Frédéric Makowiecki

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Frédéric Makowiecki (2014)

Frédéric Makowiecki (1980 – vivente), pilota automobilistico francese.

Makowiecki: "bellissimo guidare di notte a Le Mans"

Intervista di Gianluca Calvaresi, formulapassion.it, 19 giugno 2023.

  • Il fattore fondamentale su una pista come Le Mans sono i lunghi rettilinei dove ci si può rilassare un po'. Misuriamo il nostro stress in base al battito cardiaco. Più è altro più stiamo consumando energia e dunque prima ci stancheremo. Per questo motivo negli stint lunghi tenere il battito cardiaco basso è fondamentale. Normalmente in ogni circuito in rettilineo ci si distende un po', per poi vedere il picco di pulsazioni che sale percorrendo una chicane o una curva alla fine del rettilineo stesso. [...] Ma in termini di intensità il circuito che trovo più stressante è in assoluto Sebring che ha un asfalto molto irregolare dove la macchina salta ovunque e non c'è un solo momento in cui ti puoi rilassare. In più è un circuito molto corto con più di trenta macchine che girano contemporaneamente. Sebring è molto peggio di Le Mans credetemi. Quando fai due stint a Sebring sei felice di saltare fuori dalla macchina mentre a Le Mans non ci sarebbero problemi a fare tre stint.
  • [...] quando guidi la notte a Le Mans sei in una condizione molto particolare. Ci si sente soli ma anche più tranquilli in questa fase. La temperatura esterna è bassa e nell'abitacolo è molto fresco. La stessa cosa la avverto da parte dei tecnici al muretto box. Di giorno sono tutti molto agitati ma la sera sono rilassati anche loro. Insomma fare i turni di guida di notte mi piace molto anche perchè si tratta sempre di un momento chiave perché quando si esce dalla fase notturna si ha chiaro chi è in condizioni per vincere e come potrebbe essere la classifica finale in gara. Dunque quello che si ottiene durante la notte è un elemento chiave per la vittoria finale.
  • Credo che una macchina buona sia una macchina buona per tutti così come una macchina cattiva sia tale per tutti i piloti. L'obiettivo comune è sempre quello di mettere in pista una macchina competitiva il che significa cercare un assetto che renda i suoi comportamenti logici e prevedibili e con una buona guidabilità. Se si ottiene questo si è già a buon punto. Ovviamente si può cercare di avere delle prestazioni di picco più elevato o un posteriore più stabile. Ma queste sono sfumature che si cercano in qualifica. In gara quello che conta è la consistenza della prestazione. A pensarci non mi è mai capitato di avere un compagno di squadra che avesse richieste così originali di assetto che mi impedissero di guidare la macchina come mi aspettassi.

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