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Samuel Taylor Coleridge

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Samuel Taylor Coleridge

Samuel Taylor Coleridge (1772 – 1834), poeta, critico letterario e filosofo inglese.

Citazioni di Samuel Taylor Coleridge

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  • Chi si vanta di aver conquistato | una moltitudine di amici non ne ha mai avuto uno.[1][2]
  • I difetti dei grandi autori non sono in genere che la loro grandezza portata all'eccesso.[3]
  • I recensori sono spesso persone che sarebbero stati poeti, storici, biografi, ecc., se l'avessero potuto; hanno messo alla prova il loro talento qui e là, e non sono riusciti. A quel punto diventano critici.[4]
  • Il laudano mi diede quiete, non sonno; ma, credo, tu sai quanto sia divino quel riposo, che incanto, quale oasi di fontane e fiori e alberi nel cuore stesso di un deserto di sabbia![5]
  • Il nano vede più lontano del gigante, quando ha le spalle del gigante su cui montare.[6][7]
  • La fantasia non è altro che un modo della memoria emancipato dall'ordine del tempo e dello spazio.[8][9]
  • La più generale definizione della bellezza […] Molteplicità nell'Unità.[10][7]
  • L'Arte, intendendo il termine per indicare collettivamente pittura, scultura, architettura e musica, è la mediatrice e riconciliatrice di natura e uomo. È dunque il potere di umanizzare la natura, di infondere i pensieri e le passioni dell'uomo in tutto ciò che è l'oggetto della sua contemplazione.[11]
  • L'esperienza ci informa che la prima difesa degli spiriti deboli è recriminare.[12]
  • Nessuno è mai stato un grande poeta senza essere allo stesso tempo un grande filosofo.[13][9]
  • Prega bene chi ama bene tutti: | sia l'uomo che l'uccello e le altre bestie. | Prega meglio chi meglio ama ogni cosa, | la piccola e la grande.[14]
  • [I lettori possono essere:] 1) spugne, che assorbono tutto quello che leggono, lo restituiscono nello stesso stato, solo un poco insudiciato; 2) orologi a sabbia, che non ritengono nulla, e sono contenti di percorrere un libro tanto per passare il tempo; 3) filtri, che trattengono solo la feccia di quel che leggono; 4) diamanti di Mogol, come questo rari e preziosi, che approfittano di quel che leggono, e rendono altri capaci di profittarne.[15]
  • Quella volontaria sospensione momentanea dell'incredulità, che costituisce la fede poetica.[16][7]
  • Solo i saggi posseggono delle idee; la maggior parte dell'umanità ne è posseduta.[17][9]

La leggenda del vecchio marinaro

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Originale

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It is an ancient Mariner,
And he stoppeth one of three.
«By thy long grey beard and glittering eye,
Now wherefore stopp'st thou me?

The Bridegroom's doors are opened wide,
And I am next of kin ;
The guests are met, the feast is set:
May'st hear the merry din.»

He holds him with his skinny hand,
«There was a ship,» quoth he.
«Hold off ! unhand me, grey-beard loon !»
Eftsoons his hand dropt he.

Enrico Nencioni

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È un vecchio marinaio, e ferma uno dei tre convitati: «Per la tua lunga barba grigia e il tuo occhio scintillante, e perché ora mi fermi?

Le porte del Fidanzato son già tutte aperte, e io sono il più stretto parente; i convitati son già riuniti, il festino è servito, tu puoi udirne di qui l'allegro rumore.»

Ma egli lo trattiene con mano di scheletro. «C'era una volta un bastimento …» comincia a dire. «Lasciami, non mi trattener più, vecchio vagabondo dalla barba brizzolata!» E quello immediatamente ritirò la sua mano.

Alessandro Ceni

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È un vecchio marinaio
e ferma uno dei tre.
"Per la tua barba grigia e l'occhio scintillante,
perché mi hai tu fermato?

Si aprono le porte dello sposo
ed io ne son parente stretto;
gli ospiti s'incontrano, la festa inizia:
puoi sentirne l'allegro frastuono".

Egli lo tiene con la scarna mano,
"C'era una nave", disse.
"Smettila! Via la mano, vecchio pazzo!"
Subito la mano lo lasciò.

Citazioni

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  • Alla fine un Albatro passò per aria, e venne a | noi traverso la nebbia. Come se fosse stato | un'anima cristiana, lo salutammo nel nome di Dio.
  • «Che Dio ti salvi, o Marinaro, dal demonio che | ti tormenta! — Perché mi guardi cosí, Che | cos'hai?» — «Con la mia balestra, io ammazzai l'Albatro!
  • Il ghiaccio era qui, il ghiaccio era là, il ghiaccio | era tutto all'intorno: scricchiolava e muggiva, | ruggiva ed urlava. come i rumori che si odono | in una sincope.
  • Oh, il sonno! esso è una cosa soave, amata da | un polo all'altro. Sia lodata la Vergine Maria! | Essa dal cielo mi mandò il dolce sonno che | penetrò nella mia anima.

Alessandro Ceni

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  • "Venne allora la TEMPESTA; | e fu tirannica e violenta: | ci colpì con le sue ali sorprendenti | e ci cacciò avanti, verso sud".
"And now the STORM-BLAST came, and he | Was tyrannous and strong: | He struck with his o'ertaking wings, | And chased us south along". (Parte I, p. 5)
  • Adesso il sole sorgeva a destra, | sempre nascosto dalla bruma | fuori dal mare spuntava, e a sinistra | si ricalava in mare.
The Sun now rose upon the right: | Out of the sea came he, | Still hid in mist, and on the left | Went down into the sea. (Parte II, p. 10)
  • Anche gli abissi si decomponevano: O Cristo! | Che questo dovesse accaderci! | Viscide cose su zampe si trascinavano | sul viscido mare.
The very deep did rot: O Crist! | That ever this should be! | Yea, slimy things did crawl, with legs | Upon the slimy sea. (Parte II, p. 13)
  • Trascorse il logorìo di giorni e giorni. | Ogni gola riarsa e vitreo ogni occhio. | Il logorìo di giorni e giorni!
There passed a weary time. Each throat | Was parched, and glazed each eye. A weary time! a weary time! (Parte III, p. 17)

Kubla Khan

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Originale

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In Xanadu did Kubla Khan
A stately pleasure-dome decree:
Where Alph, the sacred river, ran
Trough caverns measureless to man
Down to a sunless sea.

Alessandro Ceni

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A Xanadu Kubla Khan volle
un'imponente dimora di piacere,
dove Alfeo, il sacro fiume, trascorre
caverne ad occhio umano smisurate
e s'immerge in un mare senza sole.

Citazioni

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  • L'ombra della dimora di piacere | fluttuando scivolava sulle onde, | ove si udiva la ben commista misura | di fonte e di caverne. | Miracolo di rara perizia, | solatìa dimora dalle caverne di ghiaccio!
The shadow of the dome of pleasure | Floated midway on the waves; | Where was heard the mingled measure | From the fountain and the caves. | It was a miracle of rare device, A sunny pleasure-dome with caves of ice! (p. 61)
  • Cingetelo d'un triplice cerchio, | serrate gli occhi con sacro terrore, | ch'egli si cibò di rugiada di miele | e bevve il latte del Paradiso.
Weave a circle round him trice, | And close your eyes with holy dread, | For he on honey-dew hath fed, | And drunk the milk of Paradise. (p. 61)

Citazioni su Samuel Taylor Coleridge

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  • Ho letto Coleridge. Molte cose bellissime. Ma ha la malattia inglese. È evidente che egli è capace di pensare in modo chiaro, libero e forte; ma non appena tocca i valori correnti in Inghilterra, subito si trasforma senz'accorgersene in un sofista. (Lev Tolstoj)

Note

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  1. Da Pondere non numero.
  2. Citato in Guido Almansi, Il filosofo portatile, TEA, Milano, 1991.
  3. Da Miscellanies.
  4. Da Lectures on Shakespeare and Milton, I; citato in Dizionario delle citazioni.
  5. Da una lettera del 1798 a George H. Coleridge; citato in Andrew Weil e Winifred Rosen, Dal cioccolato alla morfina. Tutto quello che dovete sapere sulle sostanze che alterano la mente, traduzione di Fabio Bernabei, Arcana, Roma, 2007, p. 107.
  6. Da The friend.
  7. a b c Citato in Elena Spagnol, Enciclopedia delle citazioni, Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894
  8. Da Biographia Literaria, XIII.
  9. a b c Citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Ettore Barelli e Sergio Pennacchietti, BUR, 2013. ISBN 9788858654644
  10. Da On the Principles of Genial Criticism.
  11. Da Sulla poesia o l'arte.
  12. da Biographia literaria, 1817.
  13. Da Biographia Literaria, XV.
  14. Da La ballata del vecchio marinaio.
  15. Da Poesie e prose, Torino, 1931, p. 124; citato in Aldo D'Asdia e Pietro Mazzamuto, Letteratura italiana, Pagine di documentazione critica, Felice Le Monnier, Firenze, 19739, p. 9.
  16. Da Biographia literaria, 1817, cap. XIV.
  17. Da Miscellanies.

Bibliografia

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  • Samuel Taylor Coleridge, La leggenda del vecchio marinaro, traduzione di Enrico Nencioni, Tea, 1993, collana "I Tascabili del bibliofilo".
  • Samuel Taylor Coleridge, La ballata del vecchio marinaio (The Rime Of The Ancient Mariner), Kubla Khan (Kubla Khan Or A Vision In A Dream), traduzione di Alessandro Ceni, I Classici, UEF, 1996. ISBN 88-07-82091-9
  • Dizionario delle citazioni, a cura di Ettore Barelli e Sergio Pennacchietti, BUR, 2013. ISBN 9788858654644

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