Vai al contenuto

Frank Belknap Long

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
(Reindirizzamento da L'uomo venuto dal tempo)
Frank Belknap nel 1990

Frank Belknap Long (1901 – 1994), scrittore e poeta statunitense.

Incipit di alcune opere

[modifica]

Di fronte all'ignoto

[modifica]

L'intelligenza spiraliforme

[modifica]

Donald Brewster era solo. Dal relitto avvolto nelle fiamme della sua astronave al fogliame che lo sovrastava, la foresta stessa sembrava cospirare contro di lui, sussurrando e protestando come soltanto una foresta sa fare quando la sua intimità antica di secoli venga violata.

Il mondo di Wulkins

[modifica]

Molly Denham era sprezzante, e non faceva nulla per nasconderlo.
Antiquari! — esclamò. — Cosa mai ci vedranno i bambini?
— Cose incredibili! — rispose Ralph Denham, strizzando l'occhio a suo figlio e stringendo leggermente la mano di sua figlia. — Il passato attraverso occhiali rosa e... tanti strani aggeggi!

L'uomo dalle mille gambe

[modifica]

Qualcuno bussò alla porta della mia camera da letto. Essendo mezzanotte passata, e non riuscendo a chiudere occhio, quell'interferenza non fu affatto gradita.
— Chi è? — domandai.
— Un giovanotto che insiste per essere ricevuto da lei, signore — rispose la rauca voce del mio maggiordomo. — Un ragazzo, piuttosto pallido ed emaciato a dire il vero; afferma che i suoi affari non possono aspettare. "È già a letto" gli ho risposto, ma lui ha ribattuto che siete l'unico dottore in grado di aiutarlo nelle sue condizioni. Dice di non riuscire a dormire o a mangiare da una settimana, e non è che un ragazzo, signore.

Testa d'uovo fa un bel capitombolo

[modifica]

Kenneth Wayne stava vestendosi per la cena quando udì bussare alla porta. Era un rumore forte, insistente, e sembrava dire: "Non serve a nulla che tu faccia finta di non essere in casa, vecchio mio! Ti ho sentito muovere lì dentro!".

Un ospite in casa

[modifica]

Roger Shevlin posò le valigie, scrollò la pioggia dall'ombrello e si chiese quanto tempo sarebbe passato prima che si fosse trovato a dover consultare uno psichiatra. Aveva già fatto altri errori prima d'allora... molti di errori. Era essenzialmente un uomo sano di mente, ma era difficile per lui capire perché si fosse lasciato convincere ad affittare una casa di ventiquattro stanze.

La trappola

[modifica]

Era un mattino stupendo. La nebbia si era levata azzurrina e fitta, l'aria non era troppo fredda, e da quel manto azzurro si profilava una grossa nave, lo scafo stagliato in uno sgargiante chiarore contro una luce così am­pia e turbolenta da sembrar abbracciare l'intera Galassia.

La casa del vento nascente

[modifica]

Jimmy Marlowe era seduto su un tronco in mezzo al bosco, singhiozzando e stropicciandosi gli occhi. Gli era accaduto qualcosa di orribile.
Era già abbastanza grande per conoscere il significato dell'omicidio e per sapere quanto fosse stato vicino a rimanere preda di un assassino.

Il signor Caxton disegna un uccello marziano

[modifica]

Il signor Caxton era un uomo così impaziente e dal carattere così scontroso che c'era da stupirsi che i suoi figli continuassero a rivolgergli la parola. Ed era ancora più sorprendente che i genitori di Peter e Susan Ashley, partiti in esplorazione nel deserto marziano, avessero affidato i loro figli proprio a lui.

È bello essere marziani

[modifica]

Testa riccia

[modifica]

Arrivammo nell'autunno dorato. Ci alzammo in volo fra le foglie color ruggine e scendemmo lentamente sulla terra coperta di rugiada.
Celia saettò davanti a me, il suo pallido corpo era come un diafano strale. Io mi muovevo più lentamente, i miei pensieri erano campane in sordina mentre meditavo sul significato di ciò che era accaduto fra le scure, alte mura di quella casa.

Le creature

[modifica]

— È l'apatia a salvarci, mio giovane amico — disse Traubel. — La malignità, umana o altro che sia, ha vita breve sotto il suo peso.
Era seduto su un masso di granito che sporgeva dalla sua terra. Le spalle curve e la posizione a gambe divaricate gli conferivano l'aspetto di un cavaliere che stesse per cadere di sella. Ma nel dire ciò, drizzò la schiena e il rastrello da giardino arrugginito, che stringeva nelle mani nodose e percorse da vene azzurre molto evidenti, cominciò a sferzare come una frusta.

La casetta

[modifica]

A Will Durkin quel suo tornare dalla città su una strada sterrata, pronto ad affrontare un duello all'ultimo sangue contro la progenie di un altro uomo, sembrava la realizzazione di un sogno accarezzato da tempo. Mentre guidava sollevò la mano sinistra, guardandone fisse le nocche ossute per poi sferzare l'aria col pugno.

L'uomo venuto dal tempo

[modifica]

Moonson il Valoroso, così si chiamava. Era un nome che denotava valore, ma che vantaggio può venire dal fregiarsi di un nome simile, quando colui che lo porta non ha nemmeno il coraggio di ripeterlo ad alta voce?

Coni

[modifica]

Mercurio è il pianeta più prossimo al Sole, e perciò il più difficile da avvicinare. Quando saremo in grado di esplorarlo dipenderà dalla velocità con la quale la scienza terrestre progredirà al punto di permetterci di costruire astronavi resistenti al calore più intenso, perché a quella distanza dal Sole le radiazioni sono pressoché insopportabili.

Un uomo distinto

[modifica]

— Lei crede a certe storie? — domandò.
Lo guardai. — Quali storie?
— Oh, sa bene di quali storie parlo. Gente che dice di essere stata su Marte. Gente che afferma che il governo avrebbe costruito un'astronave mantenendo il massimo riserbo sulla sua esistenza. Top secret...

Il grande freddo

[modifica]

Il piccolo uomo dai piedi palmati nuotava lentamente nel mare. Con il petto steso in avanti e i polmoni gonfi, risaliva la forte corrente scivolando fra meduse iridescenti e pesci dotati di becco. Mentre nuotava, enormi occhi lo osservavano e tentacoli dondolanti gli carezzavano le gambe.

Gloria verde

[modifica]

Mentre le minuscole figure umane si riversavano caute in quell'arteria sotterranea, alcuni forti schiocchi si alzarono dal disco magnetico posto nella volta del cunicolo. Essi annunciavano che gli sciami delle api si stavano preparando a condurre una guerra terribile e spietata.

Gli ultimi uomini

[modifica]

Maljoc era ormai un uomo maturo. In un lucente, freddo mattino autunnale, cinquanta milioni di anni dopo che gli ultimi superstiti della sua specie avevano dovuto cedere la propria predominanza sulla Terra ai signori dei favi, si svegliò pieno d'orgoglio, felice, fiero del proprio retaggio. Sapeva, così come lo sapevano i suoi signori, che la sua specie aveva un tempo esercitato, incontrastata, il potere assoluto sul pianeta. Nel corso degli eoni quella tradizione (era più di una leggenda), era ancora viva, e tutte le umiliazioni subite dall'uomo nel corso di molti millenni non avrebbero mai potuto cancellare il suo splendore.

Anteprima

[modifica]

– Quello che ogni vero amante del cinema cerca – disse il signor Scanlon – è una specie di sesto senso, un innalzamento della propria percezione. Ciò che ho chiamato un'esperienza altra... un abbandono del quotidiano e del comune in favore del totalmente inatteso. In breve, una visione superiore della realtà. Stella, vedete, è un'attrice svestita.

Lezione di sopravvivenza

[modifica]

La scuola era finita. La campanella aveva suonato per l'ultima volta quell'anno, e i bambini si erano precipitati con gioia fuori dalle aule, correndo e schiamazzando giù per i vialetti costellati di fiori gialli e blu. Alto sopra di loro l'allegro sole di mezzodì inondava di luce anche il loro maestro che stava uscendo dall'edificio, un giovane alto e dai capelli scuri.

È bello essere marziani

[modifica]

Mamma Caracas gridò: — Twoon! Dove sei, caro?
Twoon non rispose. Udì sua madre chiamare, ma come poteva rispondere quando si trovava a molti anni-luce di distanza da Marte, cercando di farsi strada attraverso una vasta foresta primordiale in un pianeta senza ritorno?

Ladruncoli

[modifica]

Tutto ciò che Griscom aveva ereditato dai diciotto mesi che aveva passato sul terzo pianeta di Rigel erano uno sguardo ossessivo e una dispensa piena di spazzatura. Si sentiva murato vivo, afflitto, spiritualmente soffocato. Era rabbioso e risentito. Si sentiva uno stupido tirapiedi. Non poteva nemmeno... be', era difficile esprimerlo a parole, ma quando ascoltava il suo subconscio non era nemmeno sicuro che i numerali in codice nella sua mente fossero gli stessi che vi aveva messo lui.

Piccoli uomini nello spazio

[modifica]

I bambini tornavano a casa. Elwood poteva vederli dalla porta gridare e schiamazzare nella chiara luce del sole d'ottobre. In mano stringevano i cestini della merenda e, guardandoli trotterellare verso di lui attraverso il prato, l'uomo avrebbe potuto credere che nulla al mondo fosse incantevole quanto il semplice miracolo dell'infanzia, con le sue allegre piacevolezze e la sua assoluta spensieratezza.

Gli occhiali

[modifica]

Era una splendida giornata con un leggero aroma d'autunno nell'aria, e Willie si sentì pervadere da una radiosa gaiezza. Ciò che stava per fare era proibito, naturalmente, e anzi non avrebbe nemmeno potuto entrare in quella stanza, né tantomeno camminare furtivamente in direzione della cassa e degli occhiali che conteneva. Ma non gliene importava nulla.

Giganti nel cielo

[modifica]

L'uomo e la ragazza stavano precipitando verso il basso nella frizzante aria alpina, quando il sole scom­parve. Un vento freddo soffiava su di loro e furono in­ghiottiti dalla più totale oscurità. Con un tonfo ruzzo­larono a terra, si capovolsero e nel buio si cercarono a tastoni. I loro sci frusciarono tra la neve alta dei pic­chi alpini, quando presero a dibattersi. La ragazza si mise a singhiozzare e le sue mani cercavano le forti mani del suo compagno. Subito le loro dita si strinsero con­vulsamente in quelle tenebre terribili e misteriose.

Bibliografia

[modifica]
  • Frank Belknap Long, Di fronte all'ignoto, traduzione di Giuliano Acunzoli, Mondadori, 1995. ISSN 1120-5288
  • Frank Belknap Long, È bello essere marziani, traduzione di Maurizio Carità, Mondadori, 1995.
  • Frank Belknap Long, Giganti nel cielo, traduzione di Maria Grazia Fiore, Emma Marciano, Donatella Sant'Elia e Gianni Pilo, ne "Il meglio di Weird Tales. Giganti nel cielo", Fanucci, 1987.

Altri progetti

[modifica]