Pietro Bembo
Pietro Bembo (1470 – 1547), grammatico, scrittore, umanista e cardinale italiano.
Citazioni di Pietro Bembo
[modifica]- Le quali cose ragunare, e alla scrittura commettere, non è opera di chi ama l'ozio, né di picciola industria.[1]
Gli Asolani
[modifica]Suole a' faticosi navicanti esser caro, quando la notte, da oscuro e tempestoso nembo assaliti e sospinti, né stella scorgono, né cosa alcuna appar loro che regga la lor via, col segno della indiana pietra ritrovare la tramontana, in guisa che, quale vento soffi e percuota conoscendo, non sia lor tolto il potere e vela e governo là, dove essi di giugnere procacciano o almeno dove più la loro salute veggono, dirizzare; e piace a quelli che per contrada non usata caminano, qualora essi, a parte venuti dove molte vie faccian capo, in qual più tosto sia da mettersi non scorgendo, stanno in sul piè dubitosi e sospesi, incontrare chi loro la diritta insegni, sì che essi possano all'albergo senza errore, o forse prima che la notte gli sopragiunga, pervenire.
Citazioni
[modifica]- A chi non ama, niuna cosa piace.
- A chi niuna cosa piace, a niuna volge il pensiero.
- Amare senza amaro non si puote.
- Nel più delle cose l'uso è ottimo e certissimo maestro.
Prose della volgar lingua
[modifica]Se la natura, Monsignor messer Giulio, delle mondane cose producitrice e de' suoi doni sopra esse dispensatrice, sí come ha la voce agli uomini e la disposizione a parlar data, cosí ancora data loro avesse necessità di parlare d'una maniera medesima in tutti, ella senza dubbio di molta fatica scemati ci avrebbe e alleviati, che ci soprastà. Con ciò sia cosa che a quelli che ad altre regioni e ad altre genti passar cercano, che sono sempre e in ogni parte molti, non converrebbe che, per intendere essi gli altri e per essere da loro intesi, con lungo studio nuove lingue apprendessero.
Citazioni
[modifica]- Non debbono gli scrittori por cura di piacere alle genti solamente che sono in vita quando essi scrivono (...), ma a quelle ancora, e per avventura molto più, che sono a vivere dopo loro.[2]
- Non è la moltitudine... quella che alle composizioni di alcun secolo dona grido e auttorità, ma sono pochissimi uomini di ciascun secolo, al giudicio de' quali, per ciò che sono essi più dotti degli altri reputati, danno poi le genti e la moltitudine fede. (I)[2]
- Non si può dire che sia veramente lingua, alcuna favella che non ha scrittore.[2]
De Aetna Ad Angelum Chabrielem Liber
[modifica]Factum a nobis pueris est, et quidem fedulo Angele ; quod meminisse te certo scio; ut fructum studiorum nostrorum, quos ferebat illa aetas nó tam maturos, q uberes, semper tibi aliquos promeremus: nam siue dolebas aliquid, siue gaudebas; quae duo sunt tenerorum animorum ma xime propriae affectiones; continuo habebas aliquid a me, quod legeres, uel gratulationis, uel consolationis; imbecillum tu quidem illud, et tenue; sicuti nascentia omnia, et incipientia; sed tamen quod esset satis amplum futurum argumentum amoris summi erga te mei. Verum postea, q annis crescentibus et studia, et iudi cium increuere ; nósq; totos tradidimus graecis magistris erudiendos; remissiores paulatim facti sumus ad scribendum, ac iam etiam minus quotidie audentiores.
Sogno
[modifica]Tornaua la stagion che discolora
per loriente le piu basse stelle
destando phebo al muouer de la aurora
allor che scosso fuor de le gonnelle
buono antico nocchier si leua e mira
se uede nube in ciel o in mar procelle.
Et se uento secondo non gli aspira
dolente & sonnacchioso allagio riede
& con Neptunno & con Eolo si adira.
Note
[modifica]- ↑ Da Istoria viniziana.
- ↑ a b c Citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X
Bibliografia
[modifica]- Pietro Bembo, De Aetna Ad Angelum Chabrielem Liber.
- Pietro Bembo, Gli Asolani, a cura di Carlo Dionisotti, TEA, 1989. ISBN 8878191051
- Pietro Bembo, Prose della volgar lingua, a cura di Carlo Dionisotti, TEA, 1989. ISBN 8878191051
- Pietro Bembo, Sogno, Venezia, 1492.
Altri progetti
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Opere
[modifica]- Gli Asolani (1497-1502)
- Prose della volgar lingua (1525)