il manifesto

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Citazioni sul quotidiano italiano il manifesto.

  • [Sulla radiazione dal partito comunista italiano dei fondatori del giornale, nel 1969] Abbiamo chiesto loro il coraggio di rinunciare a una sorta di privilegio che in effetti essi hanno creduto di potersi creare facendosi una loro rivista e agendo su un duplice piano, ossia all'interno e all'esterno del partito. Essi hanno risposto di no. (Alessandro Natta)
  • Pintor, il nostro maestro, in quanto eretico è stato radiato dal Pci. E per usare una parola di moda, rottamato, perché troppo a sinistra per il partito. Era dunque esattamente il contrario di ciò che oggi rappresenta Renzi, un rottamatore che sta mettendo ai margini gli eretici del suo partito, costringendoli a lasciare un Pd che vira a destra. Pintor inoltre non amava il potere e con il manifesto voleva far vivere una forma originale della politica. Altro che segretario di partito e presidente del Consiglio. (Norma Rangeri)
  • [Nel 2016] Siamo stati inseguiti ogni giorno dalla spada di Damocle, quella che la leggenda legava a un sottile crine di cavallo e che nella nostra realtà rappresentava la minaccia di essere colpiti e venduti al miglior offerente. È la fine, è la fine.. Sì, è la fine davvero. Ma della liquidazione coatta amministrativa. Sì, è la fine ma del piccolo inferno in cui abbiamo vissuto in questi ultimi tre anni e mezzo. Ed è l'inizio di una nuova storia del manifesto. (Norma Rangeri)

Riccardo Barenghi[modifica]

  • Ho quasi smesso di fare politica quando ho visto quello che stava succedendo. Ricordo le prime pistole all'Università. Andavo alle manifestazioni ma con sempre minore entusiasmo. La cultura politica in realtà me la sono fatta al manifesto.
  • Io e Roberta Carlin, che era il mio vice direttore, pensavamo che il manifesto dovesse essere prima di tutto un giornale. Altri pensavano che dovesse essere un progetto che usava il giornale per fare politica.
  • Quando sono arrivato io, tanti anni fa, c'era gente che già se ne andava, Gianni Riotta, Ritanna Armeni. Ma non esisteva la categoria del tradimento per nessuno. Se ne sono andati tanti dal manifesto, Mauro Paissan, Giorgio Casadio, Grazia Gasparri, Tiziana Maiolo.

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