Il mostro della laguna nera

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Il mostro della laguna nera

Descrizione di questa immagine nella legenda seguente.

Locandina realizzata da Reynold Brown

Titolo originale

Creature from the Black Lagoon

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America
Anno 1954
Genere Horror, fantascienza
Regia Jack Arnold
Soggetto Maurice Zimm
Sceneggiatura Harry Essex, Arthur A. Ross
Produttore William Alland
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Il mostro della laguna nera, film statunitense del 1954, regia di Jack Arnold.

Incipit[modifica]

"Nel principio, Dio creò il cielo e la terra, e la terra era informe e vuota". Questo è il pianeta Terra appena nato e che andò raffreddandosi via via da una temperatura di seimila gradi a una di poche centinaia in cinque miliardi di anni. Il calore, irradiandosi nell'atmosfera, formò le nubi e la pioggia cadde sulla crosta indurita per secoli e secoli. I mari irrequieti crebbero, ma trovarono dei limiti e furono racchiusi. Ed ecco che nei loro caldi recessi comincia il miracolo della vita. In varietà innumerevoli appaiono esseri viventi che mutano e raggiungono la terra ferma, lasciando una prova del loro passaggio, della loro lotta per l'esistenza, della loro estinzione. Sono queste tracce di vita, ancora visibili dopo quindici milioni di anni, nell'alto corso del Rio delle Amazzoni, che l'uomo tenta affannosamente di decifrare. (Voce narrante)

Frasi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Secondo il mio parere, lo scienziato ha non solo bisogno di intuito, ma anche di fede. (Kay Lawrence)
  • I miei uomini la chiamano la laguna nera. È un paradiso, soltanto dicono che nessuno è mai tornato per descriverlo. (Lucas)
  • Vi sono molte strane leggende sul Rio delle Amazzoni. Io con le mie orecchie ho sentito la leggenda dell'uomo pesce. (Lucas)
  • Ho l'idea che questo mostro rammenti il passato e ogni cosa, e non voglio che ci poimbi addosso mentre dormiamo. (David Reed)
  • [Sul rotenone] Basta un solo sorso di acqua avvelenata e puf, i pesci paralizzati salgono a galla come se fossero sbronzi. (Lucas)

Dialoghi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Carl Maia: Non direi che tu abbia molto l'aspetto di un ittiologo.
    Kay Lawrence: Secondo il comune punto di vista, avresti dovuto avere una rispettabile barba.
  • Carl Maia: Ho trovato questo in un sedimento calcare che risale almeno al periodo Devoniano. Spero che voi esperti in paleontologia marina possiate riconoscerlo.
    David Reed: Non ho mai visto nulla di simile.
    Kay Lawrence: Osserva la membrana tra le dita, David.
    David Reed: Già...
    Carl Maia: Forse ne sapremo di più quando trovo il resto dello scheletro.
    David Reed: Quanto ci terrei a poter venire con voi!
    Kay Lawrence: Ci terrei anch'io!
    Carl Maia: E il vostro principale? Credete che possa interessarlo?
    David Reed: Williams? Mah, se può averne della pubblicità, ci si butta a capofitto.
    Kay Lawrence: Beh, devi ammettere che la pubblicità sprona i filantropi, e senza fondi non si fanno ricerche.
    David Reed: È vero, e se non fosse per Williams che riesce a scovare i quattrini non saremmo qui ora.
  • Mark Williams: Non potrebbe essere la mano di un uomo dell'era glaciale?
    Dott. Thompson: Io ritengo più facile che sia appartenuto a un anfibio, Mark, che passava più tempo in acqua che in terra.
    Kay Lawrence: Allora come spiegate la struttura delle dita? Sono d'animale terrestre. Voi che ne dite, Dottor Matos?
    Dott. Matos: Di questo si può essere certi: che si trattava di un animale molto forte.
  • David Reed: Più tempo passa e più si apprezza il valore delle ricerche marine. Per esempio, guardate qui. Questo pesce dipnoi, l'anello di congiunzione tra pesce e anfimbio. In quanti migliaia di modi la natura ha cercato di trasferire la vita dal mare sulla terra ferma? Qui ha fallito. Questa specie non è mutata in milioni di anni. Invece qui, qui abbiamo la chiave di un'enigma. Un giorno navi spaziali ci porteranno su altri pianeti. Come potrà l'uomo sopravvivere su quei pianeti? La loro atmosfera sarà diversa, la pressione diversa. Con uno studio su queste e altre specie, scopriremo le leggi dell'evoluzione della vita e del suo adattamento all'ambiente. E allora, forse, potremo insegnare agli uomini come adattarsi ai nuovi mondi del futuro.
    Mark Williams: Bel discorso David, ma io vedo anche il lato pratico. Vi sembrerò più un uomo d'affari che di scienza, ma rammentatevi che occorrono fondi per mantenere un istituto. Un scoperta di reale importanza può esserci anche di grande aiuto finanziario.
  • Kay Lawrence: E io credevo il Mississippi unico al mondo!
    David Reed: Non è che un fiumicciattolo in confronto alle Amazzoni. Questo posto è rimasto com'era centomilioni di anni fa durante il periodo Devoniano.
    Kay Lawrence: Era quasi il principio del mondo.
    David Reed: Esatto. Anche gli animali sono rimasti immutati dal periodo Devoniano. Il formichiere è gigante e ha la forza di un orso, il millepiedi è lungo trenta centimetri, il ratto poi è grosso come un montone.
    Kay Lawrence: È quasi incredibile!
    David Reed: Ah, ma è vero.
    Lucas: E non dimenticate il pesce siluro. Arriva a tre metri di lunghezza ed è feroce come sono feroci tutti gli esseri della giungla.
  • Lucas: Non ho mai visto pescare i sassi. A chi servono?
    Carl Maia: Li uso io. Per me sono preziosi. Li faccio a pezzi ed essi mi parlano.
  • Kay Lawrence: Qualunque specie di animale sia, se lo lasciate in pace non vi molesterà.
    Mark Williams: Può darsi, ma se v'ingannate questo fucile correggerà qualsiasi errore.
    David Reed: Mark, vogliamo prendere fotografie scientifiche, non trofei! Questo essere vivo nel suo ambiente naturale è di gran valore per noi.
    Mark Williams: E a che scopo fotografarlo se non si può prendere?
    David Reed: Non è un discorso da scienziato, ma da appassionato di caccia grossa!
  • Mark Williams: Non saprei come definirlo.
    David Reed: Sembra incredibile, ma aveva un che di umano.
    Mark Williams: E di sicuro se è ciò che credo che sia, è la più grande scoperta che in questo campo si sia fatta.
  • Lucas: Molti anni fa, mi raccontarono una leggenda del fiume. Una vecchia indigena mi disse di un uomo che vive sott'acqua. Ma era un po' stramba. "Scimmia matta" era chiamata da tutti.
    Dott. Thompson: L'ignoto sembra sempre poco degno di fede, ma come leggende certe cose si accettano e si lasciano correre. Ma come si può credere che esista qualcosa simile a un essere umano che viva sott'acqua?
    Mark Williams: Beh, ma questo non è una leggenda. Lo vedrete ora voi stessi!
    Kay Lawrence: C'è il precedente del kamongo, risparmiato alla scienza fino a pochi anni orsono. Era un animale vissuto nel periodo Devoniano.
    Carl Maia: È interessante notare che il fossile da me trovato è dello stesso periodo.
    Kay Lawrence: Il kamongo è un pesce che respira l'aria.
    Dott. Thompson: E questo che prova?
    Kay Lawrence: Nulla, ma è un fatto che il kamongo che ha polmoni esiste ancora e vive qui in Amazzonia, e non è mutato in milioni di anni.
    Dott. Thompson: Ma questo non prova la possibilità di un uomo pesce.
    Carl Maia: Se l'evoluzione di quella specie subì un arresto milioni di anni fa, e la specie sopravvive, non lo potrebbe anche un'altra?
  • Mark Williams: Non ci prenderanno sul serio quando lo racconteremo. Chi può credere a una storia simile? Che si stia qui aspettando che qualche mostro ci appaia? Dobbiamo catturarlo in ogni modo.
    David Reed: Perché non ci debbono credere?
    Mark Williams: Perché noi ci occupiamo di cose note, di nozioni man mano accumulate.
    David Reed: Si è appena iniziato lo studio dell'acqua e dei suoi segreti, e appena sfiorato i misteri degli spazi astrali. Noi non escludiamo l'ipotesi che possa esistere qualche forma di vita su un altro pianeta. Allora perché escludere una forma di vita diversa in un mondo che già ci risulta essere abitato da milioni di creature viventi?
  • Mark Williams: Pare quasi che abbiate pietà di lui. Eppure avrebbe potuto uccidere anche te, Kay.
    Kay Lawrence: Ma non l'ha fatto...

Citazioni su Il mostro della laguna nera[modifica]

  • – A lei non è piaciuto questo film? A me sì. Ma mi è dispiaciuto tanto per il mostro alla fine.
    – Come dispiaciuto? Cosa voleva? Che la sposasse?!
    – Faceva paura a guardarlo, però in fondo non era cattivo. Forse cercava solo un po' d'affetto, non so, di sentirsi amato e desiderato, coccolato.
    – È un punto di vista molto interessante... (Quando la moglie è in vacanza)
  • L'originalità di Arnold fu di rappresentare il mostro in chiave quasi simpatica, e di accentuare i sottintesi sessuali. (Il Mereghetti)
  • Primo di una trilogia molto acclamata, introduce nel pantheon dei "mostri sacri" dell'horror una nuova figura caratterizzata dall'abbinamento di eros e horror mutuato direttamente da King Kong, ma adattato con originalità. (Rudy Salvagnini)
  • Sono arrivato alla conclusione negli ultimi dieci anni che non sono un fan de Il mostro della laguna, ma sono un chierico, sono un evangelista. Sento davvero un legame con questa creatura. Non sono il tipo di fan che tiene le figurine nella scatola. C'è qualcosa di complesso nella sua immagine che lo rende molto intimo per me. Avevo sei anni quando ho visto Julie Adams che nuotava con la creatura sotto di lei e mi sono sentito travolto dall'arte, ho sentito letteralmente la sindrome di Stendhal. Ero un bambino e sono stato travolto da delle emozioni che non conoscevo. Sapevo cosa era l'amore, l'amore in senso romantico, e credevo che il film sarebbe finito con loro che stavano insieme e così non è stato. Il film quindi per me è diventato un film che parla di un'invasione. Questa creatura stava nuotando nel suo habitat, nel suo fiume e quest'uomo arriva e la cattura! Una cosa così ingiusta. Quel mostro è stato con me per anni, da bambino poi ho continuato a disegnarlo tutti i giorni. Lui e il fantasma dell’Opera, li disegnavo sempre. Poi è diventata quasi un'immagine da balletto sincronizzato, come un musical che è rimasto nella mia testa, e me la sono portata dietro tutta la vita, fino a quando nel 2012 ho iniziato a scrivere la sceneggiatura di La forma dell'acqua. (Guillermo del Toro)
  • Spavento e horror in giuste dosi con risvolti di simpatia per la creatura e sottintesi erotici. (il Morandini)

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