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Abiy Ahmed Ali

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Abiy Ahmed Ali nel 2019
Medaglia del Premio Nobel
Medaglia del Premio Nobel
Per la pace (2019)

Abiy Ahmed Ali (1976 – vivente), politico etiope.

Citazioni di Abiy Ahmed Ali

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Citazioni in ordine temporale.

  • Noi etiopi abbiamo bisogno della democrazia e della libertà, e siamo autorizzati ad averli. La democrazia non dovrebbe essere un concetto estraneo per noi. (dal discorso del giuramento del 2 aprile 2018)[1]
  • Non c’è più alcun confine tra Etiopia ed Eritrea, perché un ponte d’amore l’ha distrutto. (7 luglio 2018)[2]
  • [Sulla mozione di avere il 50% dei parlamentari donne] Questa decisione è la prima nella storia del Paese e probabilmente dell'Africa. Le nostre ministre sapranno smentire il vecchio preconcetto per cui le donne non possono ricoprire posizioni di potere.[3]
  • [Sulla nomina di Sahle-Uork Zeudé] In una società patriarcale come la nostra, la nomina di un capo di stato femminile non solo definisce gli standard per il futuro, ma normalizza anche le donne come partecipanti delle decisioni nella società.[4]
  • Per me coltivare la pace è come piantare e far crescere alberi. Proprio come gli alberi hanno bisogno di acqua e di un buon terreno per crescere, così la pace richiede un impegno costante, infinita pazienza e buona volontà per coltivare e raccogliere i suoi frutti. (discorso per il premio Nobel, 10 dicembre 2019)[5]
  • [Sulla Pandemia di COVID-19] Il virus non deve essere associato a un Paese o a una nazionalità. In una comunità globale, ciascuno di noi deve essere il custode dell’altro. Non permettiamo alla paura di derubarci della nostra umanità.[6]
  • Proprio come il virus non conosce confini, anche le nostre risposte non dovrebbero averne.[6]
  • Ai membri della cricca distruttrice del Fronte di Liberazione del Tigré: il vostro viaggio di distruzione è arrivato alla fine. Arrendetevi pacificamente entro le prossime 72 ore, ammettendo di aver raggiunto un punto di non ritorno. (22 novembre 2020)[7]
  • Ci sono state atrocità commesse nella regione del Tigray [...] I rapporti indicano che le atrocità venivano commesse violentando donne e saccheggiando proprietà. Qualsiasi membro della difesa nazionale che abbia commesso stupri e saccheggi contro le nostre sorelle tigrate sarà ritenuto responsabile. (23 marzo 2021)[8]
  • La giunta (secessionista) che abbiamo eliminato nel giro di tre settimane si è ora trasformata in una forza di guerriglia, si è mescolata ai contadini e ha iniziato a spostarsi in diversi posti. (5 aprile 2021)[9]

Citazioni su Abiy Ahmed Ali

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  • Abiy e Afewerki stanno orchestrando un attacco al Tigray da due anni. Ma ci può credere? Il nostro governo federale che si allea con un Paese straniero contro la propria regione? Io non capisco. È inconcepibile. (Debretsion Gebremichael)
  • Con grande coraggio e visione Ella ha riaperto un dialogo con l’Eritrea e posto le basi per un processo di integrazione regionale che include anche la Somalia. Questa sua iniziativa è stata foriera di speranza per milioni di persone, creando nuove prospettive di futuro soprattutto per le giovani generazioni dell’Etiopia e dei paesi vicini. (Sergio Mattarella)
  • Ha disteso le relazioni con tutti i vicini e negozia collegamenti portuali a Gibuti. All'interno ha liberato prigionieri politici, ha allacciato il dialogo con gli oppositori in esilio, alcuni dei quali sono rientrati. Ha favorito l'ascesa di donne ai vertici: la prima presidente della Repubblica di tutta l'Africa, la prima presidente della Corte costituzionale. Non è poco, e si può aggiungere il suo talento di comunicatore. È un volto fresco e accattivante in un continente dove ancora dominano tanti gerontocrati tirannici. (Federico Rampini)
  • Ha mostrato i primi segni di un atteggiamento dittatoriale, cercando di intimidire le persone, compresi i suoi alleati più vicini che lo hanno aiutato a essere eletto, solo perché a volte sono in disaccordo con alcune delle sue politiche. (Jawar Mohammed)
  • Il premier Abiy ebbe una vera e propria luna di miele con i media internazionali, fu salutato come il protagonista di una nuova generazione di statisti africani, capace di governare un boom economico nella stabilità. Seconda maggiore nazione del continente nero, l'Etiopia è reduce da anni di forte crescita, Abiy ne ha ricavato un prestigio che ha fatto di lui un politico influente ben al di là delle sue frontiere nazionali. Le motivazioni del Nobel furono soprattutto due: appena preso il potere aveva liberato molti prigionieri politici; inoltre aveva firmato la pace con l'Eritrea. Lui stesso ha segnalato un'involuzione politica quando a ottobre alla scadenza del suo mandato ha deciso di rinviare le elezioni. Ora sarà il protagonista di una guerra civile? (Federico Rampini)
  • Il suo [premio Nobel] è stato un espediente per fare quello che aveva in mente da tempo: bombardarci. Ci accusa di aver tenuto le elezioni a settembre contro la volontà del governo centrale che lui aveva illegalmente posticipato al 2021 per il Covid. Sì, ci sono stati alcuni scontri, ma nulla di rilevante e niente che giustifica quello che ha fatto. (Debretsion Gebremichael)
  • Dagli inizi della nostra storia la politica estera etiopica è sempre stata impeccabile. I nostri problemi provengono dall'interno. Ecco perché insisto sull'unità. Quella sarebbe la vera rivoluzione di Abiy, e spero che non mi deluda.
  • Lui è l'unico uomo che può portare alla salvezza il nostro popolo. Ha fatto suo l'obiettivo più importante del nostro Paese: l'unità. E finora ha lavorato bene.
  • Se fallisce siamo finiti. Lui può essere l'uomo che unirà tutta l'Etiopia. Sin dall'inizio ci ha fatto sperare. Ha fatto suo l'obiettivo più importante per il nostro Paese: l'unità. Spero che mantenga la promessa.
  • Abiy Ahmed è la migliore possibilità per l’Etiopia di rompere il ciclo di tirannie che ha rovinato la sua storia moderna.
  • Abiy è certamente un “figlio del partito”, al quale si è unito a 15 anni, ma è un riformatore che può andare bene a tutti. Suo padre era musulmano, sua madre era cristiana. Essendo un oromo, appartiene ai più bassi gradini dell’ordine gerarchico etnico etiopico (nessun oromo ha mai ricoperto un incarico così elevato). Parla fluentemente afaan oromo, amarico, tigrino e inglese. Ed è un uomo molto moderno.
  • Al di fuori del partito al governo nessuno sa molto di Abiy Ahmed, a parte quello che recita la biografia ufficiale di partito. Al momento però il nuovo primo ministro dell’Etiopia somiglia molto a un mago. Tre anni di proteste sempre più forti si sono concluse all’improvviso, lo stato di emergenza è stato revocato e con un solo annuncio a effetto ha messo fine a vent’anni di guerra calda e fredda con la vicina Eritrea.
  • Almeno ottantamila tra soldati e civili sono stati uccisi nella guerra con l’Eritrea (1998-2000) e diversi milioni di solati hanno sprecato anni delle loro vite sul confine nella successiva guerra fredda (che si è brevemente surriscaldata di nuovo nel 2016). Abiy Ahmed ha messo fine a tutto ciò con un semplice cenno della mano.
  • Ha fatto pace e riaperto il confine con l’Eritrea dopo vent’anni di guerra calda e fredda. Ha fatto piuttosto bene tutto ciò che gli veniva in mente, e lo ha fatto in poco più di un anno. Eppure la sua posizione è ancora molto precaria.
  • Il primo ministro etiope Abiy Ahmed è un uomo molto fortunato. Nell’ultimo anno è sopravvissuto a tre tentativi di ucciderlo o di deporlo.
  • Abiy Ahmed ha cominciato liberando centinaia di prigionieri politici e giornalisti detenuti, e per la prima volta negli ultimi 15 anni non ce n’è più nemmeno uno in prigione. Una rondine non fa primavera, certo, ma si tratta comunque di un buon indicatore dello stato delle liberà in un paese.
  • Abiy era stato elogiato all’inizio del suo mandato, nel 2018, per aver svuotato le carceri dai prigionieri politici, sbloccato l’economia e riequilibrato la diplomazia etiope. Ma ora deve affrontare il crollo del vecchio impero e il suo mosaico di popoli, e sta scivolando progressivamente verso un autoritarismo percepito come unico garante dell’unità nazionale.
  • Dopo una grave crisi politica, Abiy Ahmed si è ritrovato a capo del paese, a cui ha imposto una nuova direzione: ha svuotato le carceri, liberalizzato l'economia (9 per cento di crescita) e soprattutto ha trovato un accordo di pace con i vicini eritrei, un risultato che gli è valso il Nobel per la pace. [...] Ma alla fine le tensioni etniche e regionali hanno avuto ragione del giovane primo ministro.
  • Il primo ministro, ex militare che ha studiato informatica e filosofia, ha un padre musulmano e una madre cristiana. Sa bene che dovrà gestire conflitti etnici che ancora ci sono nell’ex impero di Haile Selassie e che dovrà superare il test della democratizzazione, coinvolgendo un’opposizione a lungo repressa.
  • Incarna una nuova generazione più in sintonia con la popolazione giovane che aspira a una società più aperta. Da quel momento è partita “l’Abiymania” che si è prolungata oltre l’entusiasmo iniziale.
  • Incensato per le sue misure progressiste, il primo ministro etiope è comunque un ex militare, dai metodi autoritari, ed è deciso a opporsi con ogni mezzo alle forze centrifughe che minacciano l'unità dell'ex impero.
  • Oggi Ahmed combatte una delle province dell'Etiopia con l'aiuto proprio degli eritrei. La sua fama di modernista liberale ha sedotto il presidente francese Emmanuel Macron, ma nella gestione dei delicati equilibri etnici e politici dell'ex impero etiope Abiy sta usando il pugno di ferro.
  • Ha lavorato per la pace, non solo in Etiopia, ma nei Paesi vicini come Eritrea, Gibuti, Somalia, Kenya, Uganda, Sudan e Sud Sudan. I riflessi del suo lavoro per la pace sono visibili anche all’interno per come gestisce le crisi e per la scelta di liberare tutti i prigionieri politici. Ha voluto poi che gli oppositori fuori dall’Etiopia, tornassero, li ha riportati in Etiopia e gli ha chiesto “lavoriamo insieme per la pace”. Anche dal punto di vista religioso sta agendo per riportare il dialogo e l’armonia tra le varie confessioni. Insomma posso affermare con certezza che fin dal suo insediamento, poco più di un anno e mezzo fa, ha dimostrato di essere un uomo di pace. Personalmente ho speranza e fiducia che il processo continui.
  • Il nostro premier ha inaugurato un processo di pace e la gente, di qua e di là del confine, è felice. Molti eritrei vengono qui, anche dall’estero così come miei concittadini, vanno tranquillamente in Eritrea.
  • Speriamo che con le riforme proposte dal premier Abiy si possano gettare le fondamenta di uno stato democratico con istituzioni solide.

Note

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Voci correlate

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Altri progetti

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