Anne Holt

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Anne Holt

Anne Holt (1958 – vivente), scrittrice, avvocato e giornalista norvegese.

Citazione di Anne Holt[modifica]

Dall'intervista di Brunella Schisa, Anne Holt, Il Venerdì di Repubblica, 23 ottobre 2009
  • Amo gli Stati Uniti, vi ho vissuto a lungo, ma negli otto anni di amministrazione Bush ho avuto davvero paura. L'ossessione sul terrorismo islamico, pur comprensibile dopo l'11 settembre, mi sembrava inutile e pericolosa. Gli americani avevano perso le loro qualità politiche migliori.
  • [Sul crimine] L'aspetto psicologico mi interessa più della tecnica investigativa.
  • Penso che la scrittura sia una sorta di identificazione. Soltanto se fai vedere al lettore la scena usando un occhio interno riesci a mantenere la sua attenzione.
  • [Stieg Larsson] Mi piacciono i suoi libri, ma sono atipici rispetto alla scrittura scandinava. Millennium non è per nulla realistico, è scritto in stile americano.

Incipit di alcune opere[modifica]

La porta chiusa[modifica]

– Un orario senza senso. Chi cavolo è che ha scelto proprio questa data?
Il capo del Pst, i servizi di sicurezza della polizia norvegese, si passò una mano sui capelli rossi tagliati a spazzola.
– Lo sai benissimo, – disse una donna poco più giovane, con gli occhi fissi su un antiquato schermo Tv in bilico su una cassettiera nell'angolo dell'ufficio. I colori erano sfocati e una banda nera occupava il fondo dell'inquadratura. – È stato il primo ministro a decidere. Un'ottima occasione, no?, per mostrare l'antico reame in tutta la sua pompa nazional-romantica.

Non deve accadere[modifica]

Ormai aveva perso il conto delle persone che aveva ucciso. E non aveva alcuna importanza. Nella maggior parte dei mestieri, la qualità era più importante della quantità. Così nel suo, anche se con gli anni quella svolta innovativa aveva perso un po' del suo smalto. In più di un'occasione, aveva pensato di trovarsi qualcosa di diverso da fare. Di tanto in tanto si diceva che la vita era piena di possibilità per quelle come lei. Menzogne. Era troppo vecchia. Si sentiva stanca. Quella era l'unica cosa che potesse veramente fare. Ed era in un settore redditizio. La paga oraria era vertiginosa, naturalmente, non poteva non esserlo. Ci voleva tempo per riprendersi, dopo.

Quello che ti meriti[modifica]

Il soffitto era blu. L'uomo al negozio diceva che con un colore scuro la stanza sarebbe sembrata più piccola. Si sbagliava. Il soffitto invece si era sollevato, quasi era sparito. Era proprio come lo avrei voluto io da bambino: un cielo notturno con le stelle e una piccola falce di luna proprio sopra la finestra. Ma allora era stata la nonna a scegliere per me. La nonna e la mamma, una stanza da maschietto gialla e bianca.

Bibliografia[modifica]

  • Anne Holt, La porta chiusa, traduzione di Giorgio Puleo, Einaudi, 2009. ISBN 9788806200084
  • Anne Holt, Non deve accadere, traduzione di Giorgio Puleo, Einaudi, 2009. ISBN 9788806197896
  • Anne Holt, Quello che ti meriti, traduzione di Luca Lamberti, Einaudi, 2008. ISBN 9788806192471

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Opere[modifica]