Gustavo Del Vecchio

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Gustavo Del Vecchio

Gustavo Del Vecchio (1883 – 1972), economista e politico italiano.

Osservazioni sopra le presenti difficoltà monetarie[modifica]

  • Non è possibile che lo Stato consumi più di quanto i privati risparmiano o rendono liquido del loro capitale, perché consumare si può soltanto ciò che esiste e non ciò che non esiste. Appare chiaro allora come vi sia una causa di eccesso monetario quando lo Stato per coprire il suo deficit sia costretto ad andare oltre il limite a lui assegnato dalla spontanea attività dei cittadini, diminuendo da un lato ciò che realmente paga ed aumentando ciò che realmente può ottenere in quanto riesce a diminuire i redditi reali dei privati con uno svilimento del mezzo circolante. Questa constatazione ha un notevole significato perché ci dice non soltanto che il deficit dello Stato oltre un certo limite produce lo svilimento della moneta, ma ci mostra il modo come tale svilimento avviene e fa vedere che tale svilimento non è soltanto l'effetto del deficit finanziario, ma è anche la condizione necessaria perché il deficit si produca senza fermare la macchina dello Stato. (p. 205)
  • Di fronte al contrasto erroneamente stabilito fra coloro i quali vogliono migliorare la circolazione agendo sul sistema del credito, e coloro i quali negano gli effetti di questo sugli alti prezzi e sui cambi sfavorevoli, si deve ammettere che l'azione innegabile del torchio e dei libri di banca sul livello dei prezzi è nelle condizioni attuali soltanto l'inevitabile espressione dello sbilancio finanziario dello Stato non capace di compensazione da parte delle energie private nella forma del libero risparmio individuale. (p. 205)
  • Di fronte ai gravi problemi monetarii, che si sono posti inopinatamente a noi, è di moda ormai fare della originalità contrapponendo ai fattori fondamentali uno o due tra gli infiniti e già ben noti elementi secondarli. Dal punto di vista scientifico, ciò è indifferente perché tali alzate di ingegno passano senza lasciare traccia per finire tra le pagine, che non saranno più riaperte, delle vecchie annate delle riviste, dei giornali e degli atti ufficiali. Dal punto di vista pratico ciò è veramente da deplorare, perché l'errore ha già troppe armi in confronto della nuda verità perché sia da accettare senza protesta che si approprii anche quella non sua di parere il vero, mentre è il falso. (p. 207)

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