Isacco della Stella: differenze tra le versioni
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*Egli {{NDR|Gesù}}con la sua [[passione]] si è addossato i nostri mali e con la sua [[compassione]] si è caricato dei nostri dolori, amando coloro che ha portato e portando coloro che ha amato. |
*Egli {{NDR|Gesù}} con la sua [[passione]] si è addossato i nostri mali e con la sua [[compassione]] si è caricato dei nostri dolori, amando coloro che ha portato e portando coloro che ha amato. |
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*La condotta più accetta a Dio è quella che, pur varia nelle forme e nello stile, segue con grande sincerità l`amore di Dio e, per lui, l`amore del prossimo. |
*La condotta più accetta a Dio è quella che, pur varia nelle forme e nello stile, segue con grande sincerità l`amore di Dio e, per lui, l`amore del prossimo. |
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*Nulla può rimettere {{NDR|del peccato}} la [[Chiesa]] senza Cristo e Cristo non vuol rimettere nulla senza la Chiesa. Nulla può rimettere la Chiesa se non a chi è pentito, cioè a colui che Cristo ha toccato con la sua grazia; Cristo nulla vuol ritenere per perdonato a chi disprezza la Chiesa. |
*Nulla può rimettere {{NDR|del peccato}} la [[Chiesa]] senza Cristo e Cristo non vuol rimettere nulla senza la Chiesa. Nulla può rimettere la Chiesa se non a chi è pentito, cioè a colui che Cristo ha toccato con la sua grazia; Cristo nulla vuol ritenere per perdonato a chi disprezza la Chiesa. |
Versione delle 16:39, 27 set 2008
Isacco della Stella (? – 1169), monaco inglese.
Discorsi
- Egli [Gesù] annullò ciò che era del diavolo, assunse ciò che era dell'uomo, donò ciò che era di Dio.
- Egli [Gesù] con la sua passione si è addossato i nostri mali e con la sua compassione si è caricato dei nostri dolori, amando coloro che ha portato e portando coloro che ha amato.
- La condotta più accetta a Dio è quella che, pur varia nelle forme e nello stile, segue con grande sincerità l`amore di Dio e, per lui, l`amore del prossimo.
- Nulla può rimettere [del peccato] la Chiesa senza Cristo e Cristo non vuol rimettere nulla senza la Chiesa. Nulla può rimettere la Chiesa se non a chi è pentito, cioè a colui che Cristo ha toccato con la sua grazia; Cristo nulla vuol ritenere per perdonato a chi disprezza la Chiesa.
- Perché mai, o fratelli, siamo poco solleciti nel cercare le occasioni di salvezza vicendevole, e non ci prestiamo mutuo soccorso dove lo vediamo maggiormente necessario, portando fraternamente i pesi gli uni degli altri?.
[AAVV, Liturgia horarum iuxta ritum Romanum, Typis Polyglottis Vaticanis, ed. italiana, Roma, 1972]