Isabella Vaj

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Isabella Vaj

Isabella Vaj (1939 – 2018), linguista, archeologa, traduttrice e scrittrice italiana.

Prestiti da non restituire

in rivistatradurre.it, numero 4, primavera 2013.

  • Quando parlo di timuridi, anche le persone di cultura media non sanno di cosa stia parlando; i più avventurosi opinano: scimmie? parassiti delle rose? I timuridi sono i discendenti di Timur-e Lang, Ferro lo Zoppo, il Tamerlano dell'Occidente, una dinastia che ha regnato per oltre un secolo lasciando centinaia di edifici di grande bellezza.
  • Nel Quattrocento timuride incontriamo strutture architettoniche e tecniche decorative conosciute nella storia dell'arte islamica con vocaboli arabi o persiani per i quali non esiste un equivalente italiano. Il prestito è inevitabile se si ritiene utile, in una traduzione, portare il lettore verso il prototesto (Diadori 2012, 57). Non c’è infatti nessuna intimità culturale (Bettini 2012, 118) tra noi e i popoli centro asiatici: dobbiamo accettare un linguaggio diverso per parlare di una concezione artistica diversa. Non si tratta dunque di un semplice passaggio da una lingua a un'altra, ma della disponibilità ad accogliere nella lingua d'arrivo la metamorfosi di una concezione estetica.
  • Pishtaq è voce iraniana. È il portale che sporge dalla facciata di un edificio, aperto da un arco altissimo (iwan) all'interno di una cornice rettangolare (Petersen 1996, s.v. pishtaq). La traduzione «portale monumentale» è corretta, ma riduttiva: alla nostra mente non si presenta nessuna immagine che rifletta la natura del pishtaq. A differenza di un edificio occidentale, per esempio una chiesa romanica, dove dall'esterno è possibile ipotizzare la forma dello spazio interno, il pishtaq è uno schermo che nasconde quanto sta dietro: il sahn di una moschea? il cortile di una madrasa? un mausoleo? un caravanserraglio?
  • L'iwan è una sala voltata chiusa da pareti su tre lati, interamente aperta sul quarto. È una struttura architettonica di origine persiana diffusa in tutto il mondo islamico (Petersen 1996, s.v. iwan). Una pianta tipica presenta quattro iwan che si aprono su un cortile centrale, dalla moschea del Sultan Hasan al Cairo a quella di Bibi Khanum a Samarcanda, dalla madrasa Ghiyathiyya a Khargird al santuario di 'Abd Allah Ansari presso Herat.
  • Una considerazione a parte merita il termine muqarnas, un elemento architettonico a metà fra struttura e decorazione. «Modanatura ad alveoli» è la definizione del Vocabolario arabo-italiano 1989 (s.v. صنرقہ = muqarnaṣ). Ancora più generica, ma più aderente alla molteplicità delle forme che può assumere questo tipo di decorazione, è la definizione di Oleg Grabar: «composizione tridimensionale formata da un numero variabile di piccole unità» (Grabar 1989, p. 229). In italiano le molte definizioni ormai consolidate non sempre tengono conto della realtà del muqarnas: si parla di alveoli, di false nicchie, di nido d’ape, di stalattiti [...]. In arabo muqarnas è un sostantivo maschile singolare e come tale viene usato dagli autori anglofoni.

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