Protovangelo di Giacomo

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Protovangelo di Giacomo, manoscritto del XVI secolo

Protovangelo di Giacomo, vangelo apocrifo in lingua greca attribuito a Giacomo il Giusto.

Incipit[modifica]

Nelle storie delle dodici tribù d'Israele era Gioacchino un uomo molto ricco, che faceva le sue offerte al Tempio in misura doppia, dicendo: – Quello che do in più sia per tutto il popolo, e quello che do per la mia espiazione sia per il Signore, al fine di renderlo propizio a me stesso.

Citazioni[modifica]

  • [Gioacchino] si ritirò nel deserto e lì piantò la sua tenda e digiunò quaranta giorni e quaranta notti, dicendo fra sé: «Non scenderò di qui né per mangiare né per bere, finché il Signore mio Dio non mi avrà guardato benignamente, e la preghiera sarà per me cibo e bevanda». (I, 4)
  • [Anna] vide un lauro e si sedette sotto di esso e implorò il Signore con queste parole: – Ο Dio dei nostri padri, benedicimi ed esaudisci la mia preghiera, come hai benedetto il ventre di Sara e le hai dato un figlio, Isacco! (II, 4)
  • Ed ecco un angelo del Signore le si presentò davanti, dicendo: – Anna, Anna, il Signore ha ascoltato la tua preghiera e tu concepirai e partorirai, e si parlerà della tua prole in tutto il mondo –. E Anna rispose: – Come è vero che vive il Signore mio Dio, se io metterò al mondo un figlio, sia un maschio che una femmina, lo darò come offerta al Signore mio Dio e starà al suo servizio per tutti i giorni della sua vita. (IV, 1)
  • Infatti un angelo del Signore era sceso presso di lui e gli aveva detto: – Gioacchino, Gioacchino, il Signore Iddio ha esaudito la tua preghiera: scendi di qui, poiché tua moglie Anna concepirà nel suo ventre.
    E Gioacchino scese, chiamò i suoi pastori e disse loro: – Portatemi qui dieci agnelli senza macchia e senza difetti: essi saranno per il Signore mio Dio; e portatemi dodici teneri vitellini: essi saranno per i sacerdoti e per il Consiglio degli anziani, e cento capretti per tutto il popolo. (IV, 2 – 3)
  • Ecco dunque che Gioacchino giunse con le sue greggi; e Anna stava sulla porta e vedendolo arrivare gli corse incontro e si appese al suo collo, dicendo: – Ora so che il Signore Iddio mi ha grandemente benedetta: ecco infatti, che io, vedova, non sono più vedova, io, senza figli, concepirò nel mio ventre –. (IV, 4)
  • Si compirono i mesi della gravidanza, e nel nono mese Anna partorì. E domandò alla levatrice: – Che cosa ho messo al mondo? – Quella rispose: – Una femmina –. Allora Anna esclamò: – Oggi la mia anima è stata magnificata! –. E pose la bimba nella culla.
    Trascorsi poi i giorni necessari, Anna si purificò, diede la poppa alla bimba e le pose nome Maria. (V, 2)
  • Poi la madre la portò nel santuario della sua cameretta e le diede la poppa. E intanto levò un inno al Signore Iddio, dicendo: – Intonerò un cantico al Signore mio Dio, che mi ha guardato benignamente e ha rimosso da me l'obbrobrio dei miei nemici. Il Signore mi ha dato un frutto della sua giustizia, che è unico e molteplice innanzi a lui. Chi annunzierà ai figli di Ruben che Anna allatta? Udite, udite, voi dodici tribù d'Israele: Anna allatta! (VI, 3)
  • E qui [al Tempio] l'accolse il sacerdote, il quale, baciatala, la benedisse dicendo: – Il Signore ha glorificato il tuo nome per tutte le generazioni; in te alla fine dei tempi il Signore manifesterà la sua redenzione per i figli d'Israele.
    Poi la pose sopra il terzo gradino dell'altare e il Signore Iddio fece scendere su di lei la sua grazia ed ella danzò coi suoi piedi, e tutta la casa d'Israele si compiacque di lei. (VII, 2 – 3)
  • Così Maria restò nel Tempio, allevata come una colomba e riceveva il cibo dalla mano di un angelo. (VIII, 1)
  • Allora il sacerdote disse a Giuseppe: – Tu sei stato prescelto a ricevere la vergine del Signore in tua custodia!
    Giuseppe si schermì, dicendo: – Ho già figli, e sono vecchio, mentre essa è una fanciulla! Che io non abbia a diventare oggetto di scherno per i figli di Israele! (IX, 1 – 2)
  • Allora Giuseppe, pieno di timore, prese Maria in sua custodia e le disse: – Ecco, ti ho ricevuta dal Tempio del Signore e adesso ti lascio nella mia casa e me ne vado a lavorare alle mie costruzioni, ma tornerò da te. Il Signore ti custodirà. (IX, 3)
  • E il sacerdote la benedisse con queste parole: – Maria, il Signore Iddio ha glorificato il tuo nome e tu sarai benedetta da tutte le generazioni della terra. (XII, 1)
  • E un'altra volta si voltò Giuseppe e vide che essa rideva. Allora le disse: – Maria, che cos'hai, che vedo il tuo viso ora ridente ora accigliato? – E disse Maria a Giuseppe: – È perché vedo con i miei occhi due popoli: uno che piange e si batte il petto, l'altro che è lieto ed esulta. (XVII, 2)
  • Ma trovò là una grotta e ve la condusse dentro, lasciando presso di lei i suoi figli, ed egli uscì a cercare una levatrice ebrea nel paese di Betlemme.
    – E io Giuseppe stavo camminando, ed ecco non camminavo più. Guardai per aria e vidi che l'aria stava come attonita, guardai la volta del cielo e la vidi immobile e gli uccelli del cielo erano fermi. Guardai a terra e vidi posata lì una scodella e degli operai sdraiati intorno, con le mani nella scodella: e quelli che stavano masticando non masticavano più, e quelli che stavano prendendo del cibo non lo prendevano più, e quelli che stavano portandolo alla bocca non lo portavano più, ma i visi di tutti erano rivolti in alto. Ed ecco delle pecore erano condotte al pascolo, e non camminavano, ma stavano ferme; e il pastore alzava la mano per percuoterle col bastone, e la sua mano restava per aria. Guardai alla corrente del fiume e vidi che i capretti tenevano il muso appoggiato e non bevevano; ... e insomma tutte le cose, in un momento, furono distratte dal loro corso. (XVIII, 1 – 2)
  • – E io le risposi: «È Maria, che è stata allevata nel Tempio del Signore e io l'ho avuta in sorte come moglie, ma non è mia moglie, ha concepito per opera dello Spirito Santo».
    Allora la levatrice gli domandò: «È vero questo?»
    E Giuseppe le disse: – Vieni a vedere –. (XIX, 1)
  • La levatrice uscì dalla grotta e si imbatté in lei Salomè. Ed ella le disse: – Salomè, Salomè, ho da raccontarti un fatto straordinario: una vergine ha partorito, ciò che è contrario alla sua natura!
    Ma Salomè rispose: – Come è vero che vive il Signore mio Dio, se non introdurrò il mio dito ed esaminerò la sua natura, non crederò mai che una vergine abbia partorito. (XIX, 3)
  • Dissero i magi: – Abbiamo visto una stella grandissima, che brillava tra queste altre stelle e le oscurava, così che le stelle non si vedevano, e noi per questo abbiamo capito che un re era nato per Israele e siamo venuti ad adorarlo. (XXI, 2)

Explicit[modifica]

E io Giacomo, che ho scritto questa storia, essendo avvenuti dei torbidi a Gerusalemme quando morì Erode, mi ritirai nel deserto finché cessarono i torbidi a Gerusalemme, ringraziando il Signore Iddio che mi ha dato il dono e la sapienza di scrivere questa storia.
E la grazia sarà con quelli che temono il Signore nostro Gesù Cristo, a cui sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.

Bibliografia[modifica]

  • Protovangelo di Giacomo, in I Vangeli apocrifi, a cura di Marcello Craveri, Einaudi, Torino, 2005. ISBN 88-06-17914-4

Voci correlate[modifica]

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