Collettivizzazione in Unione Sovietica

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
"Disciplina lavorativa rafforzata nelle fattorie collettive" – Un manifesto di propaganda sovietica pubblicato in Azerbaigian, 1933

Citazioni sulla collettivizzazione in Unione Sovietica.

Citazioni[modifica]

  • Forse non sapremo mai quante persone sono morte come diretta conseguenza della collettivizzazione o come indiretta conseguenza dell'abitudine di Stalin di far ricadere la colpa dei propri insuccessi su altri. Ma due cose sono certe: primo, che il modo infame con cui Stalin ha condotto la collettivizzazione non ci ha portato altro che miseria e brutalità; secondo, che a quei tempi era Stalin a giocare un ruolo decisivo nel governo del nostro paese. (Nikita Sergeevič Chruščёv)
  • Il regime staliniano trattava i contadini come servi della gleba. Non è un caso che fosse soprattutto chi emigrava dalle campagne a nutrire dubbi sull'equità del sistema vigente, piuttosto di chi era nato e cresciuto in città. Certi principi, come quelli della collettivizzazione forzata e della politica di collettivizzazione agraria, per me, a differenza che per i miei compagni di corso, che vivevano in città, non erano soltanto teorie, ma realtà. Sapevo per esperienza quanto fossero ingiusti molti aspetti di quei principi. (Michail Gorbačëv)
  • In precedenza la nostra famiglia era stata sottoposta alla collettivizzazione forzata. Adesso si comincia a dimenticare che cosa questo significasse. Era molto semplice, la famiglia Eltsin [...] aveva preso cinque ettari di terra in affitto. [...] La sua colpa era lavorare molto, fare molte cose. Invece al potere sovietico piacevano le persone modeste, insignificanti, che rimanevano al loro posto. Per gli uomini forti e attivi non c'era pietà. (Boris Nikolaevič El'cin)

Sergio Gradenigo[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Oggi un collettivista riceve circa 5 rubli al giorno di tangente personale e se anche non può acquistare tutto ciò di cui avrebbe bisogno e che le fabbriche non fanno a tempo a produrre, o producono a prezzo troppo alto, può almeno risparmiare e sperare nel futuro. Ma le cooperative per gli operai nelle città sono in compenso naturalmente vuote, perché anche il poco che è rimasto al Kolchoz e non è stato requisito dallo Stato va sul mercato, ed ora sono gli operai a soffrire la fame e la miseria. (6 dicembre 1932)
  • Le cifre che danno i giornali, i comunicati del Partito C. o del commissariato dell'Agricoltura, vanno accolti col beneficio, largo beneficio d'inventario. Rispecchiano falsamente la situazione per due ragioni: prima di tutto perché si cerca di salvare le apparenze davanti alla massa operaia ed in secondo luogo, perché le cifre fornite dai vari Comitati locali del partito, direzioni di Trust ecc. mancano di sincerità e dispongono la situazione ottimisticamente, per non tirarsi addosso recriminazioni e sanzioni. Si tira a campà, un po' in tutti i gradini delle gerarchie. (10 luglio 1933)
  • Si è cercato e si cerca di organizzare il trasporto di masse di studenti, impiegati ed operai (nell'ordine) dalle città. Si pretende che una gran parte di questi cittadini, siano dei rurali che da poco hanno abbandonato la campagna e che pertanto si tratta di masse già addestrate. Ciò corrisponde soltanto in parte alla verità, in quanto impiegati e studenti sono di origine prettamente o, quasi, cittadina e quanto agli altri sono ormai da tempo in città e mancano quindi di ogni allenamento fisico per sopportare la fatica del lavoro dei campi. Concordi notizie vengono pubblicate dai giornali di fughe e «diserzioni». Notizie da me raccolte mi confermano la qualità scadentissima del lavoro che prestano. (10 luglio 1933)
  • Dove sono le centinaia di migliaia di trattrici? Tante decine di migliaia dovrebbero esser visibili da chi viaggia ed in treno, ed in automobile ed in aereoplano. La memoria conserva invece il ricordo di qualche decina. Con questa osservazione concorda la voce unanime di quanti ritornano dai campi: le trattrici sono tutte guaste, non possono lavorare che poche ore e poi giacciono immobilizzate. (15 agosto 1933)
  • Voleva essere una agricoltura meccanizzata ed è retrocessa allo stadio di agricoltura primitiva e povera anche di trazione animale, ad uno stadio di povertà e decadenza alla quale la ricchezza del suolo non avrebbe da sola mai potuto ridurla, se non ci si metteva la buona volontà comunista. (15 agosto 1933)
  • Il calcolo fatto sulla meccanizzazione è fallito. Ripetutamente e da ogni dove fu pubblicato che il rendimento meccanico fu misero, meno del 50 per cento del previsto. Le Kombins furono incapaci di lavorare sui campi invasi da piante parassite e mal livellati; le trattrici rivelarono difetti di fusione; tutte e due minima resistenza. Le Kombins lasciarono costantemente, come l'altro'anno una fortissima percentuale di grano attaccata alle spighe (ora le seminatrici lavorano a scatti e sussulti). Per tutte le macchine agricole fu deleterio il cattivo uso, l'ignoranza, la trascuratezza degli addetti. La mancanza di animali da lavoro ed il poco rendimento dei contadini superstiti denutriti (usavano dire: lasciate in città quelli che non capiscono nulla di lavori campagnoli e dateci più da mangiare e vi faremo vedere ciò che sappiamo fare) e dei cittadini non allenati, alterarono il resto del calcolo governativo. (1 ottobre 1933)

Voci correlate[modifica]

Altri progetti[modifica]