Colin Duriez

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Colin Duriez (1947 – vivente), scrittore britannico.

Tolkien e il Signore degli Anelli[modifica]

Incipit[modifica]

John Ronald Reuel Tolkien è un autore che gode di un numero tanto grande di lettori da rendere difficile credere che ci sia stato un tempo in cui i suoi editori erano convinti che Il Signore degli Anelli avrebbe potuto causare loro perdite finanziarie. In quei giorni oscuri, quel dotto professore poteva borbottare la parola «orco» solo per commentare il comportamento rozzo di qualcuno o esclamare «Mordor è fra noi» solo per descrivere qualche brutto esempio della vita moderna, senza che peraltro nessuno riuscisse a comprendere quanto egli intendesse. Oggi, invece, termini come per esempio «Hobbit» sono addirittura entrati nella lingua inglese e trovano posto nei dizionari.

Citazioni[modifica]

  • Il Signore degli Anelli è una creazione fantastica che parla della realtà vera. La sua costruzione si fonda sul concetto, accuratamente elaborato da Tolkien, di sub-creazione [...] in cui il creatore umano immagina il mondo creato da Dio nel mondo in cui Dio crea, proprio come i primi scienziati – o oggi alcuni cosmologi come Stephen Hawking – hanno pensato il pensiero di Dio nel modo in cui Dio pensa. Per Tolkien, il mondo morale e spirituale è reale tanto quanto quello fisico: anzi, sono tutti parte di una creazione unica, e una sub-creazione ben riuscita qual è il mondo linguistico della Terra di Mezzo li comprende in un tutto organico. Ciò che ne risulta è dunque un'immagine di realtà che ha la pretesa di essere una fonte affidabile di conoscenza. (p. 13)
  • Ovviamente, numerosi lettori di Tolkien hanno percorso le vie de Il Silmarillion: molti lo trovano stranamente diverso dalle altre opere più popolari prodotte dallo stesso autore; altri, benché sopraffatti dal proliferare di nomi e di luoghi nuovi, vengono attratti dal senso di profondità e di ricchezza che lo pervade e dal fatto che da esplorare ci sia ben più che un mondo intero. (p. 13)
  • Siamo tutti in viaggio, un viaggio di cui la Cerca che ha per scopo la distruzione dell'Anello ne Il Signore degli Anelli è un'immagine che si può ben applicare a ognuno di noi. Sfidandoci, Tolkien ci aiuta a imboccare la direzione giusta e a raggiungere una certa destinazione. Uno dei canti della Terra di Mezzo narra, e non potrebbe essere altrimenti, della strada che prosegue senza fine, e questa è un'immagine che nei racconti risulta essenziale. Come disse Bilbo a Frodo: «È pericoloso [...] uscire di casa». (pp. 14-15)
  • Tolkien sfida quello spirito della nostra epoca per il quale nessun viaggio ha senso, o perché non esiste alcuna strada, oppure perché tutte le strade conducono alla medesima destinazione. Il fatto che Tolkien sia tanto popolare fra i lettori di così tanti Paesi mostra quanto numerose siano le persone attratte dalla speranza che riluce nella sua opera. (p. 15)
  • Nella propria mente, Tolkien associò sempre Edith a uno dei primi personaggi letterari creati per uno dei racconti da cui si svilupperà Il Silmarillion: Lúthien. Per Tolkien quel racconto aveva un significato tanto personale che quello di Lúthien e del suo amato Beren divennero i soprannomi di Edith e di se stesso. L'idea della storia era legata a un incidente occorso a Edith e a Tolkien, in seguito al quale i due si trovarono a vagare in un boschetto nel Roos, a settentrione dell'estuario dell'Humber. Lì, fra le betulle, Edith danzò e cantò per lui. E, nel racconto, Beren incontra Lúthien che danza fra le betulle dei boschi di Neldoreth. Sia per Beren che per Tolkien, ciò evocava un tempo di ricordi legati a un pericolo: Tolkien stava infatti per partire alla volta dei campi di battaglia della Prima guerra mondiale. Quando morì nel 1971, sulla pietra tombale di Edith Tolkien aggiunse il nome «Lúthien». (p. 20)
  • Di fatto, la maggior parte del ciclo di leggende di cui si compone Il Silmarillion era già stato costruito prima del 1930: prima della redazione e della pubblicazione de Lo Hobbit, il precursore de Il Signore degli Anelli. In questi due libri vi sono numerosi riferimenti a vicende di cui tratta Il Silmarillion: rovine di luoghi un tempo maestosi, siti di battaglie antiche, nomi strani e splendidi di un passato lontano, e spade elfiche forgiate a Gondolin, prima della sua caduta, per le Guerre contro gli orchi. (p. 22)
  • In Tolkien, il mito e la fiaba debbono contenere verità morale e religiosa, ma in modo implicito e non esplicito (come invece avviene nell'allegoria). Tanto nei suoi interessi linguistici quanto in quelli creativi, Tolkien era costantemente alla ricerca di «materiali e cose di una certa qualità e di una certa atmosfera». I miti, le fiabe e i mondi antichi ispiravano e supportavano costantemente le creazioni della sua mente e della sua immaginazione che progressivamente venivano svelandosi: ovvero, le sue lingue elfiche e i primi semi de Il Silmarillion. L'atmosfera e la qualità che cercava Tolkien le identificò con l'Europa settentrionale e occidentale, in particolare con l'Inghilterra. E questa qualità cercò d'infonderla nella propria narrativa e nelle lingue che aveva inventato. (p. 23)
  • Il Silmarillion si basa sul lavoro lasciato incompleto da Tolkien e del resto non intende affatto suggerire l'idea di un'opera compiuta, ancorché la curatela editoriale di cui il figlio l'ha fatto oggetto sia altamente specialisticia e fedele alle intenzioni del padre. La natura incompiuta del volume è del tutto evidente in parecchi racconti indipendenti che in esso sono contenuti, come per esempio quello di Beren e della fanciulla elfica Lúthien, quello di Túrin Turambar, quello di Tuor, quello relativo alla Caduta di Gondolin e quello di Eärendil il marinaio. Di fatto, questi casi rappresentano dei riassunti di narrazioni intese di dimensioni assai più ampie e più dettagliate, ma mai portate a termine. Per i lettori, dunque, la natura sommaria e condensata di gran parte de Il Silmarillion pubblicato presenta delle difficoltà, rappresentate dalla enorme quantità di nomi con cui non si ha familiarità. (p. 63)

Bibliografia[modifica]

  • Colin Duriez, Tolkien e il Signore degli Anelli. Guida alla terra di mezzo, traduzione di Marco Respinti, Gribaudi, 2002, ISBN 8871526554

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