Julian Gayarre

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Julian Gayarre

Sebastián Julián Gayarre Garjón (1844 – 1890), tenore spagnolo.

Citazioni su Julian Gayarre[modifica]

  • Era spagnolo di Havarra, non bello, tipo piuttosto comune, con capelli e barba rossiccia (a quell'epoca tutti i tenori Divi dovevano possedere una barbetta alla Nazzarena... era di stile) occhi piccoli, vivaci, statura appena media, nulla infine che potesse attirare menomamente, come uomo, se si aggiunge a tutto questo un'espressione quasi dura, tanto era profondamente triste... Giuliano sorrideva poco... forse il germe del male che lo trasse alla tomba relativamente giovane, e che sentiva in sé, gli dava quell'espressione di triste nostalgia!... (Gemma Bellincioni)
  • Gayarre dice che quando canta una romanza d'amore, un adagio patetico, ha il bisogno di dedicarli col pensiero ad una delle spettatrici dei palchetti. – Se proprio non lo ha detto, certo lo deve aver pensato – e se non lo ha pensato, ebbe torto. (Leone Fortis)
  • Gayarre era molto amato dal pubblico di Lisbona, lo si considerava un vero e autentico Eletto, e lo era davvero, più che per l'arte, pel dono di natura della sua voce:... una voce di meravigliosa dolcezza, piena di un fascino strano che faceva sognare a suoni angelici e dava brividi di commozione unici, non mai uditi in altre voci per quanto più potenti della sua... voce di Paradiso... la chiamavano gli adoratori di Giuliano. (Gemma Bellincioni)
  • La voce del Gayarre non possiede l'aureo timbro di quella del Marconi[1]. Come quella di quasi tutti i cantanti spagnuoli, il suono è lievemente gutturale e velato, e l'attacco delle note acute è meno spontaneo e impetuoso; in compenso però la voce del Gayarre – per la natura del suo colore – appare più maschia e sonora e il velo che l'adombra le aggiunge talvolta una dolcezza armoniosa indicibile. (Gino Monaldi)

Note[modifica]

  1. Francesco Marconi (1855 – 1916), tenore italiano.

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