Maggiorino Ferraris

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Maggiorino Ferraris

Maggiorino Ferraris (1856 – 1929), politico italiano.

La riforma tributaria[modifica]

  • Bisogna cominciare!
    La riforma tributaria è il pensiero dominante della vita pubblica italiana. Comizi elettorali, maggioranze, partiti e Ministeri non ebbero negli ultimi tempi, non potranno avere negli anni prossimi altra piattaforma!
    Pur troppo il sistema tributario italiano colle sue gravissime imposte sui consumi popolari, colle sue esagerate aliquote – siano pure, in alcuni casi, nominali – sulle imposte dirette, non è più all'altezza dei regimi finanziari dei popoli civili. Da ogni lato si invocano, si attendono riforme precise, concrete: alle vane e continue promesse nessuno più presta fede. Tutti sentiamo che è venuto il tempo di forti, di immediate risoluzioni.
    Come procedere? (p. 162)
  • Fino a quando peserà sul nostro paese questo enorme ammasso di imposte d'ogni specie, è impossibile che le classi inferiori si elevino a dignità di popolo; è impossibile che le plebi si trasformino in cittadini dotati di quelle energie morali e materiali che assicurano la pace sociale e la grandezza economica e politica di uno Stato moderno. (p. 164)
  • La riduzione della tassa del sale è il portato della scienza, è l'aspirazione degli igienisti, è il cardine di una riforma tributaria popolare. (p. 165)
  • Dopo il sale, il pane.
    È doloroso a constatarsi che il pane rappresenta già un consumo superiore per molta parte della popolazione italiana, costretta ad alimentarsi, o per dir meglio a sfamarsi di granturco, patate, castagne, fave e legumi. Chi in Italia non si rende conto di questa dolorosa verità, non possiederà mai il senso delle cose reali. Quale immenso cammino ci resta ancora a percorrere per elevare a condizioni umane tanta parte delle nostre plebi, soprattutto rurali! (p. 165)
  • Il corso forzoso è la più ingiusta delle imposte che gravino sulle classi popolari: è il più sterile e depauperante sistema di economia e di finanza che affligga uno Stato.
    Agli occhi di uno spettatore imparziale, all'esame dello storico futuro della finanza e del movimento popolare italiano, nulla sembrerà più inesplicabile della paziente rassegnazione colla quale il contribuente tollera un siffatto peso: nulla apparirà meno giustificato del silenzio e dell'indifferenza dei partiti e dei riformatori popolari di fronte al corso forzoso. (pp. 174-175)
  • Desiderosi che, dopo tante vane promesse, si inizi alfine, colla riforma tributaria, una grande opera di progresso economico e politico e di pace sociale, temiamo di vederla posta in pericolo, se al difficile problema degli sgravi si associa quello di maggiori tributi e di maggiori asprezze. Il successo della riforma tributaria non dipenderà, a nostro avviso, da nuovi congegni di finanza e di imposta, dalla creazione di nuovi tormenti e di nuovi tormentati, nella dolorosa famiglia del contribuente italiano. Esso risiede in un concetto più semplice, ma che forse richiede maggiore fermezza di propositi e maggiore abnegazione di desiderî: nella consolidazione e nella revisione ferma, imparziale, patriottica, della pubblica spesa. (p. 208)

Bibliografia[modifica]

  • Maggiorino Ferraris, La riforma tributaria, in Nuova Antologia di lettere, scienze ed arti, quarta serie, volume XCII della raccolta CLXXVI, Marzo-Aprile 1901, Direzione della Nuova Antologia, Roma, 1901, pp. 162-208.

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