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Touch (serie televisiva)

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Touch

Serie TV

Immagine Touch Logo.png.
Titolo originale

Touch

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America
Anno

2012-2013

Genere drammatico, soprannaturale
Stagioni 2
Episodi 26
Ideatore Tim Kring
Regia Francis Lawrence
Rete televisiva Fox Broadcasting Company
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Touch, serie televisiva diretta da Tim Kring, in onda in Italia dal 20 marzo 2012.

Stagione 1

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Episodio 1, Connessioni

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Introduzione

  • La proporzione è sempre la stessa, 1 a 1,618 si ripete sempre uguale, gli schemi sono nascosti in piena vista, basta sapere dove cercare. Cose che molti vedono come caotiche in realtà seguono delle leggi sofisticate: Galassie, piante, conchiglie. Gli schemi non mentono mai, ma solo alcuni di noi vedono come i tasselli si incastrano. Siamo 7.080.360.000 su questo piccolo pianeta, questa è la storia di alcune di quelle persone. Secondo un antica leggenda cinese: "Il filo rosso del destino"; gli dei hanno attaccato un filo alla caviglia di ciascuno di noi, collegando tutte le persone le cui vite sono destinate a toccarsi. Il filo può allungarsi, o aggrovigliarsi, ma non si rompe mai. È tutto predeterminato dalle probabilità matematiche, il mio compito è individuare quei numeri per collegare le persone destinate ad incontrarsi i cui destini debbono toccarsi. Sono nato 4161 giorni fa, il 26 ottobre 2000, sono vivo da 11 anni 4 mesi 21 giorni e 14 ore; ed in tutto questo tempo, non ho mai detto una sola parola. (Jake)

Conclusione

  • La proporzione è sempre la stessa, 1 a 1,618 si ripete sempre uguale, gli schemi, i modelli matematici, sono nascosti in piena vista, basta sapere dove cercare. 7.080.360.000 persone, solo alcuni di noi vedono come sono connesse. Oggi manderemo più di 300 miliardi di email, 19 miliardi di sms e ci sentiremo solo comunque. In media diciamo 2250 parole al giorno a 7,4 altre persone; queste parole saranno usate per ferire o per confortare? Un antica leggenda cinese parla del filo rosso del destino, dice che gli dei hanno attaccato un filo rosso alla caviglia di ciascuno di noi, collegando tutte le persone le cui vite sono destinate a toccarsi. Il filo può allungarsi, o aggrovigliarsi, ma non si rompe mai. (Jake)

Episodio 2, 1+1=3

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Introduzione

  • Il mio nome è Jake, sono nato 4168 giorni fa, il 26 ottobre 2000, vivo su questo piccolo pianeta con altri 7.080.360.000 persone, questa è la storia di alcuni di loro. In media diciamo 2250 parole al giorno a 7,4 altre persone. Mandiamo più di 300 miliardi di email, 19 miliardi di sms che si aggiungono a questo gigantesco mosaico di schemi e proporzioni. Gli schemi, i modelli matematici, sono nascosti in piena vista, basta sapere dove cercare, ma solo alcuni di noi vedono come i tasselli si incastrano. È tutto predeterminato dalle probabilità matematiche, il mio compito è individuare quei numeri per collegare le persone destinate ad incontrarsi, quelli i cui destini devono toccarsi. Sono nato il 26 ottobre 2000, sono vivo da 11 anni, 4 mesi, 28 giorni e 15 ore ed in tutto questo tempo, non ho mai detto una sola parola. Ma non importa, ora ho qualcuno che riesce a sentirmi. (Jake)

Conclusione

  • 7 miliardi di persone su un piccolo pianeta, sospeso nella vastità dello spazio e siamo soli. Il senso di tutto questo è il grande mistero della nostra fragile esistenza. Forse il fatto di essere soli nell'universo ci unisce, ci fa dipendere l'uno dall'altro anche per le piccole cose, creando una correlazione quantistica tra voi e me, tra noi. E se questo è vero, allora viviamo in un mondo in cui tutto è possibile. (Jake)

Episodio 3, La sicurezza nei numeri

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Introduzione

  • Nella foresta tropicale vivono tre milioni di specie animali, tra queste ci sono le formiche rosse che vivono sotto terra, sotto la costante minaccia che un'alluvione le spazi via. Alla natura non interessa se una specie vuole sopravvivere, deve dimostrare di meritarlo. Quando arriva un'alluvione le formiche rosse si aggrappano l'una all'altra, creando una zattera vivente che galleggia sulle acque; per mesi se necessario. Come fa una specie a trovare uno stratagemma simile? Per istinto? Per tentativi ed errori? C'è stata una formica che mentre veniva spazzata via dall'acqua si è aggrappata ad un'altra, scoprendo che insieme potevano galleggiare? E se fossi tu a sapere cosa è necessario fare, ma non potessi parlare, come ti faresti capire dagli altri? Come chiederesti aiuto? (Jake)

Conclusione

  • Gli esseri umani non sono la specie più forte del pianeta, ne la più veloce, forse neanche la più intelligente. L'unico vantaggio che abbiamo è la capacità di cooperare, di aiutarci a vicenda. Possiamo identificarci con gli altri e siamo capaci di compassione, di eroismo, di amore e tutto questo ci rende più forti, più veloci più intelligenti. Per questo siamo sopravvissuti, per questo vale la pena vivere. (Jake)

Episodio 4, I fili dell'aquilone

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Introduzione

  • Il primo cavo telegrafico era composto da 548000 km di fili di ferro e rame e si estendeva per 4630 km sul fondo dell'oceano. Una volta posato il cavo si potevano usare codici e impulsi elettrici per mandare un messaggio dall'altra parte del mondo. Noi esseri umani abbiamo un impulso innato di condividere le nostre idee, il desiderio di sapere che veniamo ascoltati fa parte del nostro bisogno di comunità; per questo continuiamo a mandare segnali e segni, per questo li cerchiamo negli altri. Siamo sempre in attesa di messaggi sperando di realizzare una connessione. E se non abbiamo ricevuto un messaggio non vuol dire che non sia stato inviato, a volte significa solo che non ascoltiamo abbastanza. (Jake)

Conclusione

  • Nonostante tutte le nostre tecnologie di comunicazione, nessuna invenzione è efficace come la voce umana. Quando sentiamo una voce umana istintivamente vogliamo ascoltare e speriamo di capire. Anche quando chi parla sta cercando le parole giuste, anche quando sentiamo solo gridare, o cantare. Perché la voce umana ha un suono diverso da qualsiasi altro al mondo, per questo sentiamo la voce di un cantante anche quando lo accompagna un'orchestra, sentiamo la voce qualsiasi altro suono la circondi. (Jake)

Episodio 5, Legami di famiglia

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Introduzione

  • Oggi nasceranno 490.000 bambini, ciascuno di loro è unico e ciascuno di loro è un anello della grande catena umana. Appena viene tagliato il cordone ombelicale, ciascuno diventa un individuo con speranze, sogni e desideri. Ma ogni essere umano è l'insieme di una dozzina di apparati. Il corpo umano è composto da sessanta trilioni di cellule e quelle cellule contengono proteine, dna, organuli quello che sembra un individuo in realtà è una rete. Ciascuno di noi è una comunità che vive e respira e la cosa non si ferma qui, perché dovrebbe? Ogni speranza che nutriamo, ogni sogno che facciamo, ogni desiderio che realizziamo ha un impatto molto più grande di quanto immaginiamo, almeno è così che sembra dalla mia prospettiva. (Jake)

Conclusione

  • I fili che ci legano non dipendono dallo spazio o dal tempo, quello che ad un individuo sembra uno scherzo del destino, da un'altra prospettiva è solo un filo che viene tirato, per rimettere le cose al loro posto. Anche quando i fili sembrano irrimediabilmente sfilacciati, non si rompono mai, non completamente; ma a volte la connessione più importante è qui... è adesso! (Jake)

Episodio 6, La sequenza di Amelia

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  • 89 gradi 15 minuti 50,8 secondi sono le coordinate di Polaris, la stella polare. Vista da un altro pianeta è una stella tra le tante, ma sulla terra ha un'importanza unica perché è un riferimento fisso nel cielo; dovunque uno si trovi nell'emisfero settentrionale, se guarda Polaris guarda verso nord e può orientarsi. Ma ci sono altri modi di perdersi: con le scelte che facciamo, per via di eventi che ci sconvolgono, perfino nella nostra stessa mente. Cosa può farci da riferimento? A quale faro possiamo rivolgerci per guidarci dalle tenebre alla luce? Forse alle altre persone, alle vite che toccano la nostra in tanti modi; a differenza della stella polare, la luce che ci danno non scompare mai. (Jake)

Episodio 7, Gioco d'azzardo

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Introduzione

  • I numeri sono costanti ma a volte no; la nostra incapacità di influenzarne il risultato è la grande livellatrice, rende giusto il mondo. I computer generano numeri casuali tentando di ricavare un significato dalle probabilità, infinite sequenze numeriche senza nessuno schema, durante un evento cataclismico globale: uno tszunami, un terremoto, gli attentati dell'11 settembre. Dun tratto questi numeri non sono più casuali la nostra coscienza collettiva si sincronizza e i numeri fanno lo stesso. La scienza non sa spiegare questo fenomeno, ma la religione sì, si chiama preghiera una richiesta collettiva espressa all'unisono, una speranza condivisa. I numeri sono costanti ma a volte no. (Jake)

Conclusione

  • Durante eventi cataclismici globali la nostra coscienza collettiva si sincronizza; lo fanno anche le sequenze numeriche create da generatori di numeri casuali, la scienza non sa spiegare questo fenomeno ma la religione sì, si chiama preghiera una richiesta collettiva espressa all'unisono, una speranza condivisa, una paura alleviate, una vita risparmiata. I numeri sono costanti ma a volte no. In tempi di tragedie o di gioia collettiva, in questi brevi momenti è solo l'esperienza emotiva condivisa che fa sembrare il mondo meno casuale. Forse è una coincidenza o forse è la risposta alle nostre preghiere. (Jake)

Episodio 8, Zona d'ombra

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Introduzione

  • Dicono che la distanza più breve tra due punti sia una linea retta. Ma che succede quando quel percorso è bloccato? Quando i sedimenti ne ostruiscono il corso, un fiume cambia direzione, procedendo a zig zag invece che in linea retta: quelli che possono sembrare dei meandri, per l'acqua sono il percorso più efficiente dalla sorgente alla foce; è la natura che fa una deviazione. Quando due punti sono destinati a toccarsi, ma un collegamento diretto è impossibile, l'universo trova sempre un'altra via. (Jake)

Conclusione

  • Se due punti sono destinati a toccarsi, l'universo troverà sempre un modo di metterli in collegamento. Anche quando ogni speranza sembra persa, alcuni legami non si possono spezzare: definiscono quello che siamo e quello che possiamo diventare. Attraverso lo spazio, attraverso il tempo, lungo percorsi che non possiamo prevedere, la natura trova sempre una via. (Jake)

Episodio 9, Musica degli astri

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Introduzione

  • La scala cromatica è composta da 12 semitoni messi in successione e in sequenza, 12 suoni che creano un'infinita varietà di musiche. Armonia e dissonanza, tensione e risoluzione, tutto può essere descritto dai rapporti matematici tra i suoni. Se potessimo tradurre tali proporzioni in suoni, ascolteremmo la musica degli astri, un suono immenso e potente come l'universo stesso, saldo come una pietra. (Jake)

Conclusione

  • La Terra, ruotando su se stessa, emette una frequenza, una nota musicale a 7,83 hertz. Ma questa frequenza cambia leggermente, per ragioni ancora sconosciute: alcuni dicono che la causa siano le eruzioni solari, o le perturbazioni elettriche nell'atmosfera. Ma forse c'è una spiegazione più semplice: forse il suono del pianeta è influenzato dai 7 miliardi di anime che ci vivono, ciascuna produce la sua musica e crea la propria armonia. (Jake)

Episodio 10, Merce di contrabbando

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Introduzione

  • La simmetria è il linguaggio dell'universo, si ritrova nel linguaggio della matematica: le sue lettere sono i triangoli, i cerchi e le altre figure geometriche. Senza queste figure è umanamente impossibile comprendere questo linguaggio, ma alcuni di noi lo conoscono. Riconosciamo degli schemi precisi, le tassellature: queste figure geometriche, ruotate e proiettate, si ripetono all'infinito. E chi parla questo linguaggio e ne segue la logica, può prevedere il prossimo passo: deve solo avere fiducia e seguire quel percorso. (Jake)

Conclusione

  • Facciamo tutti parte di questa infinita tassellatura, ciascuno è una cellula dell'alveare. Non tutte le tessere di un puzzle sono fisicamente in contatto, ma tutte fanno parte dello stesso grande mosaico, come un muro di mattoni, ciascuno dei quali lo rende più solido: se ne togli uno, può crollare l'intero muro; anche se non ce ne accorgiamo, la stabilità di quel muro viene testata ogni giorno, ma il muro resiste, grazie al nostro supporto collettivo. (Jake)

Episodio 11, Vortice (1° parte)

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Introduzione

  • Nel 1992 un nave perse dei container durante la rotta per gli Stati Uniti rivestano 29 mila paperelle di gomma nel Pacifico. 10 mesi dopo le prime paperelle compaiono sulle coste dell'Alaska. Da allora sono state trovate alle Hawaii, in Sud America, in Australia. Alcuni attraversano lentamente la banchisa artica ma 2 mila paperelle rimasero intrappolate nel vortice del Nord Pacifico, un vortice di correnti che raggiunge il Giappone, l'Alaska, il Pacifico Nord Occidentale e le Isole Aleutine. Gli oggetti risucchiati dal vortice di solito restano nel vortice, condannati a ripetere lo stesso percorso, ad attraversare sempre le stesse acque ma a volte no. Il loro percorso può essere alterato da cambiamenti climatici, da una tempesta, da un incontro casuale contro un banco di Balene. 20 anni dopo essere finiti in mare le paperelle arrivano ancora sulle spiagge di tutto il mondo ed il loro numero all'interno del vortice diminuisce, questo vuol dire che è possibile liberarsene anche dopo aver attraversato le stesse acque per anni, è possibile arrivare fino a riva.

Conclusione

  • Gli oggetti risucchiati dal vortice di solito restano nel vortice, condannati a ripetere lo stesso percorso, ad attraversare sempre le stesse acque ma a volte no. Il loro percorso può essere alterato da cambiamenti climatici, da una tempesta, da un incontro casuale contro un banco di Balene. Vuol dire che è possibile liberarsene anche dopo aver attraversato le stesse acque per anni, è possibile arrivare fino a riva

Episodio 12, Vortice (2° parte)

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Introduzione

  • Ci sono 31530 mila secondi in un anno ed in ogni secondo ci sono 1000 millisecondi, un milione di microsecondi, un miliardo di nanosecondi. L'unica costante che collega i nanosecondi agli anni è il cambiamento. L'universo, dagli atomi alle galassie, è in un perpetuo stato di flusso ma a noi uomini non piace il cambiamento, lo ostacoliamo, ci spaventa, cosi creiamo l'illusione della stasi, vogliamo credere in un mondo immobile, il mondo del presente. Eppure il grande paradosso rimane lo stesso appena percepiamo il presente, il presente è già trascorso. Ci aggrappiamo ad un'istantanea ma la vita è un film in movimento, ogni nanosecondo è diverso dal precedente, il tempo ci costringe a progredire ad adattarci perché ad ogni battito di ciglia il Mondo cambia sotto i nostri piedi.

Conclusione

  • Ogni giorno, in ogni momento, ad ogni nanosecondo, il mondo cambia. Gli elettroni si scontrano tra di loro e reagiscono. Le persone si incontrano alterando il percorso l'uno degli altri. Cambiare non è facile, il più delle volte è doloroso e difficile, ma può essere positivo, perché il cambiamento ci rende forti, tempra la nostra resistenza e ci insegna ad evolversi.

Episodio 13, Ritorno al passato

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Introduzione

  • È naturale chiedersi che differenza possa fare una persona nel mondo. Guardiamo dentro noi stessi, chiedendoci se siamo capaci di atti di eroismo e di grandezza, ma la verità è che ogni volta che compiamo un'azione abbiamo un impatto: ogni singola cosa che facciamo ha un effetto su chi ci circonda, ogni nostra scelta produce una reazione a catena nel mondo. Il più insignificante atto di gentilezza può causare una reazione a catena di benefici imprevisti verso persone che non conosciamo, risultati che forse non conosceremo mai ma che accadono comunque. (Jake)

Conclusione

  • Il momento in cui tutto era possibile, l'istante in cui è stata fatta una scelta o compiuta un'azione, l'ultimo respiro prima di muovere un passo. Le reazioni a catena più durature sono innescate in quei momenti, da quelle azioni, da quelle scelte, e sempre dalle decisioni ispirate dall'amore. (Jake)

Citazioni su Touch

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  • È la storia di un padre che si sforza di comunicare con il proprio figlio e lo fa attraverso i numeri. (Kiefer Sutherland)
  • Questo show è davvero complicato, ma è complicato in modo positivo. È una sfida perché io non ho dialoghi da recitare. Devo comunicare le mie emozioni solo con le espressioni del volto. Per esempio se sto chiedendo aiuto, la mia faccia deve dire: "Aiuto perfavore"; oppure se sono completamente disconnesso dal resto del mondo lo devo far capire con gli occhi. (David Mazouz)

Altri progetti

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