Imma Battaglia
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Immacolata Battaglia (1960 – vivente), attivista italiana.
Citazioni di Imma Battaglia
[modifica]- [In replica alla frase di Silvio Berlusconi: è meglio essere appassionato di belle ragazze che gay] È meglio essere gay, e lo dico da donna che ama le donne, che disprezzarle abusando, come ormai sembra fare, della sua posizione di uomo ricco e potente.[1]
- Ho appena ricevuto una telefonata da Vladimir Luxuria. È stata arrestata dalla polizia a Sochi mentre assisteva alle Olimpiadi con una bandiera con la scritta in russo "Gay è ok". L'atteggiamento degli agenti è stato brutale e aggressivo. Nessuno parla inglese. Ora si trova da sola in una stanza con luci al neon sulla faccia, presumibilmente in stato di fermo. Chiediamo un intervento immediato del ministro [degli Esteri] Bonino.[2]
- Sono anni che lotto perché questo il linguaggio la smetta di riprendere gli stessi stereotipi contro i gay. È un segno che non siamo andati avanti, a livello culturale. Il salto ci sarà, quando si potrà criticare Signorini in quanto giornalista, e non perché omosessuale. L'affettività delle persone non deve diventare un elemento per criticare le persone. L'omofobia, in questo Paese, non è stata ancora risolta, a prescindere dalle appartenenze politiche.[3]
- Trovo che la proposta di Zingaretti di creare una casa di accoglienza per giovani gay e lesbiche cacciati di casa perché non accettati dalle loro famiglie sia importante, lodevole e innovativa e vada nel senso di dare un forte contributo alla lotta contro l'omofobia, permettendo inoltre ai giovani di non sentirsi come spesso accade soli e deboli.[4]
Note
[modifica]- ↑ Citato in "Ci ha umiliato, se ne vada" I gay furiosi con il premier, Repubblica.it, 2 novembre 2010.
- ↑ Citato in Sochi, Vladimir Luxuria arrestata con la bandiera 'Gay è ok'. Rilasciata dopo diverse ore, Repubblica.it, 17 febbraio 2014.
- ↑ Citato in Battuta omofoba su Signorini. E Adinolfi fa arrabbiare i gay, Repubblica.it, 25 gennaio 2011.
- ↑ Citato in Zingaretti: una casa d'accoglienza per i gay cacciati dalle famiglie, Repubblica.it, 23 giugno 2010.
Voci correlate
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