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Charles Eric Maine

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Charles Eric Maine, pseudonimo di David McIlwain (1921 – 1981), scrittore britannico.

Incipit di alcune opere

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B.E.S.T.I.A.

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Nel tardo pomeriggio Makin mi chiamò nel suo ufficio e mi diede il telescritto. Il messaggio diceva: "Da R.U.8 a D.S.S. – Precedenza assoluta. Programmatore riferisce uso calcolatore da parte D.R. su progetto non previsto. Possibile psicosquilibrio con conseguente pericolo Sicurezza forse ancora trascurabile. Consiglio immediato controllo. Notificato Ministero. Bennett".
Misi il foglio sulla scrivania. Makin sembrava di umore amabile, ma il suo mezzo sorriso era soltanto una piega delle labbra, causata dal peso della pipa. Era un gigante massiccio, con l'aspetto del medico di famiglia, ma senza le maniere del medico che si trova accanto a un capezzale. Gli occhi verdi erano freddi e cinici.

Il grande contagio

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Appena fu chiaro che al paziente restava ancora poco da vivere, il dottor Sutaki telefonò alla sede di Tokyo dell'Organizzazione Internazionale Ricerche Virus, e chiese del dottor Ward, direttore del laboratorio scientifico.
«Il dottor Ward è andato a Los Angeles, e resterà assente tre giorni» rispose una voce femminile. «Se vi può essere utile il suo assistente, il dottor Woolner...»
«Grazie. Qui parla il dottor Sutaki dell'ospedale Tanhai. Temo che il nostro degente sia affetto dal morbo di Hueste.»

Luna chiama Terra...

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Patterson fu il primo a riprendere conoscenza. Il soffitto ricurvo della cabina sembrò ondeggiare come la sagoma di un fantasma, sopra la sua testa, irriconoscibile per qualche minuto. Poi si risolse gradatamente nel conosciuto disegno di chiaroscuri. La cabina era immersa nella semioscurità, piena di ombre. Nello stesso momento in cui fece questa constatazione, Patterson si rese conto che la debole illuminazione proveniva dalle tre piccole lampade dell'impianto elettrico d'emergenza. L'unico rumore era il debole persistente sibilo dell'ossigeno che affluiva al suo casco spaziale, e il sordo pulsare del sangue che gli rimbombava nel cervello.

Rischio calcolato

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Dall'altra parte del reticolato sparavano a intervalli irregolari, e grazie al terreno ineguale lui riusciva a sfuggire le dita luminose dei riflettori. Per un po' giacque nell'ombra scura di un mucchio di mattoni sgretolati, respirando lieve ma profondo, ascoltando attento i pochi rumori notturni e il mormorio di voci lontane. Poi i riflettori si spensero e il fuoco cessò. Cautamente, l'uomo strisciò in avanti.

Bibliografia

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  • Charles Eric Maine, B.E.S.T.I.A., traduzione di Mario Galli, Mondadori, 1976.
  • Charles Eric Maine, Il grande contagio, traduzione di Andreina Negretti, Mondadori, 1963.
  • Charles Eric Maine, Luna chiama Terra..., traduzione di Andreina Negretti, Mondadori, 1959.
  • Charles Eric Maine, Rischio calcolato, traduzione di Andreina Negretti, Mondadori, 1961.

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