Ciclo di Angelica

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Il ciclo di Angelica, serie di 13 romanzi scritti da Anne Golon, pseudonimo di Simone Changeux (1921 – vivente) e Serge Golon, pseudonimo di Vsevolod Sergeïvich Goloubinoff (1903 – 1972), scrittori francesi.

Angelica la marchesa degli angeli[modifica]

Incipit[modifica]

«Nutrice,» chiese Angelica, «perché Gilles di Retz uccideva tanti fanciulli?»
«Per il demonio, figlia mia. Gilles di Retz, l'orco di Machecoul, voleva essere il più potente signore del suo tempo. Nel suo castello non c'erano che storte, ampolle, pentole piene di rosse brode e di orrendi vapori. Il diavolo voleva che gli fosse offerto in sacrificio il cuore di un bambino. Così cominciarono i delitti. E le madri atterrite s'indicavano il nero torrione di Machecoul circondato di corvi, tanti erano nelle prigioni i cadaveri degli innocenti.»
«Li mangiava tutti?» chiese Angelica con voce tremante Maddalena, la sorellina di Angelica.
«Non tutti, non ce l'avrebbe fatta,» rispose la nutrice.

Citazioni[modifica]

  • «Io sono Angelica e conduco alla guerra i miei piccoli angeli.»
    Donde le venne il nome di «marchesina degli angeli». (p. 16)
  • La fede non può essere perduta a causa di nessuna scienza, e le scienze che ci hanno insegnato non sono affatto diaboliche, come non lo è l'orologio a pendolo. (p. 31)
  • Non ci si deve sviare quando si cerca l'amore, perché può allora accadere che non lo si trovi mai. Quale più crudele castigo dell'impazienza e della debolezza essere condannati per tutta la vita a mordere solo frutti amari e senza sapore! (p. 117)

Angelica alla corte dei miracoli[modifica]

Incipit[modifica]

Parigi, questa notte, bisbiglia sotto il disgelo. La neve si scioglie lungo i tetti e le gronde. La luna, gialla e bagnata, si infastidisce per le nuvole che passano.
In piazza di Grève c'è un nuovo impiccato che oscilla nel melato chiarore lunare. L'orologio del municipio batte le ore, nella sua bottega, il salumaio recita la preghiera assieme alla moglie e ai figli, dinnanzi a una piccola statua della Santa Vergine collocata fra due prosciutti.
I topi rosicchiano nei muri o attraverso rapidi i vicoli fangosi, tra le gambe dei passanti ritardatari che mandano un grido cavando fuori la spada.

Citazioni[modifica]

  • ... La morte infine li sfidò. | Che fatica al mondo per morire | e non sapere dove si va. (p. 32)
  • ... E poi una segreta ragione | da lui conosciuta, in tutti i mali | egli ordinava la stessa cosa | per gli uomini e i cavalli... (p. 93)

Angelica e le notti di Versailles[modifica]

Incipit[modifica]

Angelica sonnecchiava, la mente agitata da lieti progetti, come una fanciullina alla vigilia di Natale. Due volte si raddrizzò e batté l'acciarino per accendere la candela e contemplare, disposte du due poltrone accanto al letto, le toilettes che avrebe indossato l'indomani per la caccia del re e il ballo che avrebbe seguito. Era piuttosto soddisfatta della toilette della caccia.

Citazioni[modifica]

  • È permesso a tutti di sbagliare, e i sudditi vi sono più inclini che non i re. Questi hanno ricevuto l'investitura divina e possono con una certa chiarezza guidare i popoli. Ma non crediate che questo diritto sia senza doveri; esso comporta in modo particolare quello di perdonare. (p. 44)

Angelica l'indomabile[modifica]

Incipit[modifica]

La carrozza del signor Desgrez, commissario aggiunto di polizia, oltrepassò il portone della sua abitazione e svoltò lentamente, sussultando sui grossi ciottoli di via della Commanderie, nel quartiere di Saint-Germain. Era un veicolo non lussuoso ma solido, in legno scuro lavorato, con guarnizioni d'oro alle tendine degli sportelli, spesso abbassate, due cavalli pomellati, un cocchiere, un valletto: la tipica vettura di un magistrato che si è fatto un nome, insomma, più ricco di quanto voglia apparire, e al quale il vicinato rimprovera solo di non essersi sposato.

Citazioni[modifica]

  • La preda appartiene al cormorano, il bottino appartiene al pirata e la donna appartiene a tutti. (p. 164)
  • In Oriente, si respira il disprezzo per la donna, assieme al profumo del caffè. (p. 167)

Angelica si ribella[modifica]

Incipit[modifica]

Il signor di Breteuil, inviato del re di Francia, che a Ceuta aveva arrestato Angelica, giunto a Marsiglia, la fece rinchiudere nel forte dell'Ammiragliato.
Sino a che fossero rimasti in quella città, dove la marchesa di Plessis-Bellière aveva ingannato così abilmente l polizia del Regno, il gentiluomo non si sentiva tranquillo.
Fu dunque in una oscura e sinistra cella che colei che era stata prigioniera dei barbareschi ed era evasa dall'harem di Mulay Ismail a prezzo di tante sofferenze, ebbe la certezza di aspettare un figlio.

Citazioni[modifica]

  • I figli non fanno che complicare l'esistenza. Se non li si ama, sono un ostacolo. Se li si ama, si diventa deboli. (p. 16)
  • I figli sono sempre di troppo, quando non li si ama, danno fastidio, quando li si ama, rendono deboli. (p. 99)

Angelica e il pirata[modifica]

Incipit[modifica]

La sensazione di essere osservata da uno sguardo invisibile riportò Angelica alla realtà.
Sussultò e cercò intensamente colui che l'aveva fatta portare nell'appartamento del lusso orientale sistemato nel castello di poppa. Era convinta che fosse lì, ma non lo vide. Si trovava in quello stesso salotto dove, la notte precedente, l'aveva ricevuta il Rescator. La rapidità degli avvenimenti, il loro drammatico susseguirsi, la tranquillità presente e la stranezza di quel nuovo scenario, davano a quel momento il sapore di un sogno. Angelica non sarebbe satata sicura d'essere ben desta senza la partenza di Onorina, che comingiava a agitarsi e si stiracchiava come una gattina.

Citazioni[modifica]

  • La furberia e la malafede delle donne non sono mai a corto di argomenti, persino dei più imprevisti. (p. 73)
  • La scoperta del mondo è infinita. Ci accorgiamo ogni giorno di non sapere nulla... Si può sempre ricominciare ogni cosa... La natura e gli elementi naturali sono qui per sostenerci e per spingerci in avanti. (p. 96-97)

Bibliografia[modifica]

  • Anne e Serge Golon, Angelica la marchesa degli angeli (Angélique – Marquise des Anges), traduzione di Roberto Ortolani, Garzanti 1964.
  • Anne e Serge Golon, Angelica alla corte dei miracoli (Angélique. Le chemin de Versailles), traduzione di Roberto Ortolani, Garzanti 1965.
  • Anne e Serge Golon, Angelica e le notti di Versailles (Angélique et le Roi), traduzione di Roberto Ortolani, Garzanti 1965.
  • Anne e Serge Golon, Angelica l'indomabile (Indomptable Angélique), traduzione di Roberto Ortolani, Garzanti 1965.
  • Anne e Serge Golon, Angelica si ribella (Angélique se révolte), traduzione di Roberto Ortolani, Garzanti 1966.
  • Anne e Serge Golon, Angelica e il pirata (Angélique et son amour), traduzione di Roberto Ortolani, Garzanti 1966.