Laura Zuccheri

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Laura Zuccheri (2009)

Laura Zuccheri (1971 – vivente), fumettista e disegnatrice italiana.

Citazioni di Laura Zuccheri[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Cerco sempre dei riferimenti nella realtà, attraverso film o persone esistenti, che mi danno la possibilità di entrare dentro alle caratteristiche della personalità di ogni personaggio. C'è un certo modo di concentrarsi su ognuno di loro: bisogna entrarci dentro totalmente, come fanno gli attori quando devono interpretare un ruolo, e rappresentarlo univocamente sia graficamente sia dal punto di vista della personalità. Questo vale anche per le comparse, è fondamentale che anche loro abbiano una base reale.[1]
  • [Nel 2021] È evidente l'esistenza di una spiccata differenza tra la Francia e il Belpaese: là, infatti, il fumetto è paragonato a un'autentica opera letteraria. Questo fa sì che la considerazione che i transalpini hanno del medium sia più "nobile", più "alta" rispetto al contesto italiano. È pur vero, tuttavia, che la nostra nazione è, ormai da tempo, protagonista di un radicale cambiamento che sta portando a una svolta che, mi auguro, possa essere definitiva: la nobilitazione di questa forma d'arte, di cui tutti (fra giornalisti, critici di settore ed esponenti della cultura cosiddetta "generalista") scrivono e parlano con una sempre maggiore passione e con una sempre più palese competenza.[2]

Intervista a Laura Zuccheri

Fabrizio Gallerani, ubcfumetti.com, 1999.

  • Quella di usare dei riferimenti "reali" è una caratteristica che io ritengo fondamentale per il disegno, e con questo non intendo riferirmi esclusivamente ad attori o modelli, ma, soprattutto agli animali, alle cose, agli oggetti o ai materiali che fanno parte del racconto. Se devi disegnare un tizio a cavallo (e facendo Ken [Parker] mi è capitato spesso) è molto più utile osservare un cavallo dal vero (e magari aver provato almeno una volta a cavalcare sul serio) piuttosto che guardare mille disegni di altri autori. Perchè da un bravo collega si potrà magari imparare a riprodurre una posa, ma da una cavalcata si percepisce in maniera diretta la reale posizione del cavaliere in ogni momento.
  • [...] per la mia seconda storia di Julia [...] dovevo disegnare alcuni aerei da turismo e non ne avevo mai visto nessuno dal vivo. Ebbene, dopo una rapida ricerca, ho trovato un aereoclub vicino a casa mia, disponibile per una visita. Detto fatto. Ora conosco esattamente le proporzioni degli aerei in relazione al corpo umano, e so, ad esempio, che ti devi abbassare per entrarvi: particolari che non mi sarebbere venuti in mente altrimenti. E poi tutto questo serve anche a distrarsi un po' dalla reclusione di tutti i giorni: quello del disegnatore è un lavoro fin troppo solitario.
  • Le mie matite, in genere, sono molto dettagliate e, anzi, a volte tendo a mettere troppi segni nelle vignette. Così mi capita spesso di "lucidare" [ricalcare con un tavolo luminoso, nda] solo il segno che mi interessa dall'altro lato della pagina, per poi cancellare la matita e ripassare a china utilizzando la matita così ripulita, di nuovo sul tavolo luminoso. [«Infatti mi ero chiesto perchè, nei tuoi originali, molto spesso si notino intere vignette ridisegnate anche nella parte posteriore. Ma, alla fine, tutto questo non ti comporta un carico eccessivo di "superlavoro"?»] Be' in effetti a volte i tempi si allungano, ma, siccome ritengo che le matite siano la parte più impegnativa del mio lavoro, questo sistema mi permette di farle al meglio delle mie capacità.

Bonelli, 70 anni di Tex: intervista a Laura Zuccheri

Francesco Borgoglio, badtaste.it, 14 marzo 2019.

  • [«L'approccio al western è stato dettato esclusivamente da motivi professionali o è un genere a cui eri già appassionata?»] È qualcosa che mi appartiene fin dall'infanzia. Guardavo film western fin da piccola, soprattutto quelli di Sergio Leone e quelli con protagonista John Wayne; mi sono sempre piaciuti, anche perché ho un'enorme passione per i cavalli. È un genere che credo di avere nel sangue da sempre e che preferisco in assoluto; sono affascinata da quel mondo, dai suoi paesaggi e dal suo tipo di vita, libera e dura.
  • A essere onesti, Julia è stata l'unica opportunità di lavoro che mi era stata offerta in quel periodo. A malincuore avevo lasciato Ken Parker, e Giancarlo [Berardi] aveva iniziato da poco questa sua nuova avventura che lo aveva portato dal western al giallo. In quel momento, ripeto, era la mia unica possibilità di continuare a disegnare, ma il genere in questione penso non sia mai stato completamente nelle mie corde... e gli ho dedicato solo quindici anni [ride, ndr].
  • [...] sono stata la prima e per ora unica disegnatrice di Tex, e questo non mi ha di certo aiutato. Premetto che non è stato per niente facile all'inizio conquistarsi piena credibilità, e comunque sono sempre tenuta sotto torchio [ride, ndr]. Tex è difficile da disegnare perché possiede tutta una serie di caratteristiche e di proporzioni a livello grafico che sono solo sue e di nessun altro. Non è per nulla facile poi, a mio parere, riuscire a renderne la personalità, unica nel suo genere. [...] Infine, anche se lo amo molto, il western non è per nulla banale da rappresentare, dai cappelli ai cinturoni, dalle armi ai cavalli. Ci vuole una grandissima passione e costanza che ti spingano a documentarsi continuamente. Ho in casa letteralmente pile di film western che guardo in continuazione e in cui cerco l'ispirazione o il dettaglio che mi serve in quel momento.
  • Quello che piace a me di Tex è che è una specie di super eroe, e quindi è molto facile venirne affascinata. Se penso al tipico uomo italiano, Tex è indipendente e senza impedimenti, senza famiglia, moglie e figli, libero di cavalcare dove gli pare; è sempre in forma, nonostante non disdegni patatine fritte, alcol e tabacco, ma su di lui questi vizi, così deleteri per noi uomini comuni, non hanno effetto; è poi attorniato da amici e compagni di cui può fidarsi ciecamente, che non lo tradiranno mai. È forte, intelligente, sempre calmo: incarna l'ideale non solo di uomo, ma di persona che ognuno di noi sogna di essere. È sempre in grado di trovare una soluzione a qualsiasi problema, anche il più spinoso; è in sintesi il contrario di ciò che siamo noi nella vita di tutti i giorni: fragili, insicuri, pieni di paure. Credo che il suo successo risieda in questo: Tex incarna la persona che vorremmo essere tutti noi.

Note[modifica]

  1. Dall'intervista di Federico Beghin, David Padovani ed Ettore Gabrielli, Laura Zuccheri: il mio western da Ken Parker a Tex, lospaziobianco.it, 3 luglio 2019.
  2. Da un'intervista a Mondo Padano; citato in Fabio Canesi, Julia Kendall e Myrna Harrod: le mille sfumature al femminile, mondopadano.it, 14 maggio 2021.

Voci correlate[modifica]

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