Nika Gvaramia

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Gvaramia nel 2023

Nika Gvaramia (1976 – vivente), avvocato, giornalista e politico georgiano.

L'influenza russa e il sabotaggio dell'aspirazione europea in Georgia. Parla Gvaramia

Intervista di Pietro Guastamacchia, ilfoglio.it, 29 luglio 2023.

  • L'attuale governo della Georgia, guidato da Sogno georgiano, sta cercando di fare di tutto per sabotare la strada del paese verso l'Unione europea, [...] ma attenzione, perché vogliono fare in modo che sembri che sia l'Ue a rifiutare la Georgia, e infatti ogni volta che la concessione dello status di paese candidato da parte di Bruxelles si avvicina, fanno qualcosa di inaccettabile per Bruxelles: il mio arresto è stata una di queste cose, dopo è venuta la legge contro le ong, poi la riapertura dei voli diretti con Mosca e la prossima potrebbe riguardare proprio Saakashvili.
  • Bisogna essere chiari su questo, non ci sono problemi di malgoverno in Georgia, il problema è l'influenza russa, il problema è che il fondatore di Sogno georgiano, Bidzina Ivanishvili, come tutti gli oligarchi che si sono arricchiti in Russia negli anni '90, pensa che Putin sia imbattibile ed è convinto che l'Ucraina, e l'Europa intera, perderanno la guerra con la Russia, pertanto vuole riportare il paese nell'orbita di Mosca.
  • [Su Mikheil Saak'ashvili] La carcerazione di Misha non è altro che un messaggio chiaro da parte di Ivanishvili per far sapere al paese che lui ha il potere di decidere sulla vita o la morte del suo principale avversario, è la metamorfosi di Ivanishvili in un dittatore.
  • [...] Sogno georgiano farà di tutto per falsare il voto, questa volta l'Europa e l’America devono fare qualcosa di più che alzare semplicemente la voce come alle ultime elezioni del 2020. Nel 2012, quando fu Hillary Clinton stessa a intimare a Saakashvili di accettare la sconfitta e permettere un pacifico passaggio di consegne, Misha lo fece, mi auguro che possa accadere lo stesso nel 2024.

Georgia, l'oppositore Gvaramia: «Contro questo governo di oligarchi servono delle sanzioni»

Intervista di Matteo Castellucci, corriere.it, 4 maggio 2024.

  • [Su Bidzina Ivanishvili] Ha parlato di sovranità da difendere, della rivoluzione del 1993 come un colpo di Stato occidentale; ha detto che la guerra in Ucraina sarebbe il tentativo di trascinarci in un conflitto globale. Poi ha assicurato che Sogno georgiano punirà gli agenti stranieri e farà giustizia dei globalisti... che saremmo tutti noi, l’opposizione. È stato un discorso pieno di odio e aggressività, che ha promesso vendetta e repressione, e molto filorusso. Un discorso che, temo, ricorderò nella Storia del mio Paese.
  • Zourabichvili è l'ultima istituzione politica e costituzionale che combatte per le nostre aspirazioni occidentali...
  • Più dell’80 per cento della popolazione è a favore dell’integrazione europea, secondo ogni sondaggio condotto qui nell’ultimo decennio. La gente vuole far parte dell’Europa: probabilmente abbiamo alcune delle percentuali più alte tra i Paesi che aspirano a entrare nell’Unione Europea. È una scelta storica della Georgia, non solo delle sue ultime generazioni. Questa nazione è Europa: non è uno Stato filoeuropeo dell’Asia, è un Paese con una società europea: fa parte del nostro passato, ed è la nostra volontà. Faremo del nostro meglio per non tornare all’Urss.
  • Non abbiamo un dittatore, ma degli oligarchi. Gli oligarchi che si sono impadroniti dello Stato sono ancora dei politici, quindi sono sensibili a strumenti e leve politiche. Hanno bisogno della politica per difendere i loro patrimoni. Per questo, con loro, serve un approccio diverso: sanzioni finanziarie, asset congelati, divieto di ingresso per Ivanishvili e i suoi parenti all’estero. Stanno sfruttando tutte le opportunità dell’Occidente per i loro interessi, ma precludono questa possibilità ai georgiani ordinari... impediscono loro di essere parte del modo di vivere europeo. Dobbiamo trascinare gli oligarchi fuori dalla loro comfort zone.
  • Quelli di Sogno Georgiano sono alla russa: nel loro modus operandi non possono compromettere il compromesso, lo ritengono un segnale di debolezza. Ivanishvili è uno di loro, capisce solo la paura. Va costretto a fare la cosa giusta... deve ritenere che una transizione pacifica serva alla sua sopravvivenza.

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