Predica di San Pietro

Tommaso di Cristoforo Fini, noto come Masolino da Panicale (1383 – 1440 circa), pittore italiano.

Citazioni su Masolino da Panicale[modifica]

  • Masolino da Panicale riportava di Lombardia un'arte, come quella di Gentile[1], cortigianesca, e pur ravvivata da una sottile osservazione del vero; e nella cappella dei Brancacci al Carmine[2], se nei nudi del Peccato originale si dimostrava modellatore maldestro, nella Guarigione dello storpio raggiungeva una drammaticità di sceneggiatura ed una potenzialità di chiaroscuro, che dovettero apparir cosa novissima ai pittori fiorentini. (Nello Tarchiani)
  • Se Masolino rappresenta la soavità e la grazia originale e un po' bizzarra nella pittura, Tommaso di S. Giovanni, meglio conosciuto col soprannome di Masaccio, ne raffigura il vigore ed il verismo. (Evelyn Franceschi Marini)

Pietro Toesca[modifica]

  • Dopo aver preparato all'arte il genio di Masaccio, egli non porta fuori di Toscana forme antiquate: l'opera sua ci sembra partecipare in ogni momento della vita dell'arte fiorentina, essere anzi fra i più evidenti segni del suo sviluppo. Se in essa, accanto agli elementi nuovi, persistono elementi tradizionali, se vicino al nuovo naturalismo fiorisce ancora l'idealismo, retaggio del Trecento, ciò non le forma che una maggiore ragione di bellezza e di originalità, tanto quei caratteri si compenetrano e si conciliano nel genio dell'artista.
  • Emana dall'affresco [di una lunetta nella chiesa di S. Stefano di Empoli] un senso di castità che purifica ogni cuore, una intensa luminosità, un tale gaudio di colore che esalta nell'animo la gioia della vita: forse soltanto nelle più ideali creazioni l'Angelico aperse ad occhio umano un simile sereno lembo di Paradiso! Altrove il tempo ha disfiorato l'opera di Masolino; qui il dipinto ci appare, come uscito appena dalla creazione dell'artista, di una impareggiabile freschezza; ed è ad una uguale gamma di colori, ad una pari intensità di luce, che dovremmo elevare le nostre sensazioni dinanzi a tutte le altre opere del maestro, ora deperite, per giudicarle nel loro primitivo valore! Invero non senza ragione il Vasari aveva scritto: «quello in che Masolino valse più che in tutte le altre cose, fu nel colorire in fresco; perché egli ciò fece tanto bene, che le sue pitture sono sfumate ed unite con tanta grazia, che le carni hanno quella maggiore morbidezza che si può immaginare»!
  • Il maestro toscano [Masolino da Panicale], [...], sebbene mosso anch'egli dalle tendenze che animarono Michelino da Besozzo, Gentile da Fabriano e il Pisanello, aveva dato in breve un'impronta nuova al proprio stile, così che per la ricerca della prospettiva, del paesaggio, della espressione personale, per l'arguzia del racconto, egli può dirsi essere stato fra i pionieri della nuova Arte toscana.
  • Masolino ci appare sotto un nuovo vaghissimo aspetto: egli non è più il pittore di figure graziose, ma sempre un po' manierate e leziose, quali anche i due bellissimi giovinetti che attraversano la scena della Resurrezione della Tabita o gli ascoltatori della Predica di S. Pietro nell'affresco della cappella Brancacci, egli qui afferra ed interpreta in tutte le più sottili differenze di temperamento la natura umana quale gli cade sotto gli occhi, con tale vivo compiacimento della riproduzione oggettiva del Vero, che può bene essere annoverato fra i pionieri della nuova arte naturalistica toscana.

Note[modifica]

  1. Gentile di Niccolò di Giovanni di Massio, detto Gentile da Fabriano (1370 circa – 1427), pittore italiano.
  2. Basilica di Santa Maria del Carmine a Firenze.

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Opere[modifica]