Enrico Canfari
Aspetto
Enrico Canfari (1879 – 1915), calciatore e dirigente sportivo italiano.
- Il F.C. Torinese ci invitò a giocare contro di lui, ed a noi non parve vero di poterci cimentare con dei veri giocatori benché di costituzione e statura poco rassicuranti. Furono batoste come squadra, ma individualmente, per il grande esercizio nel palleggio, non sfigurammo affatto. Messi in questa via, formato l'undici, cominciammo ad accettare sfide e a lanciarne, finché per affermarci al cospetto del pubblico torinese bandimmo un torneo. Per l'occasione ci voleva una divisa, ma come? Di cottone, di flanella, di maglia? Alla fine, la scelta: un parcalle sottile e roseo che portammo poi, sbiadito all'inverosimile, sino all'anno 1902...[1]
- L'anima juventina è un complesso modo di sentire, un impasto di sentimenti, di educazione, di bohemien, di allegria e di affetto, di fede alla nostra volontà di esistere e continuamente migliorare.[2]
- Orgoglio infinito, la Juventus è la mia patria.[3]
Note
[modifica]- ↑ Dopo la prima gara del Foot-Ball Club Juventus in Campionato Federale nel 1900; citato in Juventus Football Club: La Storia - Dagli inizi al 1mo Scudetto, Juventus.com.
- ↑ Da un documento autografo citato dalla rivista ufficiale Hurrà il 26 dicembre 1915.
- ↑ Citato in Storiche citazioni di juventini veri, Tuttosport, edizione impresa, 2 dicembre 2009.
Voci correlate
[modifica]- Eugenio Canfari, fratello
- Juventus Football Club
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