Susanna Terracini

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Susanna Terracini (1963), matematica e docente italiana.

I numeri delle donne[modifica]

  • C'è di che dubitare che sia stato davvero superato lo stereotipo sulle capacità creative delle donne, un tempo considerate più portate alle competenze pratiche del saper fare o tutt'al più alla trasmissione di un sapere già elaborato dagli uomini piuttosto che ad astrazione ed elaborazione di nuovo sapere scientifico. Nessun collega serio dichiara di credere alla superiorità cognitiva dei matematici maschi rispetto alle femmine; al contrario, osserviamo fra i matematici un grado elevato di consapevolezza. Salvo poi, in occasione della distribuzione di borse di studio, attribuzione di fondi di ricerca, posizioni, promozioni e riconoscimenti accademici, vedere la scelta ricadere prevalentemente su un maschio. E quando a decidere sono le donne? Difficilmente fanno lobbying, e avviene addirittura il caso che, dopo aver attraversato il soffitto di cristallo, mostrino di aver interiorizzato il pregiudizio e si comportino con le colleghe ancora più severamente degli uomini. (p. 91)
  • Non è un caso che la medaglia Fields (il «Nobel per la matematica») sia stata assegnata a una donna per la prima volta solo nel 2014. Lo sviluppo della capacità creativa individuale è un delicato processo dinamico che richiede stimoli, critiche e incoraggiamento dall'ambiente circostante. Si tratta di un'educazione a espandere le potenzialità, accettando le critiche ma senza troppo timore del giudizio. Provare, sbagliare, tentare ancora: non c'è altro modo per crescere, e l'incoraggiamento è fondamentale. Un ambiente ostile o, al contrario, iperprotettivo, che mostra comunque di non credere appieno nelle possibilità di crescita, avrà in risposta persone che non dispiegano il proprio potenziale. (p. 91)
  • [...] prima di tutto occorre rafforzare nelle donne la convinzione della propria capacità di plasmare idee originali e di realizzarle nella matematica. Ma occorre anche, e con maggiore forza, convincere la comunità scientifica che il disconoscimento del potenziale creativo della sua parte femminile non è un problema delle donne, è un difetto di efficienza di tutto il sistema. (p. 91)

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