Patrick Dennis

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Patrick Dennis, pseudonimo maggiormente noto di Edward Everett Tanner III (1921 – 1976), scrittore statunitense.

Zia Mame[modifica]

Incipit[modifica]

Aveva piovuto tutto il giorno. Di solito me ne infischio, se piove o no, ma quella volta avevo promesso di montare le tende e di portare il bambino in spiaggia. Mi ero anche riproposto di applicare quei cavolo di stencil alle pareti loro riservate nella parte della cantina che il nostro mediatore aveva definito tavernetta, e inoltre volevo capire in che modo impegnare quella soffitta che secondo il mediatore, sempre lui, andava considerata un disimpegno, passibile di trasformarsi in stanza degli ospiti, studio, o laboratorio.

Citazioni[modifica]

  • Avrei presto scoperto che per «mattino» zia Mame intendeva l'una del pomeriggio. Le undici erano «mattino presto», mentre le nove corrispondevano a «notte fonda». (capitolo 2)
  • Siccome Norah mi ripeteva sempre che i bugiardi vanno all'inferno, mi feci coraggio e sputai il rospo: «Solo che eri una persona molto strana e che finire in mano tua era un castigo che non avrebbe augurato neppure a un cane ma che i derelitti non possono fare tanto gli schizzinosi ed io altri parenti non ne avevo.»
    Zia Mame prese fiato, con calma. Poi scandì: «Che bastardo.»
    Misi mano al taccuino.
    «La parola che hai appena sentito, tesoro, è bastardo» disse la zia con una vocina soave. «Si scrive bi-a-esse-ti-erre-di-o, e per la precisione significa "il tuo defunto genitore". Adesso vestiti e andiamo.» (capitolo 2)
  • [la madre di Beau] Vecchia invece lo era, e suppongo che Dio, nella sua infinita misericordia, avesse avuto le sue ragioni per concederle la gioia tardiva della maternità - anche se, a costo di sembrare blasfemo, mi sono spesso sorpreso a domandarmi quali. (capitolo 4)
  • In sostanza, stare insieme conveniva a tutti. Del resto si sa su cosa si fondano le amicizie di gioventù, sul disinteresse. (capitolo 7)

Intorno al mondo con zia Mame[modifica]

  • Mi stavo cambiando per la cena, come si usava, quando Vera entrò in camera mia.
    «Uh, che belle gambe, Patrick» disse, e mi allungò un bicchiere di brandy.
    Mi infilai i pantaloni. «Tu di solito entri così nelle camere degli uomini?»
    «Onestamente, sì. E poi questo è l'unico posto dove si può parlare senza faccia-di-cavallo che ficcanasa in giro. Alla tua!». «Salute».
  • Quando zia Mame prendeva una decisione si metteva subito all'opera, e anche in questa occasione non lasciò tempo al tempo. Innanzitutto spedì un telegramma a New York per farsi recapitare col Queen Mary la sua Rolls-Royce e Ito, il maggiordomo giapponese. Certo, far arrivare una Rolls dall'America in Inghilterra era un po' come portare il ghiaccio al Polo Nord, senza contare che la guida di Ito era così infelice che trovavo l'idea di lui nel traffico di Londra alquanto allarmante. Ma zia Mame diceva che la Rolls e Ito erano una tradizione di famiglia e poi, visto che lui la guida a sinistra l'aveva sempre e comunque adottata, il Regno Unito era destinato a diventare la sua patria d'elezione.

Bibliografia[modifica]

  • Patrick Dennis, Intorno al mondo con zia Mame, traduzione di Mariagrazia Gini, Adelphi, 2011. ISBN 978-88-459-2600-6
  • Patrick Dennis, Zia Mame, traduzione di M. Codignola, Adelphi, 2009. ISBN 9788845923999

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