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Giuseppe Pitrè

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Giuseppe Pitrè

Giuseppe Pitrè (1841 – 1916), scrittore, medico e antropologo italiano.

Citazioni di Giuseppe Pitrè

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  • [Su Pietro Fullone] Il Fullone del popolo è un facilissimo improvvisatore, che manifesta in un verso solo ogni suo giudizio ed esaurisce in un'ottava interi concetti; l'altro un poeta di riflessione, che conosce e adopera come ogni altro letterato la forma nobile e dignitosa.[1]
  • [...] più gradito di qualunque altro cibo carnevalesco è il cannòlu, boccone ghiotto di popolani, di borghesi e di nobili, desiderato da poveri e da ricchi. Il cannòlu è un cialdone pieno, una pasta dolciastra fritta e tenerissima, accartocciata a forma di grosso cannello o bocciuolo, che si riempie di una squisita crema di latte, zucchero o giulebbe, cioccolata, pistacchio ed altri simili ingredienti. Senza il cannòlu che cosa è il banchetto carnevalesco se non un mangiar senza bere, un murare a secco, lo stare al buio in una conversazione? [...] Il cannolo è l'ultima portata, è la corona del pranzo carnevalesco.[2]
  • [A Francesco Paolo Frontini] Tra gli artisti e compositori dell'Isola voi siete, se non il solo, uno dei pochissimi che comprendono la bellezza e la grazia delle melodie del popolo. Pur componendone di belle e di graziose, Voi sapete apprezzare queste vaghe e dolci reliquie d'un passato che non ebbe storia, e serbate a durevole monumento, delle note piene di sentimento squisito e di candore verginale. Altri non penserà neppure a ringraziarvi dell'opera patriottica da voi compiuta; io Vi ammiro. Parole, sentite e quasi solenni.[3]

Citazioni su Giuseppe Pitrè

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  • Anche i palermitani non si sono mai considerati abitanti di una città. Giuseppe Pitrè nel 1904, in Palermo cento e più anni fa, avendo colto questo, scriveva che Palermo era divisa in tanti quartieri, tutti fortemente caratterizzati; ognuno aveva il suo stemma, la sua santa patrona, prediligeva certe attività, esprimeva un certo comportamento; inoltre, in questi quartieri-paese era presente un campanilismo accentuato che sfociava spesso in violente risse. (Lillo Gullo e Tano Gullo)

Note

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  1. Da Studi di poesia popolare (III vol. della Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane), citato in Petru Fudduni, Puisì e Cuntrasti in Sicilianu, Illustrazioni di Mario Viola, Antares Editrice, Palermo, 1995, p. 10.
  2. Da Usi e costumi, credenze e pregiudizi del popolo siciliano: raccolti e descritti da Giuseppe Pitrè, vol. I, Libreria Pedone Lauriel, Palermo, 1889, p. 77.
  3. Citato in [1].

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