Peter Pomerantsev

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Peter Pomerantsev, 2019

Peter Pomerantsev (1977 – vivente), giornalista britannico.

Citazioni di Peter Pomerantsev[modifica]

  • L'America sta diventando socialista. Tutte queste nuove tasse, tutti questi nuovi permessi: non è più il paese dove siamo sbarcati, sta diventando come l'Unione Sovietica.[1]
  • La vita in Russia è migliorata [...] ma lascia un retrogusto di merda.[2]
  • Questo paese [la Russia] non premia chi ha grandi ambizioni.[3]

Da Questa non è propaganda di Peter Pomerantsev: "La rete è truccata, democrazia in pericolo"

Intervista di Massimiliano Virgilio, Fanpage.it, 22 luglio 2020

  • Stiamo assistendo a una grande e decisiva battaglia, da un lato tra una politica identitaria e basata sull'irrealtà e gli ultimi bastioni dei valori dell'illuminismo nella scienza e nei fatti dall'altro.
  • Al virus non interessa l'identità. Uccide tutti. E così stiamo assistendo alla battaglia di quelle forze – scienziati e razionalisti – che possono effettivamente affrontare la realtà. Ma la guerra non è finita. Mentre la crisi economica diventa sempre più profonda, le disuguaglianze nella nostra società potrebbero aumentare e le cose diventeranno peggiori di prima...
  • Nel XX secolo i potenti hanno controllato le critiche attraverso la compressione dello spazio delle informazioni con la censura. Siccome questo è oggi molto più difficile da realizzare, anche nei regimi autoritari, il potere inonda lo spazio digitale con la disinformazione, con eserciti di robot, troll e cyborg, finché le persone smettono di distinguere la verità dalla finzione e diventano prima confuse e poi passive.
  • Nel XX secolo l'espressione personale era profondamente legata all'emancipazione. Ora puoi esprimere te stesso e tutto ciò che desideri su Facebook, ma ciò ti rende più vulnerabile alla manipolazione, non meno.
  • Non c'è nulla nell'articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti umani sul fatto che la "disinformazione" sia illegale, afferma solo che le persone dovrebbero avere il diritto di dare e ricevere informazioni.
  • Il problema con le cyber milizie e le troll farm non è tanto il singolo contenuto che pubblicano, ma il modo in cui le distribuiscono in massa in un modo che sembra organico, come se i suoi esponenti esercitassero la loro libertà di parola, quando in realtà questi sono campagne nascoste e coordinate da un'unica fonte.
  • Siamo come Caliban sull'isola di Prospero, circondati dal tempo digitale e da strani suoni che ci spingono verso ondate di panico e isterie sui social media, ma che non possiamo capire o a cui dare un senso perché è tutto dettato da dietro un mantello. Questo mantello deve essere strappato via. E questo, ovviamente, è il tipo di trasparenza che le dittature non vogliono: i governanti di Pechino e Mosca non vogliono che i loro cittadini sappiano come controllano e manipolano i loro dati; come truccano gli algoritmi in modo che le persone vedano ciò che vogliono che vedano.

Da «Il peggio è che Putin sembra credere alla propria propaganda»

Intervista di Emanuele Martino sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022, Ilmanifesto.it, 3 marzo 2022

  • Forse questo è il paradosso più evidente: più [Vladimir Putin] insiste sull’unità tra ucraini e russi, più ne esaspera le differenze.
  • La disinformazione russa è ben conosciuta, ma ora mi sembra a corto di idee. In questa guerra forse ci si dovrebbe chiedere se Putin non sia vittima della sua stessa propaganda. La possibilità che sia lui per primo a sovradimensionare la capacità del suo esercito, e a mitizzarne il ruolo, non è senza fondamento.
  • In Russia la situazione è di gran lunga peggiore rispetto a quando lavoravo lì: molti credono che in Ucraina non sia in corso una guerra, ma magari solo un piccolo intervento militare nella parte orientale, niente di più. Quindi sì, siamo messi male.
  • Lo scenario peggiore è che l’Ucraina smetta di esistere come Stato indipendente, che diventi una sorta di paese colonizzato. Con lo scopo di mantenere il controllo, Putin potrebbe prendere di mira non più solo i nazionalisti, ma anche tutta quella classe di persone che guarda con simpatia all’Europa. A quel punto potremmo assistere a persecuzioni di vario genere, arresti di massa, e a una nuova ondata di rifugiati come l’Europa non ha mai visto. Quindi l’insediamento di un governo populista russofilo permetterà a Putin di concentrarsi sulla Moldavia, per poi iniziare a minacciare anche i Paesi baltici.

Note[modifica]

  1. Da Saluti da Little Russia, New Jersey, Internazionale, n. 986, 8 febbraio 2013, p. 88.
  2. Da Amleto in Russia, Internazionale, n. 921, 28 ottobre 2011, p. 92.
  3. Da Niente reality in Russia, Internazionale, n. 889, 17 marzo 2011, p. 93.

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