John W. Campbell

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John W. Campbell

John Wood Campbell Jr (1910 – 1971), scrittore statunitense di fantascienza.

  • La maggiore distinzione tra fantastico e fantascienza è, semplicemente, che la fantascienza usa uno o pochissimi postulati, sviluppando le conseguenze logiche rigidamente coerenti di questi limitati postulati. Il fantastico fa le sue regole mano a mano che procede ... La natura fondamentale della fantasia è "L'unica regola è fare una nuova regola ogni volta che ne hai bisogno!". La regola di base della fantascienza è "Imposta una proposizione di base – poi sviluppa le sue coerenti conseguenze logiche."
The major distinction between fantasy and science fiction is, simply, that science fiction uses one, or a very, very few new postulates, and develops the rigidly consistent logical consequences of these limited postulates. Fantasy makes its rules as it goes along... The basic nature of fantasy is "The only rule is, make up a new rule any time you need one!" The basic rule of science fiction is "Set up a basic proposition--then develop its consistent, logical consequences." (Introduzione, Analog 6, Garden City, New York, 1966)

La "cosa" da un altro mondo[modifica]

Incipit[modifica]

CREPUSCOLO
«A proposito di autostoppisti», disse Jim Bendell, in tono piuttosto turbato, «l'altro giorno ho dato un passaggio ad un uomo che era strano parecchio» . Rise, ma non era una vera risata. «Mi ha raccontato la favola più bizzarra che io abbia mai sentito. In generale, ti raccontano come hanno fatto a perdere il loro bel posto di lavoro e come hanno cercato di trovare qualcosa da fare, qui negli spazi sconfinati del West. Sembra che non si facciano un'idea di quanta gente abbiamo qui. Credono ancora che questo grande, bellissimo paese sia disabitato».

Citazioni[modifica]

  • NOTTE
    Cordon stava guardando con il binocolo, la faccia tesa e tirata, tutta la sua attenzione concentrata su quel puntolino quasi invisibile, infinitamente lontano nel cielo azzurro, e continuava a ripetere, in un tono orribilente distratto: «Mio Dio... Mio Dio...»
    D'improvviso rabbrividì e ribassò lo sguardo su di me con una espressione di angoscia sul volto.
  • OTP
    John Grantland guardò, attento e inquieto, il figlio del suo vecchio amico. Poi sospirò pesantemente e si appoggiò alla spalliera della poltrona girevole. Accese la pipa con aria pensierosa, e lanciò due sbuffi di fumo prima di parlare.
  • PERDITA D'ATTRITO
    «Ma perché, Hugh, insisti a esplorare sempre le rovine peggiori, per trovare quello che ti interessa?» chiede stancamente Ban. I frammenti di vetro affilato, e gli spessi strati di cenere... senza dubbio ci sono altri posti di questo cimitero nero di rottami che potrebbero soddisfarti. Io ci vedo poca differenza, a parte il fatto che certe zone sono ridotte peggio delle altre, e questa è una delle peggiori.»
  • IL PIANETA DEL SILENZIO
    Il sole era una sfera rossa che scendeva all'estremità dell'ampio viale che si stendeva diritto verso oriente. I lunghi raggi calavano obliqui attraverso la città, sui grattacieli, indorando le loro le loro masse dalle linee pure con l'ultimo fulgore.
  • LA "COSA" DA UN ALTRO MONDO
    Quel posto puzzava. Un odore bizzarro e composito, come può esserci soltanto nelle baracche sepolte nel ghiaccio di un accampamento antartico, un misto di fetido sudore umano, e dell'afrore ammorbante d'olio di pesce ricavato dal grasso di foca sciolto. Un vago sentore di lineamento combatteva l'odore muffito delle pellicce infradiciate dal sudore e dalla neve. Il sentore acre del grasso alimentare bruciato, e l'odore animale e non del tutto sgradevole dei cani, diluito dal tempo, aleggiavano nell'aria.

Bibliografia[modifica]

  • John W. Campbell, La "cosa" da un altro mondo, (Who Goes There?), traduzione di Alfredo Pollini, Fanucci Editore, Roma, 1977.

Film[modifica]

Altri progetti[modifica]

Opere[modifica]