Autodromo nazionale di Monza

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Vista aerea dell'autodromo nazionale di Monza (2018)

Citazioni sull'autodromo nazionale di Monza.

  • Da casa mia potevo sentire il rombo dei motori della pista di Monza, io prendevo la mia bicicletta e correvo nel parco a vedere chi era. Conoscevo tutti i buchi dell'autodromo per poter entrare. (Fabrizio Barbazza)
  • Il tracciato di Monza mi piace in maniera particolare, è una pista speciale per ogni pilota italiano dove in alcuni punti sia sui rettilinei quanto sia nelle staccate si può fare la differenza. Credo che in questo impianto si respiri appieno la storia dell'automobilismo. (Antonio Fuoco)
  • La pista di Monza mi veniva facile, era come girare a casa mia. Aveva delle curve fantastiche che purtroppo non esistono più, che erano la prima e seconda di Lesmo e la prima variante, era in queste curve dove si faceva la differenza con gli altri piloti. (Fabrizio Barbazza)
  • La pista italiana, com'è noto, si caratterizza per le alte velocità. Pur non essendo il tracciato che preferisca in assoluto, lo dico con sincerità, mi piace molto la Variante Ascari, e credo che tutte le tre varianti rappresentino le parti dove si possa fare la differenza. (Lilou Wadoux)
  • Monza è sempre una delle mie piste preferite, è la mia pista di casa, sia farla in versione Formula 1 che percorrerla così piena di chicane è sempre molto bello, anzi farla in versione rally dà più emozioni, almeno si usa anche la leva [del freno a mano, ndr]. (Marco Bonanomi)
  • Ogni anno, in un weekend di settembre, mi svegliavo alle cinque del mattino, per ritrovarmi un'ora più tardi a pedalare con la mia Saltafoss sul lato estremo di viale Fulvio Testi; arrivavo fino a Monza, mi addentravo nel parco, attraversavo i suoi immensi prati su qualche stradina sterrata ed entravo nel cuore dell'autodromo da uno dei buchi delle vecchie reti di recinzione. Era una bellissima sensazione, da provare da solo o con un amico: il freddo e la bruma del mattino che mi entravano nei polmoni, la nebbia, l'erba bagnata, l'abbaiare dei cani delle guardie francesi a caccia di abusivi... In quelle mattine di fine estate mi sentivo felice, soprattutto per quella sensazione di vacanza finita, di avere un ultimo baluardo di divertimento e di svago massimo prima dell'inizio di una nuova stagione scolastica. Dopo qualche ora, con il sole ormai alto nel cielo, si accendevano i motori e io pensavo che dopo quella domenica, quell'ultima domenica di vacanza, sarebbe passato un anno intero — un tempo quasi indefinibile, allora — prima di poter riassaporare quelle stesse sensazioni. Dopo quel giorno sarebbe iniziata un'altra interminabile serie di giornate a scuola, dove avrei passato ore a non capire nulla di ciò che dicevano i professori, disegnando caschi integrali e macchine da corsa sul banco della classe. (Michele Lupi)

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