Paolo Ferrari (commediografo)

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Busto di Paolo Ferrari al palazzo di Brera, Milano

Paolo Ferrari (1822 – 1889), commediografo e scrittore italiano.

Citazioni di Paolo Ferrari[modifica]

Incipit di alcune opere[modifica]

Baltromèo Calzolaro[modifica]

Il teatro rappresenta l'interno della bottega di Bartolomeo Calzolaio. In fondo è la porta che mette sulla strada: le imposte sono aperte e debbe vedersi la strada. A destra un'uscio che mette alle stanze di Bartolomeo.

BARTOLOMEO seduto al suo banchetto e lavorando, indi FRANCESCO dal mezzo: a suo tempo DOMENICHINO.

Bart. (lavora e canta):
A te l'ho dito Tonio,
Che tu n'atacche el miccio,
Tu vo' far de tu capriccio
E tu me la pagherà!

Goldoni e le sue sedici commedie nuove[modifica]

Don Fulgenzio e Corallina.

Don Fulgenzio avrà in mano un libro ben legato in rosso vivace.

Corallina Vi ripeto, signor don Fulgenzio, che a Venezia questo si chiama far da mezzana, e che la cameriera di madama Goldoni non fa certe cose. (Fra sé) Non voglio impicci con questo sciocco.
Don Fulgenzio Ed io vi ripeto, Corallina mia, che la cosa è innocentissima. Via non mi fate perdere altro tempo inutilmente: io adesso dovrei essere allo studio: guai se il signor padre mi trovasse qui; sapete com'è: benché nato e rimasto sempre a Venezia non può scordarsi che suo padre era un nobile spagnuolo, e ha conservato tutta l'albagia e la severità de' suoi antenati... com'egli dice...

La medicina d'una ragazza malata[modifica]

Domenica e Margherita.

(Domenica è seduta presso un tavolino rattoppando qualche vestito vecchio, e con aspetto malinconico; Margherita, montate le scale, giunge nel pianerottolo di fondo, come per entrar poi nella propria camera che si suppone attigua alla scena; essa ha il fazzoletto in capo e un fascio di canape sotto il braccio; giunta sul pianerottolo, stanca per le scale montate, si ferma ansante e ripiglia fiato).
Margherita (mentre si riposa): Ma le son ben lunghe, sapete, Menica, queste scale!
Domenica (lavorando): Datevi pace, Margherita: meno strada da fare quando s'anderà in paradiso.
Margherita: Se ci s'anderà in paradiso.

Nessuno va al campo[modifica]

MARCO e LUCREZIA, poi il PORTALETTERE. (Marco e Lucrezia scendono dal palazzo in giardino portando l'occorrente per caffè, rosolî, ecc., che dispongono sulla tavola di mezzo).

Marco Presto, presto; deboto i gha finio de disnar e i vegnarà a tor el caffè. Destrighemose, cara Lucrezia romana.
Lucrezia (con qualche sdegno) Sor Marco! io v'ho detto e ridetto una ventina de vorte che nun vojo che me date della Lucrezia romana.
Marco Dal momento che sé romana e che gavé nome Lucrezia, me par che sti dò nomi, ah? Lucrezia Tutteddue uniti nun me piaceno e nun li vojo... e badate che son de Tristevere e basta! – Avete raccomandato ar coco de fallo bono er caffè?

La satira e Parini[modifica]

Incipit[modifica]

PARINI sulla comune parlando alla scena.
Parini

È in quest'albergo adunque che il Degianni è alloggiato?
Ebbene da un amico ditegli ch'è bramato.

(Entra del tutto).

Rivedrò quest'amico, questo compagno un giorno
Di studi, che di Francia in patria or fa ritorno.
Lo precede gran fama di poeta valente...

(Con aria un po' dubbiosa)

Era un giovine infatti pien di cuore e di mente;
Ma gli ha giovato assai mutar clima e paese:
L'arte di far fortuna ei per lo meno apprese;
Fra noi non seppe farsi che vate e pensatore,
In Francia si fe' celebre ed improvvisatore.

Citazioni[modifica]

  • Scoscendere il lollio dalla spica. (I, 5)
  • Dei sonetti, corti, da far prestino, | Ma, se fosse possibile, in greco od in latino. (I, 5)
  • Insomma io resto attonito né posso attribuire! (I, 6)
  • Io per ordinario | Fra questi sì e no son di parer contrario. (I, 13)
  • Che bella lingua il greco! (II, 6)
  • Le accademie si fanno oppure non si fanno! (III, 1)
  • Il modo più bello, secondo il mio parere, | Di serbare il silenzio, è quello di tacere. (a. V, sc. 6)

Citazioni su Paolo Ferrari[modifica]

  • La Prosa, deforme composizione, senza impronta e senza scopo, valse soltanto a dimostrare l'albagia e l'abbondanza d'amor proprio dell'Autore, il quale, fingendo ignorare che il campo della critica è libero, tenta vendicarsi di chi non lo encomia. (Francesco Regli)

Bibliografia[modifica]

Altri progetti[modifica]